AfD è il partito del precariato

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Una recente analisi sul voto del 24 settembre condotta dalla prestigiosa fondazione Bertelsmann (disponibile qui) conferma quello che in parte già sapevamo: AfD è il partito del precariato e del ceto medio piu’ basso minacciato dalla globalizzazione e diffidente nei confronti del progetto europeo. Gli elettori di AfD non sono dei pericolosi razzisti o xenofobi ma dei cittadini alquanto arrabbiati per le loro condizioni economiche e sociali. Un articolo sui risultati dello studio da Junge Welt

afd demo
La Fondazione Bertelsmann in una sua recente pubblicazione propone una possibile spiegazione del risultato elettorale del 24 settembre. Invece delle tradizionali distinzioni fra destra e sinistra, in Germania “la nuova linea di conflitto sarebbe fra gli scettici e i sostenitori della modernizzazione”, scrive la Fondazione in uno studio pubblicato venerdì scorso. Il documento dal titolo “Elezioni popolari – mobilitazione e contro-mobilitazione dei ceti sociali alle elezioni federali del 2017” è sicuramente degno di nota. L’indagine post-elettorale è stata condotta dall‘istituto di ricerca sociale YouGov per conto della Fondazione Bertelsmann su un campione rappresentativo di 10.000 cittadini. Lo studio si basa anche sui dati delle circoscrizioni elettorali di Infratest-dimap.
L’autore dello studio Robert Vehrkamp spiega che il successo elettorale di AfD non puo’ essere essere considerato solo come un fenomeno del’est. Invece della tradizionale suddivisione regionale, in Germania ci sarebbe una nuova linea di conflitto fra i diversi ambienti sociali, cosi’ scrivono il responsabile del programma di ricerca della Fondazione Bertelsmann e gli scienziati del Wissenschaftszentrum Berlin (WZB).
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I ricercatori hanno analizzato il comportamento elettorale dei diversi ambienti sociali. Questi sono stati suddivisi in diversi gruppi, ad esempio “l‘ambiente precario”, “l’ambiente tradizionale” oppure “l’ambiente liberal-intellettuale”. Nel precariato, caratterizzato da condizioni di lavoro e di vita insicure, il 28% dei voti è finito ad AfD. In questo ceto sociale AfD ha registrato un incremento del 18% attestandosi come il partito piu’ forte. A perdere voti in questo ambiente sociale sono stati soprattutto la Linke e i socialdemocratici. La Linke ha ottenuto il 14% delle preferenze (-6%) mentre la SPD è riuscita a conquistare per sé solo il 18% dei precari subendo una perdita di 7 punti percentuali.
Anche nel cosiddetto “centro della società” AfD ha guadagnato molti consensi registrando una crescita del 15%. In totale in questa fascia di elettori ha raggiunto il 20%. Fra questi elettori, caratterizzati da un reddito medio, sembrerebbe essere molto diffusa la paura del declino sociale. L’Unione (CDU-CSU) in questo ambiente sociale ha invece perso 15 punti percentuali.
Nel complesso si puo’ constatare, secondo lo studio, che fra gli elettori dell’Unione, della SPD, della FDP, della Linke e dei Verdi c’è una maggioranza di sostenitori che si pongono in maniera positiva nei confronti della “modernizzazione” della società. Gli “scettici della modernizzazione”, secondo Verkhamp, guardano alla globalizzazione con una certa preoccupazione. Inoltre vedono nell’integrazione europea piu’ rischi che opportunità e temono una perdita di sicurezza causata dall’atomizzazione della società e della dissoluzione delle forme di vita tradizionali.
Non è privo di implicazioni il fatto che questa fondazione, di orientamento neoliberista, con le sue definizioni consideri alcuni processi “moderni” oppure “progressisti”, quando in realtà si tratta di fenomeni che potrebbero essere considerati come un passo indietro per lo sviluppo sociale. Fra questi ci sono sicuramente gli accordi di libero scambio TTIP e CETA, riconducibili al concetto di globalizzazione. AfD respinge questi accordi come del resto fanno molti elettori della SPD, dei Verdi e della Linke. Per gli elettori di destra tuttavia ad essere decisiva non è stata l’erosione degli standard sociali e ambientali, piuttosto la loro fondamentale avversione al partner commerciale americano.
Le conclusioni dello studio affermano che AfD si è inserita negli spazi sociali lasciati vuoti dai partiti tradizionali, sia nelle classi meno abbienti che nel ceto medio inferiore. I grandi partiti negli anni passati si sono occupati troppo poco di questi elettori. AfD tuttavia non è stata in grado di mettere in campo un programma politico e sociale “che possa adattarsi alle preoccupazioni di questi elettori, piuttosto si è affidata ad una campagna populista e di destra contro i rifugiati e i migranti”.
Guardando allo studio è possibile ipotizzare che AfD in futuro potrebbe addirittura rafforzarsi, soprattutto se non facesse affidamento solo sui temi piu’ razzisti ma se ad esempio promettesse di redistribuire anche un po’ di risorse. Ci sono già esempi simili in altri paesi dell’UE. Ad esempio il Front National francese non solo si batte contro gli immigrati, ma chiede anche una riduzione dell’età pensionabile e un aumento di alcuni benefici sociali. Per AfD, data la forte influenza esercitata dell’ala neoliberista, al momento richieste simili sono difficili da immaginare.

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