Alcuni giorni fa, il canale YouTube statunitense “Monkey Werx“, noto per i suoi approfondimenti sull’intelligence e la geopolitica, ha attirato l’attenzione con alcune osservazioni apparentemente passate inosservate. In una recente SITREP, al minuto 17:52 del video (https://www.youtube.com/watch?v=s_wxcuKPuYk), l’autore ha evidenziato la traiettoria di volo di due aerei europei specializzati in operazioni meteorologiche. Questi velivoli, uno francese identificato come “Météo France” e uno tedesco noto come HALO (High Altitude and Long Range Research Aircraft), avrebbero sorvolato celle temporalesche al largo della costa occidentale dell’Africa. Poco dopo il loro passaggio, queste celle si sono trasformate nell’uragano Helene.
L’ipotesi sollevata è che la presenza di questi aerei possa aver influenzato l’intensificazione delle tempeste in quell’area. Non solo: quando questi velivoli si sono avvicinati agli Stati Uniti per l’atterraggio, sarebbero stati guidati da un aereo militare americano P-3 Orion direttamente verso la Carolina del Nord.
Parallelamente, l’organizzazione “GeoEngineering Watch” ha pubblicato un video intitolato “Hurricane Helene And Frequency Transmissions, 90 Second Alert” (https://www.youtube.com/watch?v=Rekx6Oa6Liw), in cui si discute l’uso di reti di trasmettitori a terra per manipolare il clima. Il narratore del video suggerisce che i “lampi blu circolari” visibili nelle immagini satellitari rappresentino le trasmissioni di frequenza della rete Nexrad negli Stati Uniti. Queste trasmissioni potrebbero avere un effetto repulsivo sulle masse d’aria, specialmente se queste sono state trattate con nanoparticelle conduttive, influenzando così il percorso e l’intensità di sistemi meteorologici come l’uragano Helene.
Anche nel panorama politico statunitense si sono levate voci su questo tema. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha recentemente dichiarato: “Sì, possono controllare il meteo… È ridicolo che qualcuno menta e dica che non è possibile”. Questa affermazione richiama alla memoria tecnologie di modifica climatica come l’inseminazione delle nuvole, praticata sin dagli anni ’40, e operazioni storiche come “Operazione Popeye” durante la guerra del Vietnam.
L’Operazione Popeye, condotta dal 1967 al 1972, fu un’operazione militare segreta degli Stati Uniti volta a prolungare la stagione delle piogge sul Sentiero di Ho Chi Minh. Utilizzando tecniche di cloud seeding, l’obiettivo era rallentare i movimenti delle truppe nemiche rendendo le strade fangose e impraticabili. Questa operazione sollevò importanti questioni etiche e legali, portando alla creazione della Convenzione ENMOD del 1977, che vieta l’uso di tecniche di modifica ambientale per scopi militari.
Nel 2009, l’attenzione mediatica si concentrò su una serie di brevetti depositati da Intellectual Ventures, una società co-fondata da Nathan Myhrvold, ex CTO di Microsoft, con il sostegno di investitori come Bill Gates. Questi brevetti riguardavano tecnologie per ridurre l’intensità degli uragani attraverso il raffreddamento delle acque superficiali oceaniche. Nonostante l’interesse suscitato, non ci sono prove che queste tecnologie siano state sviluppate o implementate su larga scala.
La comunità scientifica ha espresso preoccupazioni riguardo all’intervento umano su sistemi climatici complessi. Alterare le temperature oceaniche o intervenire direttamente sul clima potrebbe avere effetti imprevedibili sull’ecosistema marino e sull’equilibrio climatico globale. Gli scienziati sottolineano i rischi di conseguenze non intenzionali, come alterazioni nei modelli di precipitazione o l’insorgenza di fenomeni estremi in altre regioni.
Alla luce di queste informazioni, sorgono domande importanti: esistono davvero tecnologie in grado di influenzare fenomeni meteorologici di grande portata? E se sì, sono state effettivamente impiegate, e con quali risultati?
Personalmente, trovo difficile credere che eventi della portata di un uragano possano essere interamente riconducibili all’azione umana. Almeno, lo spero. Tuttavia, non possiamo ignorare le incongruenze e le coincidenze che emergono da questi fatti. La storia ci ha mostrato che la moralità dei leader mondiali può essere discutibile, e la corruzione dilagante non fa che alimentare i dubbi. Ho voluto semplicemente portare alla luce alcuni elementi che, a mio avviso, non ricevono sufficiente attenzione nel nostro paese. Le domande restano aperte, e credo sia importante continuare a indagare e discutere su queste tematiche, mantenendo uno sguardo critico ma basato su fatti concreti.
In un’epoca in cui fenomeni meteorologici estremi sembrano intensificarsi e concentrarsi in spazi temporali ristretti, è lecito chiedersi se tutto ciò sia esclusivamente una conseguenza dei cambiamenti climatici o se, in alcuni casi, possa esserci l’opera dell’uomo, mentre sempre più evidenze li palesano.. C’è da rilettere, anche in considerazione della corruzione dilagante tra i massimi leaders mondiali.