Una suora uccisa nel contesto delle proteste dopo che Benedetto XVI era stato accusato di aver criticato l’islam in un discorso pronunciato a Ratisbona (Germania) verrà beatificata questo sabato.
Suor Leonella Sgorbati è stata uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio (Somalia), dove lavorava in un ospedale infantile. Aveva 65 anni e svolgeva la sua missione in Africa da trentacinque, cinque dei quali in Somalia.
È stata uccisa a colpi di arma da fuoco dopo aver lasciato l’ospedale, mentre stava tornando al suo convento, distante appena pochi metri. I malviventi hanno assassinato anche la sua guardia del corpo e autista, Mohamed Osman Mahamud, padre di quattro figli.
Anche se la sua morte è avvenuta sulla scia del discorso di Ratisbona, molti musulmani in Somalia l’hanno condannata, riconoscendo il servizio svolto dalla religiosa dal 2001.
Secondo le Missionarie della Consolata, le sue ultime parole sono state: “Perdono, perdono, perdono…”
La domenica dopo la sua morte, Benedetto XVI l’ha menzionata nel suo discorso prima di guidare la recita dell’Angelus a mezzogiorno:
“Ad alcuni è chiesta talora la suprema testimonianza del sangue, come è accaduto pochi giorni fa anche alla religiosa italiana Suor Leonella Sgorbati, caduta vittima della violenza. Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola ‘perdono’: ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell’amore sull’odio e sul male”.
La Somalia era coinvolta in un conflitto più ampio per via di decenni di governo traballante, come riconosceva la stessa suor Leonella: “C’è una pallottola con scritto il mio nome e e solo Dio sa quando arriverà, ma finché non arriva resterò (in Somalia)”, aveva detto in un’intervista televisiva in Italia nel marzo 2006.
Suor Leonella è stata riconosciuta martire da Papa Francesco nel novembre 2017.
Ratisbona
Pur se attribuibili a un radicale fraintendimento, le proteste che hanno circondato il discorso del Papa a Ratisbona sono diventate una delle questioni più memorabili del suo pontificato.
Benedetto XVI ha compiuto vari sforzi per chiarire la situazione, anche rivolgendosi agli ambasciatori presso la Santa Sede dei Paesi a maggioranza islamica il 26 settembre 2006, pochi giorni dopo la morte di suor Leonella.
In quell’occasione ha detto ai diplomatici che stava portando avanti l’opera di Giovanni Paolo II, ancorata nel contesto del Concilio Vaticano II: “Auspico vivamente che i rapporti ispirati a fiducia, che si sono instaurati da diversi anni fra cristiani e musulmani, non solo proseguano, ma si sviluppino in uno spirito di dialogo sincero e rispettoso, un dialogo fondato su una conoscenza reciproca sempre più autentica che, con gioia, riconosce i valori religiosi comuni e, con lealtà, prende atto e rispetta le differenze”.