Aerei italiani in Israele per simulare attacchi contro le forze siriane ed iraniane

Aerei italiani in Israele per simulare attacchi contro le forze siriane ed iraniane

Sarebbe interessante capire cosa ci fa l’Italia nell’esercitazione israeliana ‘Blue Flag-2021‘, visto che questa esercitazione ha come obiettivo di testare la difesa aerea siriana e degli alleati iraniani.

In altri termini, quale pericolo per l’Italia rappresenta la Siria o l’Iran, oppure per la Nato, se si vuol far riferimento all’alleanza alla quale l’Italia aderisce? Questo è proprio difficile immaginarlo, sotto un profilo di difesa del territorio nazionale.

Ovviamente, le nostre forze armate non si stanno preparando ad uno scenario di difesa – come prevede la Costituzione – ma di offesa verso paesi che mai hanno minacciato l’Italia. Sono usate sempre più come uno strumento per suggellare amicizie e collaborazioni da cui trarre profitto.

Data questa evidenza, qualche imbarazzo il nostro Ministero della Difesa deve pure averlo, visto che mentre gli altri paesi partecipanti hanno pubblicizzato l’evento, la partecipazione italiana è avvenuta quasi in sordina. Come se il nostro Stato Maggiore si rendesse conto della situazione alquanto ambigua in cui ci si è ficcati.

D’accordo abbiamo partecipato altre volte a questo tipo di esercitazioni Blue Flag – che si fa dal 2003 -, ma mai si è visto un simile dispiegamento di mezzi  e con la connotazione espressa molto chiaramente nella dichiarazione che vedremo più avanti in questo articolo, da parte israeliana.

Sì, perchè i media israeliani – come ad esempio  il canale televisivo israeliano 9TV –  hanno spiegato molto chiaramente che “i piloti dell’aeronautica israeliana (IAF) e dei paesi alleati si stanno addestrando per aggirare i sistemi di difesa aerea ex-sovietici e russi, ovvero esercitandosi a superare i sistemi missilistici di difesa aerea Cub e Pantsir-C12,  appunto proprio quelli che sono in dotazione delle forze armate siriane.

Da qui il mio rammarico, anche se questo modus operandi in fondo è in linea con la brutta china che abbiamo preso come paese.  L’Italia , nell’ambito delle proprie  alleanze ormai va dappertutto: è andata nel Mar Nero aggressivamente contro la Russia (e non in ambito Nato ma semplicemente perché lo ha chiesto gli Stati Uniti), va nel Baltico con gli F35 “a rafforzare le difese” dei paesi scandinavi contro il “nemico russo”.

Quindi non c’è da meravigliarsi che dopo aver offerto il poligono aereo della Sardegna per far esercitare gli aerei israeliani, ora la nostra forza aerea sia presente ‘amichevolmente’ in Siria, sicura di stare dalla parte giusta della storia, forte tra i paesi più progressisti del mondo.

Ovviamente non sono i militari che mancano di giudizio, ma la nostra politica che ormai non segue più nessuna stella, ma dimostra di andare dove va il vento tira più forte.

Le esercitazioni aeree sono cominciate il 17 di ottobre.

Alle manovre aeree – che hanno come base la base aerea israeliana di Uvda, nel sud del paese (deserto del Negev) – partecipano 100 aerei provenienti da 7 Paesi (Israele, USA, Germania, Italia, Gran Bretagna, Francia, India e Grecia).

Gli aerei hanno svolgono l’esercitazione tramite il nuovo simulatore di guerra elettronica radio Scorpius-T che imita i sistemi missilistici antiaerei S-75, S-125, Kub, Osa e Pantsir-S1 di fabbricazione sovietica/russa. Contro questi sistemi sono stati usati i caccia F-16 del 115 ° e quelli di quinta generazione F-35I Adir.

Le esercitazioni – che si svolgono a poca distanza dalla Siria, costantemente attaccata dagli aerei israeliani, finiranno il 28 ottobre.  Nell’arco del periodo, le squadriglie aeree hanno svolto un volo dimostrativo in formazione che vedete in immagine di apertura che è stato denominato  ‘Wings of History‘ che significa in italiano Ali della Storia, tanto per restare in tema di trionfalismo.

In tema, ecco la livrea con cui si sono presentati gli aerei tedeschi:

aereo tedesco con livrea israelo – tedesca disegnata per l’occasione

Questo è abbastanza anomalo ed unico nel suo genere, gli esperti dicono che l’accostamento di due nazionalità in questo modo non si è visto mai, neanche quando si esibiscono le squadre acrobatiche in un paese ospitante. Tantomeno quando si simula uno scenario di guerra in un contesto, purtroppo, non simulato.

