dal blog di Alberto BAGNAI
Di ritorno da Pontida, seduti in Freccia Rossa, Claudio mi dice: “Ma hai visto questo post di Lorenzo Marchetti?” E io: “Chi? Il mio lettore?” E lui: “Sì, è lui: dovresti leggerlo perché dice delle cose giuste…”.
Obbedisco (a Claudio si obbedisce), e in effetti trovo che l’analisi di Lorenzo sia per molti versi condivisibile. Ovviamente non lo è quando si avventura nelle solite minchiate da epistemologo della domenica (tipo: “io ho capito cos’è l’economia”, “l’economia non è una scienza”, e similari). Resta pur sempre austri-ano.
Tuttavia, il fatto che Salvini sia, come lui dice, semplicemente un uomo coraggioso che ha studiato, corrisponde a quello che io ho visto e vedo coi miei occhi. La sconfitta della sinistra, in altri termini, è una sconfitta in primo luogo culturale (ignoranza) e in secondo luogo etica (pavidità). In quanto tale è una sconfitta profonda, secolare, come del resto era emerso dal lavoro fatto qui lungo tanti anni. Ma questo lo sapete e lo avete tante volte constatato anche voi, qui, o nelle vostre esperienze quotidiane, comprese quelle che avete voluto condividere con me.
E, aggiungo, il post di Lorenzo, che certamente non è assimilabile a un pensiero progressista (gli austri-ani, per capirci, sono quelli secondo cui la moneta trae il proprio valore dalla scarsità: vorrebbero cioè che la gestione dei biglietti di banca mimasse quella del metallo prezioso, la cui disponibilità, come sapete, è limitata dall’esplosione delle supernovae – le altre stelle nascono come idrogeno e muoiono come carbone – con l’unico risultato di riuscire a produrre a intervalli regolari delle simpatiche esplosioni di supernovae finanziarie – la prossima è dietro l’angolo), il post di Lorenzo, dicevo, è in qualche modo una conferma di una diversa tempra etica che caratterizza il pensiero conservatore.
La sinistra, così come sta emergendo nel dibattito mediatico, è il regno dello gnè gnè gnè, del rancore meschino, o della demagogica, deamicisiana mozione degli affetti (da “Franti, tu uccidi tua madre!” a “Salvini, vuoi morti i bambini!” il passo è breve, anzi: nullo. La stessa moralità scipita, un tanto al mazzo, in funzione di strumento di controllo sociale, cui da sempre ci hanno abituato gli utili idioti della finanza).
Lorenzo, invece, nonostante abbiamo litigato aspramente, a causa del profondo dissidio ideologico e metodologico che ci separa, non porta rancore e mi riconosce il ruolo che ho avuto nel contribuire anche alla sua, di crescita intellettuale, oltre che a quella di persone più rilevanti di me, e di lui.
Credo che sia anche perché, in fondo, lui, come altri (tutti e soli quelli il cui spessore etico permetteva loro di arrivarci), hanno capito che il mio modo personale di affrontare il dibattito con voi, quando il tempo mi permetteva di farlo, oltre a essere un ovvio segno di disponibilità (il tempo dedicato a voi era sottratto ad altro), era anche un segno di rispetto, e in qualche modo di affetto. Ho litigato molto con Lorenzo, e sicuramente ci litigherò di nuovo, ma litigo con voi come si litiga con le persone cui si vuole bene. E questo, se non lo aveste capito, non sareste qui. Questo è goofynomics.
(…p.s.: e comunque, l’astrofisica non è una scienza…)
(…l’etica invece sì. Ha delle regole inflessibili, e la prima è che il coraggio fa paura. Dimostrazione qui. E quando queste parole sono state dette, io c’ero, anche se un po’ in disparte, lontano dal palco, a perculare una serie di bloccati…)
[ad_2]