Ai media basta un report dei jihadisti per conoscere la verità? #STOPBOMBESIRIA

[su_spacer][su_panel]Amnesty e altre Ong e altre associazioni hanno lanciato una campagna #STOPBOMBESIRIA per ottenere una tregua duratura e corridoi umanitari nelle zone di combattimento in Siria. Il momento centrale della campagna è stato un sit-in tenuto il 2 settembre a Roma, alle ore 11 in piazza Santi Apostoli. [/su_panel]

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]Di che si tratta?[/su_heading]
Si tratta di iniziative ‘ad orologeria’ che coincidono con i progressi dell’esercito nazionale siriano nella liberazione del paese, specialmente ad Aleppo:
le denunce di bombardamenti di ospedali, mercati e uso di armi chimiche al cloro, coincidono non solo con i progressi dell’esercito siriano nel liberare il paese ma anche con i momenti sensibili per la pacificazione nazionale (quali anche le conferenze di pace).

Le principali associazioni che hanno partecipato al sit-in (in primis Amnesty International e Associazione padre Dall’ Oglio), sono associazioni che recepiscono in toto la propaganda di guerra degli attivisti pro-ribelli.
Queste campagne enfatizzano solo i casi di grande impatto emotivo, come quelli dei piccoli Aylan e Omran, ma mai relazionano sui casi dei bimbi ammazzati dai ribelli o sugli assedi che i quartieri cristiani subiscono quotidianamente,  dal  2013, ad opera dei cosiddetti ribelli. Si tratta di un attivismo del tutto funzionale alle linee guida espresse nella direttiva ”Medio Oriente Memo 21-Valutazione delle opzioni per cambio di regime“della Brookings Institution”.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]#STOPBOMBESIRIA non ha aderito agli appelli dei vescovi mediorientali sulla cessazione delle sanzioni[/su_heading]
I principali paesi europei e l’Italia appartengono al blocco belligerante e golpista. Essi hanno comminato le sanzioni, l’interruzione dei rapporti diplomatici e il divieto di ingresso in Italia di parlamentari siriani. Si tratta di  strumenti di guerra che hanno causato  più morti di quelli causati direttamente dai combattimenti.  Tale giudizio è condiviso da tutti i patriarchi e vescovi siriani ed è stato espresso chiaramente nel recente appello “Basta sanzione alla Siria ed ai siriani” che loro stessi hanno sottoscritto. L’appello è stato ripetuto, più recentemente dai patriarchi ortodossi John X, Gregorio III e Ignazio Aphrem II.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]Responsabilità dei media cattolici[/su_heading]
Anche i principali media cattolici sembrano focalizzare la propria attenzione soprattutto sulle violazione dei diritti umani, ignorando che proprio la dottrina del responsability to protect, è il motore delle ultime tre guerre (Iraq, Libia, Siria). I sostenitori di tale linea usano i diritti umani per fare tabula rasa di interi per poi ricostruirli ‘democraticamente’. In realtà come abbiamo vista con Libia, Iraq e Siria la volontà è quelli di depredarli delle loro ricchezze. Il compito di portare la democrazia con le armi è sostenuto finanziariamente anche da Ong, lobby e fondazioni mondiali (come Open Society etc.).
Le associazioni che hanno promosso il sit-in hanno abbracciato in toto le linee guida promosse degli amici della Siria, un collettivo diplomatico internazionale convocato periodicamente sul tema della Siria al di fuori del Consiglio di Sicurezza, che mina la sovranità del paese e l’autodeterminazione del popolo siriano.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]La retorica ‘umanitaria’ e la posizione leale da intraprendere[/su_heading]

La denuncia dei vescovi mediorientali, come quelle del vescovo cattolico di Aleppo, mons. Abou Kazen (e prima, il vescovo emerito di Aleppo mons. Giuseppe Nazzaro), sulle dinamiche in atto in Aleppo ed in Siria sono chiare: la popolazione non è stata colpita da una pubblica calamità , da un terremoto o altro evento catastrofico naturale  a cui non è possibile contrapporsi. I siriani stanno subendo un’aggressione esterna che si giustifica con i motivi umanitari. I media cattolici bisognerebbe che ergessero barricate per difendere la Siria come casa propria, ingaggiando una battaglia di informazione e di verità.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]Importanza delle scelta delle fonti[/su_heading]

L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), fonte dei ribelli con sede in Londra, è la fonte scelta di quasi tutte le notizie provenienti dalla Siria. L’Ondus riceve i finanziamenti del governo Britannico e dalla Uione Europea. Anche  i media cattolici attingono gli aggiornamenti dai report forniti dall’Ondus.  che fa riferimento ad una rete di ‘comitati locali’ di ‘ribelli’ in Siria. Inoltre, non si può ignorare di accordi come quello che lega Ansa  ad al Jazeera in Qatar (Ansa e la Qatar News Agency hanno firmato il 18 settembre 2012 a Roma un accordo per lo scambio di informazioni).

