Attualità

Accordo di Sochi tra Putin ed Erdogan: un altro passo per restaurare l’integrità della Siria

Il presidente turco Recep Erdogan ha ceduto la maggior parte dell”’autonomia curda” alla Siria tramite Vladimir Putin. Erdogan rivendicava una regione del confine turco-siriano che si estendeva per oltre 400 chilometri con decine di grandi città sotto il controllo dei curdi. Ha pianificato di catturare questo territorio per reinsediare più di due milioni di rifugiati siriani dalla Turchia. Il 17 ottobre con il vicepresidente americano Mike Pence ad Erdogan era stata concessa dagli USA questa vasta area. Ma dopo i negoziati con Putin il 22 ottobre, Erdogan ha accettato di trattenere solo un tratto di quel territorio corrispondente a meno di 100 chilometri e comprendente solo due città che sono riuscite a catturare le sue truppe dall’inizio dell’operazione contro i curdi. Quasi tutto il territorio che era sotto amministrazione autonoma curda (un qusi stato) passerà sotto il controllo del governo siriano e della polizia militare russa. L’aggiornamento che segue è dell’analista Stefano Orsi che svela anche un importante retroscena.

Accordo di Sochi di Stefano Orsi

Si è concluso il vertice tra i presidenti di Russia e Turchia, Putin ed Erdogan, molto più lungo di quanto ci si attendesse.
Il testo concordato riduce enormemente le pretese turche riguardo i territori del nord della Siria.

Sostanzialmente vengono congelati i fronti, che restano sulle attuali posizioni, pertanto le principali città, Kobane, Manbij, Qamishli, non verranno attaccate dalle milizie jihadiste ne dall’esercito turco.
Verranno presidiate da forze russo siriane o solo siriane, mentre le milizie YPG dovranno allontanarsi dal confine di almeno 30 Km.

Naturalmente se dovessero essere arruolate ed integrate nell’esercito siriano o nelle NDF non sarebbero più milizie YPG e potrebbero restare in zona.
Chiaramente, il dato più significativo è che tutta la popolazione civile sarà in salvo e potrà restare, salvo gli sfollati dei settori già occupati, nelle proprie case.
Gli accordi si estendono anche ai settori di Manbij e di Tal Rifat.

Pattuglie congiunte russo turche, vigileranno sui confini in un settore di 10 Km d profondità nell’interno.
La sicurezza turca quindi verrà assicurata, e anche la sicurezza della popolazione civile da attacchi jihadisti.

Questo per il lato bellico della vicenda,
Ora veniamo ad un altro aspetto.
Il Ministro russo Lavrov ha detto apertamente che quanto assicurato dagli USA alla Turchia per loro non ha nessun valore.
Terzo fattore, la sicurezza economica.

A quanto ci è stato permesso di capire, in un protocollo dell’accordo viene stabilito il collegamento delle banche turche al sistema di trasferimento di messaggi finanziari russo (SPFS), analogo dello SWIFT americano.
Se le informazioni saranno confermate, ciò significherà che la Russia non solo avrà garantito la sicurezza della Turchia al confine siriano, introducendo unità di polizia militare, ma avrà anche assicurato la SICUREZZA ECONOMICA della Turchia, collegandola al circuito SPFS e Mir russo.

Ciò è particolarmente importante a causa delle recenti dichiarazioni di Trump, che ha minacciato di far crollare l’economia turca.
Per l’ SPFS russo, la connessione della Turchia significherebbe invece, il suo riconoscimento mondiale, ciò consentirebbe al circuito, di svilupparsi rapidamente nei mercati internazionali.
Questo accordo apparirebbe , dalle prime impressioni, più solido e credibile di quello promesso da Trump, ma la garanzia di vedere salve le città principali del nord della Siria non è cosa da poco.

L’esercito siriano intanto è arrivato fino al confine con la Turchia anche presso il settore di Ad-Darbasiyah ed anche questo è un tassello importante per controllare il confine.
Chiaramente chiunque dotato di buonsenso non si fiderebbe di Erdogan, ma l’adesione ad un sistema di tutela e difesa economica, serio ed alternativo a quello made in USA, garantisce sicuramente il Presidente turco nell’avere un’arma per controbattere ad eventuali altri attacchi speculativi contro l’economia di Ankara. Questa è una base solida a garanzia del futuro impegno turco nel mantenere la pace.

Se dovessero apparire ulteriori approfondimenti e contenuti o rettifiche, ve ne daremo notizia e spiegazione.
Questo accordo rappresenta anche un grosso vantaggio per la Siria perchè vede pienamente riconosciuto il suo ritorno nei territori prima occupati dagli USA per tramite di milizie poi abbandonate, Curde ed SDF.

Il nodo dei territori a sud di Hasakah però ora torna di preponderante importanza, così come la Sacca di Idlib, che non rientra in nessuna parte resa pubblica di questo accordo.
La visita di oggi del Presidente Assad al fronte a nord di Hama, assume alla luce di tutto ciò un significato chiaro.
Stefano Orsi
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ringrazio l’amico Ennio Bordato per la traduzione
MEMORANDUM SULLA COMPRENSIONE RECIPROCA TRA LA FEDERAZIONE RUSSA E LA REPUBBLICA TURCA

(Sochi, 22 ottobre 2019)

Il presidente della Federazione Russa V.V. Putin e il presidente della Repubblica di Turchia R.T. Erdogan hanno concordato quanto segue.

1. Entrambe le parti ribadiscono il loro impegno a mantenere l’unità politica e l’integrità territoriale della Siria, nonché a garantire la sicurezza nazionale della Turchia.
2. Essi sottolineano la loro determinazione a combattere il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e a resistere alle aspirazioni separatiste sul territorio siriano.
3. In questo contesto verrà mantenuto lo status quo esistente nell’attuale area dell’Operazione Fonte di Pace tra Tel Abyad e Ras Al Ain con una profondità massima di 32 km.
4. Entrambe le parti confermano l’importanza dell’accordo di Adana, la Federazione russa contribuirà all’attuazione dell’accordo di Adan in condizioni moderne.
5. A partire dalle ore 12:00 del 23 ottobre 2019 dal lato siriano del confine siriano-turco al di fuori della zona dell’operazione “Fonte di pace” entreranno unità della polizia militare russa e siriana di frontiera. Queste agevoleranno il ritiro delle unità delle Forze di liberazione curde e dei loro armamenti a 30 km dal confine tra Siria e Turchia che si dovranno concludere entro 150 ore dopo le 12:00 del 23 ottobre 2019. Da questo momento inizierà il pattuglie manto congiunto russo-turco ad una profondità fino a 10 km dal confine verso ovest e ad est dell’area operativa “Fonte della pace” ad eccezione della città di Kamyshly.
6. Tutte le unità delle Forze di Liberazione Curde e le loro armi verranno ritirate da Manbij e Tan Rifat.
7. Entrambe le parti prenderanno le misure necessarie per prevenire l’infiltrazione di terroristi.
8. Saranno compiuti sforzi congiunti per facilitare il ritorno sicuro e volontario dei rifugiati.
9. Sarà creato un meccanismo congiunto di monitoraggio e verifica per la revisione e per coordinare l’attuazione del presente memorandum.
10. Entrambe le parti continueranno a lavorare ad una soluzione politica al conflitto siriano nell’ambito del “meccanismo di Astana” e sosterranno le attività del Comitato costituzionale.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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