DI MARCO GIANNINI comedonchisciotte.org
La carta stampata italiana è alle corde ma è riuscita in un intento: non potendo modificare il significato degli articoli della Costituzione, in quanto scritti, ne ha alterato il senso, ha distorto la percezione di essi in una fetta consistente di cittadini ripetendo, ripetendo (Goebbels) una sola versione (quella sbagliata), quella secondo cui Mattarella può e anzi deve scegliere il Governo, porre veti e imporre diktat su questo o quel nome nei Ministeri chiave.
In pedagogia, come nelle Scienze della Comunicazione, il senso è quindi qualcosa di più vasto del significato, va oltre la definizione nei vocabolari, è perfino intimo, perciò le tecniche finalizzate all’impossessarsi del “sentire comune” (delle nostre emozioni) sanno di potervi incidere.
E’ di una evidenza sconcertante che i diktat siano tutti presidenziali, lo dimostrano i fatti riportati, eppure sui giornali viene raccontato il tutto a tinte opposte: al cospetto dell’ennesimo stravolgimento della Costituzione, nata dalla Resistenza, Di Maio e Salvini vengono fatti apparire, mediante un codice comunicativo estremamente sottile, come “caciaroni” (sì anche dal FQ cosa credevate?) ed in quanto italiani, irrispettosi perfino rispetto alle proprie Istituzioni.
Non credo serva scomodare il Presidente del Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura ed ex Presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida (e la sua recente intervista) per chiarire che Mattarella non possa scegliere il Governo ma “lo nomini su proposta” del Presidente del Consiglio incaricato. E’ il “premier” quindi (e ci mancherebbe altro) a dover scegliere il proprio Governo in quanto rappresentante e sintesi del voto cittadino.
Il Presidente della Repubblica, è vero, può esprimere osservazioni contrarie, ma alla fine non si può impuntare, non può rifiutare un Ministro impedendone la nomina, non gli è consentito sostituirsi alla Democrazia (che alcuni giornalisti hanno definito in modo scandaloso addirittura “unguento” www.ilsecoloxix.it/p/italia/2018/05/25/ACGtUb1D-irritazione_mattarella_presidente.shtml) espressa il 4 marzo.
Dopo il dettato imposto (pare) da Mattarella a Conte qualche giorno fa (e dettato significa proprio dicktat!), è del tutto comprensibile che si generi sfiducia in Salvini e Di Maio: la Costituzione vieta al PdR in quanto super partes, l’indicazione di indirizzi politici (geopolitici e politico economici in primis).
Bene ha fatto Di Battista a farsi sentire, male fa Fico a rielaborare i fatti restituendoli alla vulgata in altra forma, magari per ambizione personale o per aprirsi spazi verso l’Ancien Regime.
Il ferro è stato scaldato ed in perfetto orario, profittando del caos e dello smarrimento dei cittadini elettori, giunge il soccorso interessato della stampa estera, in primis tedesca, la quale, come un retrovirus, cerca di inserire nella mente, magari degli italiani più anziani ma anche dei teutonici, il messaggio virale “italiani colpevoli e scrocconi”.
Uno degli strumenti più noti di colonizzazione è l’agire sul substrato preventivamente, a livello ideologico, scalfire il senso patriottico (che è inclusivo e non va confuso col nazionalismo); per questo mentre la Germania fa esclusivamente i propri interessi noi italiani risultiamo disorientati.
Ciò avviene senza che la nostra principale Istituzione abbia un moto di orgoglio (Senso dello Stato) e rispedisca al mittente offese tipo “siete peggio degli accattoni”.
Forse servirebbe un Giorgio Gaber al posto di Mattarella (mi sia consentito e nel massimo rispetto).
L’Istituzione invece è impegnata a fare l’opposto, affiancata dalla fanfara di un PD (ma anche LeU e simili) che 40 anni fa era composto da compagni come mio nonno mentre adesso da “Bank-ompagni” liberal-chic.
Prima veniva raccontato che Mattarella avesse fretta (di piazzare un altro Monti come Cottarelli, o come Salvatore Rossi o come Pajino?), adesso pare gli sia stranamente passata e sia “irritato”: non siamo una Repubblica Presidenziale se ne faccia una ragione (peraltro lì si dovrebbe far votare per essere eletto).
In realtà sono solo barzellette proiettate nella mente delle persone, stereotipi da inculcare a scopo propagandistico.
Non è mai accaduto nella storia della Repubblica che esponenti politici italiani cercassero di decidere i Ministri in Germania eppure chi ci dovrebbe difendere, davanti agli occhi di tutto il mondo, permette l’opposto (perfino offese cariche di cieco odio) ed impedisce che si formi un Governo democraticamente eletto.
Tutta questa situazione dimostra una volta per tutte che se tra i paesi europei non c’è stata una guerra militare lo si deve alla NATO, l’eurocrazia ha invece generato ed acuito diverse tensioni.
Non mi stupirei se in nostro soccorso (questa volta finanziario…) giungessero paesi quali gli USA di Trump ed Israele notoriamente più vicine a noi di quanto si creda (soprattutto rispetto ai “parenti” franco-tedeschi) e perfino la Russia.
Questo atteggiamento della stampa tedesca, legata a doppio filo con il potere politico teutonico, oltre ad avere il sapore di una dichiarazione di guerra, ha un contenuto estremamente falso.