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]La manifestazione di Roma: un guscio vuoto al servizio del potere delle lobby[/su_heading]

Alcuni amici affidabilissimi si sono preoccupati di presenziare a tutta la manifestazione di Roma del 2 settembre. Ebbene questo è un breve resoconto:Alla manifestazione nazionale #stopbombeinsiria c’erano esattamente 18 persone (in rappresentanza di 25 associazioni: una media di 0,72 persone per associazione). In compenso, ça va sans dire, tutti i media mainstream (il Corriere, di Tg2, Sky)  nonchè Radio-Vaticana  si sono precipitati a celebrare questa iniziativa che, sostanzialmente, chiedeva per la Siria una No Fly Zone e, quindi, la salvaguardia dei ribelli siriani moderati. Radiovaticana ha fornito la copertura dell’evento, al link qui di seguito il servizio: http://it.radiovaticana.va/news/2016/09/02/a_roma_un_sit_in_per_chiedere_stop_alle_bombe_in_siria/1255336

Siccome queste associazioni sanno anche fare benissimo lobby (sempre in ore ufficio), la manif era perfettamente inutile: sono già ricevuti da governo e parlamento ‘tutti i giorni’. Del resto, pare che qualcuno degli impiegati si sia affrettato a spiegare (data la scarsità delle adesioni in termini di riscontro popolare), “è una conferenza stampa non una manifestazione” (excusatio non petita…)”.  Il relatore della manifestazione è stato l’attivista pro rivoluzione, Shady Hamadi.
La manifestazione è stata ripresa anche al TG2 il giorno 2 settembre delle 8,30. Il contenuto del servizio non è stato nient’altro che accuse al “regime” di Assad di bombardamenti indiscriminati sui civili e sparizione di decine di migliaia di persone. Ha concluso il ministro degli Esteri Gentiloni che ha ribadito la necessità di un “governo di transizione” che mandi via Assad
E’ evidente che ben altro tipo di testimonianza andrebbe sostenuto: ecco la testimonianza di una suora di Aleppo: ritorno da Aleppo
[su_panel]Il problema, non sono solo i cittadini italiani più o meno lobotomizzati ma le lobby che li ‘educano’, ed indirizzano in una certa direzione, compreso le istituzioni che a loro volta rispondono a lobby europee e mondiali. [/su_panel]

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″]Il sit-in ha dato la chiave d’accesso ad un evento che fornirà una chiave di lettura falsa proprio all’interno della Chiesa usando l’autorevolezza del Papa.[/su_heading]
Al sit-in è stato deciso di fare anche un ulteriore passo. Si riproporranno le stesse idee il 20 settembre ad Assisi, quando sarà presente anche Papa Francesco ed anche il 9 ottobre, quando ci sarà la marcia della pace Perugia-Assisi, momento in cui si valuta saranno presenti almeno 20-30 mila persone. Gli eventi saranno promossi dalla Diocesi di Assisi, dalle Famiglie Francescane e dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con altri movimenti e aggregazioni ecclesiali, con la Conferenza Episcopale Umbra, la Regione Umbria e il Comune di Assisi.

Con il sistema delle ‘scatole cinesi’, scatole vuote, autoreferenziali a quel punto si avranno a disposizione tutti gli stessi strumenti di informazione della Chiesa per  diffondere una volontà pervasiva e sovvertitrice che minerà ancor di più la possibilità della presenza cristiana in Oriente e la pace.
[su_panel]Media come Radio Vaticana o Tv 2000 da strumenti di giudizio e di orientamento cristiano a propaganda dell’Arci & C..
E’ un esempio da ‘manuale’ di come da un evento o una disattenzione, un mancato giudizio, si possa creare  dal nulla dentro la Chiesa un movimento contrario alla cattolicità.  Il giudizion sarà sostituito con quello che coincide con il movimento di opinione auspicato dalle lobby, le stesse che pagano fior di quattrini per le campagne pro gender, pro aborto, contro la famiglia e contro la Chiesa.
Troveranno superato la prima frontiera: le praterie.[/su_panel]

Vietato Parlare

 

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