L‘establishment in questi giorni cerca qualsiasi cosa per giustificare la guerra. Forse se noi occidentali non avessimo destabilizzato tutta l’area infischiandocene della sicurezza condivisa, molto probabilmente non ci troveremmo a questo punto.
È singolare che in queste ore gli USA pretendano spiegazioni e scuse sull’incidente mentre, in realtà, è la Russia che ha permesso all’Occidente di oltrepassare così tante linee rosse. Washington sembra si dimentichi che da 8 anni invia armi in Ucraina e che molti dei paesi che inviano armamenti a Kiev abbiano sottoscritto il trattato di Budapest, il quale avrebbe dovuto impedire l’esercizio di pressione politica sull’Ucraina (quindi anche quello occidentale/Maidan) in cambio della neutralità, o quello finlandese (neutralità).
Ma perché la Russia ha lasciato che si superassero così tante linee rosse? Perché ha lasciato che l’Occidente si spingesse così lontano, fornendo armi in tempo di guerra che qualsiasi persona normale interpreta come una cobelligeranza? Il ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbock lo ha detto addirittura esplicitamente “noi siamo in guerra con la Russia“! La risposta è molto semplice.Perché la Russia – anche se ovviamente è il paese invasore – ha fatto di tutto per evitare questo conflitto e continua a fare di tutto per evitare una terza guerra mondiale! Secoli di storia e di guerre le danno la saggezza che non ha senso minacciare i cobelligeranti che riforniscono di armi il nemico, almeno fino a quando essi non saranno disposti a mettere in atto una minaccia diretta.
Attacchi simili a quello accaduto tra il Su 27 russo contro il drone USA MQ 9 Reaper, sono avvenuti in epoca sovietica
In realtà, la modalità con cui è accaduto l’incidente non è insolita: durante la Guerra Fredda, i russi hanno scaricato parecchie volte carburante sugli aerei statunitensi intrusi. E, nel 1988, nel Mar Nero ci fu l’incidente della USS Caron in cui una nave statunitense fu “leggermente” speronata da due navi sovietiche.
La versione ufficiale è plausibile. il carburante scaricato entra nella presa d’aria del turboelica del drone; il motore supera la velocità di regime e diventa difficile da controllare; l’elica vola via a causa della velocità eccessiva e delle forze centrifughe.
Tuttavia, sebbene esista una versione ufficiale (ma finora non è stato mostrato alcun video) la dinamica potrebbe essere stata differente. L’aviazione russa potrebbe aver colpito il MQ-9 Reaper con misure elettroniche (EW) e potrebbe aver bloccato o eliminato le sue comunicazioni. Sarebbe tecnicamente possibile bloccare il segnale di casa dell’MQ-9 e farlo volare in mare. Quando gli iraniani in una precedente occasione, lo hanno fatto (catturando il drone intatto), hanno utilizzato la tecnologia russa EW / anti-drone per farlo. Perché i russi non potrebbero?
Segnale chiaro
In tutti i modi, non si tratta neanche di un incidente: è un segnale lanciato agli Stati Uniti. Probabilmente la situazione sta mutando e da qui in poi, la remissività potrebbe cessare e potremmo vedere colpire obiettivi NATO, in una moltiplicazione di questi ‘incidenti’.
Gli Stati Uniti sono già in una guerra non dichiarata, attivamente impegnati nelle operazioni sul suolo ucraino, armano la fazione ucraina e, nello stesso tempo, piangono le loro vittime. Ovviamente, non si tratta di spettatori innocenti: il governo statunitense stesso ha a che fare con lo svolgersi degli eventi fino dal Maidan, che ha sostituito il governo democraticamente eletto di Yanukovich e sostenuto l’uccisione di cittadini ucraini di etnia russa per ben 8 anni (2014-2022).
C’è chi vorrebbe il ‘Casus belli’ ma come si dice, chi è senza peccato ….
Il senator Lindsey Graham ha chiesto una dichiarazione immediata di guerra:
Ma il più grande divertimento nei blog russi ora è pubblicare una storia su “fonti di intelligence anonime” le quali affermano che è stato un gruppo di ucraini a far cadere il drone. “Hanno noleggiato un pallone in Romania, hanno lasciato cadere il drone e sono volati via”.
Sì, succede anche questo… ma la giustificazione presentata dalla parte russa è molto chiara: il drone statunitense volava senza trasponder acceso e su una rotta proibita.
Nessun transponder significa che gli Stati Uniti stavano facendo attività di intelligence e sondavano la rete di difesa aerea russa. Inoltre, l’area dove si trovava il drone era a 15Km della Crimea, zona in cui è stato diffuso un NOTAM ancora in vigore per l’operazione Speciale russa; questo significa che la zona è interdetta a qualsiasi sorvolo da parte di qualunque velivolo straniero.
Ricordo che l’Iran ha abbattuto questo stesso tipo di drone attorno allo Stretto di Harmuz nelle stesse circostanze. In quell’occasione gli USA, poco dopo aver perso il drone a causa di missili antiaerei iraniani, hanno effettuato un attacco di ritorsione che ha provocato la morte di oltre 100 iraniani, più di 100 persone perché hanno abbattuto il un drone senza pilota statunitense che si stava comportando in modo provocatorio.
“Chiediamo ai russi di comportarsi in modo professionale e sicuro”, ha chiesto il USAF Gen Hecker.
Direi che tutte le condizioni sono state rispettate: gli aerei russi hanno abbattuto un aereo nemico utilizzato per raccogliere informazioni che avrebbero ucciso i russi, quindi lo hanno fatto in maniera professionale, sono tornati illesi alla base, anche in questo caso “in modo sicuro”.
Segnalazione (non verificata) di un altro drone USA perso
In chiusura apprendo della notizia non verificata di un altro drone statunitense improvvisamente scomparso. Lo riporta la fonte telegram “Donbass Devushka”
“Sembra che un drone RQ4 Global Hawk di sorveglianza statunitense, nominativo “FORTE10” sia scomparso alle 8:40:58 CET (Central European Time). Il drone ha volato entro 18 miglia nautiche dalla costa russa. Stava navigando a un’altitudine di 52k piedi.
Viene da chiedersi se non sia stato inviato alla ricerca di tracce dell’MQ9. Se rimane mancante, ci si potrebbe chiedere ulteriormente se non sia stato anche abbattuto, ed entrambe le parti hanno deciso di seppellire il secondo incidente: 18miglia sarebbe una palese violazione dello spazio aereo.