Sfido Der Spiegel a pubblicarmi e confutare i miei dati di fatto.
L’Italia ha un debito estero (cioè verso il mondo) inferiore a quello tedesco e più o meno pari se rapportato al PIL (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-05-13/perche-debito-italiano-e-sostenibile).
Prima della moneta unica era ancor più trascurabile (15%) ed è proprio a causa dei vantaggi pro Germania, insiti nella moneta unica (di cui abbiamo già detto, vedasi il rapporto di ingresso a 990), se questo trend si è invertito.
(La Grecia, citata a spropostio da Der Spiegel, aveva un debito estero monstre rispetto al PIL e partite correnti drammatiche).
Der Spiegel quindi quando chiama in causa l’evasione fiscale nostrana mente a dichiarare “paghiamo noi” perché chi paga l’evasione in Italia sono gli stessi italiani; tale criticità è peraltro causata dalle grosse corporation, solo l’8% è dovuta alle PMI (spesso di sopravvivenza) che la Germania mira a polverizzare sul nostro suolo.
L’Italia per il resto è indebitata verso se stessa e quindi (ovviamente) è anche accreditata verso se stessa e la sommatoria fa zero.
Per quanto riguarda la “stabilità” siamo l’unico paese in avanzo primario da anni e anni, abbiamo spesa pubblica in beni e servizi perfettamente allineata alla UE ed una bilancia commerciale (coi suoi difetti) in attivo, la migliore garanzia economica che ci possa essere.
La Germania in questo campo, da quando c’è l’euro, non la batte nessuno ed infatti viola costantemente il TFUE esportando oltre i limiti del consentito ed in tal modo munge non solo l’Italia ma anche Cina e Usa (per non citare di nuovo la questione del rapporto di ingresso Marco/Lira a 990).
Una vera e propria guerra commerciale quella tedesca motivo per cui Der Spiegel prima ci offende ma in modo estremamente ridicolo, lavora sotto traccia perché restiamo dentro… “italiani brutti brutti, ma rendono!”.
“Germania scroccona!” verrebbe da dire.
Il QE che per i tedeschi è un regalo di Draghi all’Italia, in realtà è stato attuato (pure quello) secondo dei criteri “merkeliani” cioè proporzionalmente alla dimensione economica di Germania, Italia, Francia ecc, quindi in valore assoluto sostiene di più i tedeschi e in termini relativi non avvantaggia nessuno.
I tedeschi ed i bankompagni italici, quando viene sollevato questo tema, enfatizzano lo “spread” e lo spauracchio dei Titoli di Stato; ricordo loro che se non avessimo messo la nostra Banca Centrale praticamente in mano germanica, questo problema (puramente finanziario e speculativo), non si porrebbe unitamente al fatto che abbiamo partite correnti invidiabili e conti pubblici a posto.
Fuest è arrivato a minacciare di bloccare il QE per l’Italia (per la gravissima colpa di voler esser libera di decidere il proprio Ministro dell’Economia) ma gli ricordo che la Germania non dispone di questo potere a meno che non scelga di gettare la maschera rivelando il segreto di Pulcinella e cioè che tutta l’UE-M è una loro creatura spacciata per “Europa”.
Quando i media da “cani da guardia della Democrazia” risultano veri e propri “Dobermann del sistema” significa che la posta in gioco è alta, che ci sono molti quattrini di mezzo, che siamo in presenza di una colossale corruzione internazionale pari ad una enorme discarica in cui siamo stati gettati dai nostri governanti; quando insistono in comportamenti di questo tipo i media, notoriamente, preparano il terreno ad azioni contrarie alla legge al fine di renderle assimilabili per la popolazione.
Nessuno dimentichi l’assassinio di Falcone, non ci scordiamo di come la carta stampata lo avesse deriso ed oltraggiato per mesi, arrivando perfino ad insinuare che si creasse gli attentati da solo. Una volta isolato è stato comodamente assassinato; immediatamente i media sono corsi al “riparo” con proverbiale e tipica sfrontatezza.
Falcone aveva scoperto, pare con l’aiuto degli USA, qualcosa di così grosso da esser diventato scomodo: “Segui i soldi” (Cit).
Concludo quindi denunciando la presenza in questo paese di una casta Establishment-Stampa sprezzante della Costituzione, sempre abile a citarla ipocritamente ai convegni, per poi forzarla all’occorrenza e quando ci sono soldi in ballo: JP Morgan, la mega banca multinazionale, sentenziò “le Costituzioni socialiste devono essere eliminate” in nome della finanza globale (fui il primo in assoluto in Italia a far notare l’immediata obbedienza di PD e Forza Italia a questi poteri inviando email perfino ai Parlamentari pentastellati), motivo per cui quando c’è da combattere i massimi sistemi molte “penne” sono in prima linea ma quando poi viene individuato il nucleo principale del cancro da estirpare “muoiono democristiani”.
ps: Beppe Grillo batti un colpo.
L’articolo Caro Der Spiegel gli scrocconi siete voi! Vi sfido a pubblicarmi e, se riuscite, a confutare i dati di fatto. sembra essere il primo su Come Don Chisciotte – Controinformazione – Informazione alternativa.
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