Esplicito riferimento alla Siria ed all’Iran

Viviamo in una regione assai complicata e le minacce allo Stato di Israele dalla Striscia di Gaza, dal Libano, dalla Siria e dall’Iran stanno solo aumentando”, ha dichiarato all’inaugurazione di Blue Flag il comandante dell’Aeronautica militare israeliana, gen. Amikam Norkin.

“Ospitare oggi un’esercitazione internazionale in questa realtà, mentre stanno continuando le nostre attività operative – palesi e coperte – in tutti i fronti, è di un’importanza di massimo valore strategico e ha un enorme impatto sull’Israeli Air Force, sulle forze armate e sullo Stato d’Israele.

Questa esercitazione è rivoluzionaria in termini di tecnologia, qualità d’addestramento e numero delle nazioni partecipanti. Essa evidenzia la partnership e i forti legami tra le forze aeree partecipanti e funge da trampolino di lancio per la cooperazione in ambito regionale e internazionale”.

Nel mirino le installazioni iraniane in Siria

Leggo nelle varie fonti specializzate che durante l’esercitazione sono praticate “azioni per integrare velivoli di 5a e 4a generazione in condizioni di combattimento, interazione nella neutralizzazione della difesa aerea di un nemico simulato, contro l’emergere di sistemi di difesa aerea iraniani nella regione e l’uso più attivo di droni. Per la prima volta alle manovre prendono parte anche: uno squadrone dell’Aeronautica britannica, piloti dell’Aeronautica francese sul Dassault Rafale e piloti dell’Aeronautica indiana sul Dassault Mirage 2000”.

Interessante che nel corso della esercitazione, quattro aerei tedeschi e israeliani hanno sorvolato il Parlamento israeliano. Prima del sorvolo, i comandanti dell’aeronautica tedesca e israeliana Ingo Gerhartz e Amikam Norkin hanno visitato insieme il memoriale dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme, afferma la dichiarazione ufficiale.

E’ rilevante che benché la Blue Flag-2021 fosse stata programmata da tempo, la sua esecuzione cade proprio quando l’Iran – visti i continui attacchi israeliani contro i propri asset presenti in Siria in risposta alla guerra per procura scatenata da paesi del Golfo e Stati Uniti e Turchia – sta costituendo il proprio sistema difesa aerea in Siria aumentando il numero di Bavar-373 e Khordad.

Ovviamente questo comporta – come ha notato il  Jerusalem Post – che il tempo di reazione delle batterie di difesa aerea siriana è diminuito nell’ultimo anno.

Infatti, la rivista la fonte specializzata russa ‘Top Cor’ riferisce che “Teheran sta aumentando il numero di batterie antiaeree SAM nel proprio ATS (rete di rilevamento aerea) per contrastare Tel Aviv. Finora ci sono state informazioni sui tentativi falliti dei sistemi di difesa aerea iraniani di abbattere gli aerei dell’IAF nel cielo siriano”.

Viene anche riferito che l’Iran sta posizionando i propri radar di intercettazione lontano dai lanciatori. L’esercitazione è anche da intendere come scambio di esperienza tra diverse aeronautiche occidentali vista una possibile operazione contro il programma nucleare iraniano (che stava smantellando, almeno fino a prima che gli Stati Uniti non hanno cambiato idea e sono usciti dagli accordi).

E’ evidente che la strategia ‘vincente’ occidentale è prima creare il problema, poi lamentarsi del pericolo imminente  e poi risolverlo vittoriosamente. ovviamente non prima di estenuanti ed inique sanzioni contro il paese attenzionato che, tra l’altro, annichiliscono sempre in termini di democrazia e corruzione il paese colpito, rendendolo spesso più autoritario perchè in situazione di guerra. Questo è un ulteriore elemento, giocato astutamente da quelli degli aerei che ‘fanno la storia’.

Come nel 1855 quando i bersaglieri combatterono contro i russi per conquistare Sebastopoli, cerchiamo di avere un posto al sole con un minimo impegno per sedere nel consesso delle nazioni che contano… è questa la nostra politica estera da un po’.

Non condivido e tantomeno in un contesto di guerra, contro un paese contro cui sono convenuti terroristi da ben 60 paesi … a dar supporto alla proxy war USA che ha investito ingenti somme di danaro per rovesciare il legittimo governo.

VP News – vietatoparlare

Link al sito dell’esercitazione: (https://www.idf.il/en/minisites/israeli-air-force/blue-flag-2021/)

aggiornato ore 23:36 del 26.10.2021

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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