Sembra che nel mondo il terrorismo sia sinonimo di ISIS e che senza il Califfato non ci sarebbero più i problemi connessi con il fondamentalismo islamico. Ma non è così: uno studio tedesco racconta un’altra verità.
di Patrizio Ricci – LPLNews24
L’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza della ‘Stiftung Wissenschaft und Politik ‘ (SWP) è una struttura scientifica indipendente che conduce un lavoro di ricerca sulla base del quale poi consiglia il Bundestag (il parlamento tedesco ) e il governo federale sulle questioni di politica estera e di sicurezza . Le analisi e le pubblicazioni prodotte dai ricercatori SWP e la loro partecipazione ai dibattiti nazionali e internazionali su questioni chiave contribuiscono a plasmare l’opinione nei loro rispettivi settori.
Interessante è una relazione sul gruppo ribelle Ahrar al -Sham, uno dei più numerosi della guerra che sconvolge la Siria. Il lavoro di ricerca a firma di Guido Steinberg afferma senza mezzi termini che il rifiuto di Assad a dimettersi e aprire la porta al compromesso non è l’unico ostacolo alla risoluzione del conflitto siriano ” perché – secondo SWP – “ci sono diversi gruppi islamici che puntano esclusivamente sulla vittoria militare e grazie ad essa vogliono svolgere un ruolo primario nella guida del paese”.
In sostanza, secondo l’istituto tedesco, la comunità internazionale sbaglia l’approccio con Ahrar al -Sham. SWP riferisce che il gruppo sta cercando di posizionarsi come partner degli USA, nonostante sia acclarato che come ideologia, esso è il più grande gruppo ribelle che si avvicina ad ISIS. Ahrar al -Sham è infatti noto per il suo orientamento salafita, che lo rende anche alleato di al Nusra.
Il report di SWP, dimostra come la maggior parte dei gruppi ribelli che combattono in Siria contro Assad siano uniti da una forte caratterizzazione salafita integralista. Questa caratteristica è vera in modo particolare nel gruppo Ahrar al -Sham che insieme ad altri 10 gruppi fondamentalisti ha esteso l’influenza nel paese da Idlib fino alla città di Aleppo. Qquesta influenza è stata estesa anche a sud del paese dove è stato fondato un coordinamento che si chiama ” Jabha al -Islamiya”.
Secondo SWP, i gruppi islamisti rappresentato la più forte componente tra i gruppi ribelli nella rivolta siriana, e già all’inizio del 2013, Ahrar era già uno dei gruppi fondamentalisti più importanti.
Nel corso del 2013 Ahrar al -Sham con 10-20.000 combattenti parteciperà a numerose importanti battaglie contro le forze del regime, tra cui la cattura di diverse basi importanti militari e la stessa capitale Raqqa nel mese di Marzo 2013.
Nonostante la sua predominanza, si è cominciato a parlare di Ahrar al -Sham solo l’8 giugno 2013, quando il gruppo ha abbandonato la politica di stretto riserbo che lo contraddistingueva ed in una intervista rilasciata all’emittente televisiva del Qatar, il suo capo Hassan Abbud (la cui idendità fino a quel momento era totalmente sconosciuta), ha parlato apertamente dell ‘organizzazione, dei suoi obiettivi e della ideologia. Da quel momento si è registrata una intensificazione di contatti con gli altri gruppi salafiti. Questo attivismo, porterà a fine 2013 a suggellare l’alleanza con Jabha al-Islamiya.
Quest’ultima formazione ha ora incluso anche i gruppi armati armati Suqur Al -Sham (Idlib), Liwa al-Tauhid (Aleppo), Jaish al -Islam (Damasco e dintorni), Ansar al -Sham (Latakia) e Liwa al -Haqq (Homs)
Le differenze che contraddistingue il gruppo Arhar al Sham con al -Nusra sono minime: alla pari con i qaedisti di al Nusra, Ahrar al -Sham ha come obiettivo il sostituire lo stato laico di Assad con uno stato islamico basato sulla Shaaria. Eccezion fatta che Ahrar non ha obiettivi al di fuori della Siria ed il ricorso agli attacchi suicidi ed alla violenza contro i civili, è minore.
Anche se i capi di Arhar hanno ripetutamente affermato che non hanno niente in linea di principio contro le minoranze del paese, il bigottismo nei confronti dei cristiani, Alawiti e sciiti è spesso evidente nelle loro dichiarazioni. Ad esempio, la leadership Ahrar utilizza il termine negativo “nazareni”, molto diffuso tra i salafiti per indicare i cristiani . A dimostrazione che non si tratta di semplice odio ‘retorico’ ci sono i numerosi omicidi ed atrocità compiute contro cittadini alawiti in alcuni villaggi, compiuti solo per odio religioso. Ahrar al -Sham ha dimostrato la stessa brutalità anche contro i villaggi sciiti in provincia di Aleppo e nelle e province Idlib.
SWP riferisce che la ragione per cui Ahrar al -Sham è oggi così forte è perchè la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar nel 2015 hanno intensificato il loro supporto . Questi paesi hanno sostenuto Ahrar dal 2012/13, e sembrano averlo selezionato come il loro più importante beneficiario di carichi di armi e finanziamenti. Tutto questo, nonostante frequenti rapporti nel 2014, indicavano falsamente che Ankara e Doha avevano ridotto la loro assistenza in risposta alle pressioni USA. Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar abbandonarono ogni cautela a seguito dell’assassinio del leader di Ahrar al Sham nel mese di settembre del 2014. La nuova leadership saudita ha un rapporto notevolmente migliorato con la Turchia ed ha aumentato il suo sostegno pro-i ribelli nel nord della Siria in concerto con Ankara: questo cambiamento di politica ha lasciato i gruppi che compongono Jaish al -Fath meglio armati che mai.
L’offensiva scatenata grazie a questo appoggio poteva avere conseguenze drammatiche per la guerra in Siria e consegnare il paese ai jihadisti. All’inizio dell’estate il 2015 la coalizione di ribelli era avanzata nella pianura di al- Ghab nel nord della provincia di Hama e rapidamente aveva posto una seria minaccia per le posizioni dell’esercito siriano nella zona montagnosa costiera e al centro del paese. Le preoccupazioni che le forze del regime crollassero hanno spinto Mosca a iniziare l’invio di sue forze in Siria in Aprile 2015, e di iniziare successivamente gli attacchi aerei contro i ribelli a partire dalla fine di settembre 2015.
In conclusione, SWP ritiene che Ahrar al Sham debba essere considerata una organizzazione terroristica: “E’ quindi giusto che la Germania deve criminalizzare l’adesione e il sostegno ad Ahrar come un’organizzazione terroristica, e deve cercare di convincere i partner della UE e la NATO di fare lo stesso”. Ed aggiunge: “Allo stesso tempo, la Germania dovrebbe chiaramente comunicare che Ahrar al-Sham debba essere inserita nella classifica delle organizzazioni terroristiche. Questo giudizio potrebbe essere cambiato solo se e quando cambierà il suo attuale comportamento”.