Nata dal fronte popolare di liberazione del Sangiaccato e Alessandretta (ovvero l’odierna città turca di Hatay e la regione di Alessandretta), una zona della regione alawita della Turchia, annessa dopo la caduta del impero ottomano, la resistenza Siriana, è un gruppo di ispirazione marxista leninista, che opera principalmente nella regione costiera di Lattakya, ma conta membri e brigate anche in Aleppo e Hama regione.
Fondata dall ex detenuto turco Mirhac Ural, nome di battaglia Ali kayali, la resistenza si rifà come modello a gruppi quali l Eta basco o il Pkk curdo, con il quale i rapporti ai tempi di Ocalan erano ottimi.
Qui in video Ali Kayali ai tempi della battaglia nella regione di Homs http://https://m.youtube.com/watch?v=clx0kODhbV4
Ali kayali è ricercato da anni dalla magistratura turca, e su di lui pende una taglia. Lo scorso anno per un breve periodo si pensò fosse stato rapito o ucciso da un commando islamista guidato dai servizi turchi. In realtà la sua temporanea sparizione, fu un operazione volta a evitare un imminente attentato.
La resistenza siriana essenzialmente alawita, ha però nel corso del tempo accolto elementi di diverse confessioni religiose, e opera come milizia autonoma, ma congiuntamente all’ esercito siriano. Secondo le stime più credibili, accoglie almeno 8mila tra uomini e donne, e ha avuto un discreto numero di martiri nel corso del conflitto.
Enrico Vigna ha pubblicato per Saker questo ottimo articolo http://http://sakeritalia.it/medio-oriente/siria/siria-la-resistenza-siriana-al-muqawamat-al-suriyah/, di cui consigliamo la lettura.
Quotidianamente la resistenza aggiorna le sue attività tramite la pagina Facebook omonima http://https://www.facebook.com/MoqawamaSourria/
Nella retorica del gruppo assume una parte importante la lotta al sionismo, sentito come causa del perenne stato di conflitto in cui vive l’intero Medio Oriente.
Nella resistenza sono numerose le compagne combattenti, non vivono però della pubblicità di cui sono oggetto le compagne del Ypg curdo, a causa del fatto che la stampa occidentale tende a ignorare tutto ciò che non è funzionale con la narrativa atlantista.
Qui in un video poi diffuso dalla televisione satellitare pro ribelli Orient TV notiamo le compagne della resistenza sotto il fuoco nemico e in scampoli della vita privata, raccolti dai loro profili Facebook
Nonostante la componente predominante e quella originaria siano essenzialmente composti da alawiti, la resistenza accoglie gente di tutte le confessioni, essenzialmente però comuniste o comunque marxiste. Spessissimo compaiono ritratti di Cheguevara congiunti a poster di Assad e Ali Khayali.
In video Ali Kayali durante un incontro con il Gran Mufti di Damasco, che è ovviamente sunnita.
Qui possiamo vedere Ali Kayali assieme a Suor Agnes
Alcuni combattenti della resistenza sono impegnati nell offensiva odierna (febbraio 2017 ) tra la pianura di Al Bab e quella di Deyr al Hafer, in Est Aleppo.
Il reggimento Al Hadi ha da poco annunciato il martirio di 3 dei suoi
Il prezzo pagato dai combattenti della resistenza ovviamente è notevole, come del resto lo è per ogni forza impegnata in Siria.
Ali Kayali stesso è stato più volte ferito ed è scampato ad agguati miranti alla sua persona come quello avvenuto in ottobre 2016 qui in foto.
Tra i teatri più caldi dove la resistenza è stata impegnata, segnalamo Homs nel 2013, le battaglie nella regione montuosa tra la costa e Idlib, Jisr al Shugur e Aleppo. In Aleppo durante il tentativo di riconquista dell accademia militare di Rasmouse (quella che Repubblica pensava fosse un università), è morto Muhammad Eirud (qui il video http://http://www.topsy.fr/hashtag.php?q=%23Syrian_resistance.
Ali Kayali è accusato, senza prove, di aver attuato e predicato un massacro contro civili sunniti a Banyas.
Banyas è una città della regione costiera di Tartous, dove durante la seconda settimana di proteste pacifiche, fu linciato a morte e ripreso in video, un contadino colpevole di essere alawita, Niddal Yannoud, considerato la prima vittima civile dei pacifici manifestanti. La città cadde poi nel 2013 sotto il controllo degli islamisti e fu ripresa in un offensiva dove partecipò la resistenza.
Dato che Ali Kayali dichiarò in un video precedente di pochi giorni la battaglia, l’intenzione di ripulire la città dai banditi, questo proclama viene usato come prova dall’opposizione, per incolparlo della morte di alucni civili, giustiziati.
Riguardo ai civili giustiziati , governativi e i islamisti si rimbalzano la colpa uno con l’altro. Secondo i governativi, sono civili giustiziati dagli islamisti in fuga in quanto considerati pro Assad, per gli islamisti sono stati giustiziati dopo la cattura della città in quanto pro rivoluzione. Le nazioni unite su pressione internazionale, considerano Banyas come massacro governativo, inutile dire sulla base di cio che dichiara l’opposizione. Resta da capire però, dato che erano presenti reparti dell esercito del Ndf e del muhabarrat, oltre alla resistenza, come i sostenitori della rivoluzione siriana in Italia, possano essere certi che Ali Kayali sia responsabile di un massacro settario.
Tenendo conto che dal lato governativo combattono persone di tutte le religioni, mentre dal lato opposto c’è un unica componente con un unica retorica religiosa, francamente usare la carta settaria contro il governo siriano e i suoi combattenti, ci pare quanto meno ridicolo.