Aleppo: liberata 50% dell’enclave occupata dai ribelli jihadisti

L’offensiva governativa è partita nella notte di venerdì ed è tuttora in corso. Metà della enclave terrorista è libera.

di Patrizio Ricci – LPL News 24

Tra sabato e domenica l’esercito arabo siriano (SAA) supportato dai suoi alleati russi, palestinesi, Hetzbollah libanesi e iracheni, dopo 5 anni ha ripreso il controllo del quartiere Hanano in mano ai ribelli nella città di Aleppo. Successivamente, nella giornata di domenica sono stati riconquistati anche i quartieri di Jabal Badro, di Al Hallak, Bustan al Pasha, Ain Tel e Bayaden. Anche le forze curde del quartiere di Sheik Masqoud si sono unite alle forze SAA e si sono mosse contro i terroristi nella parte nord della sacca di Aleppo. La battaglia è proseguita nell corso della notte ed è tuttora in corso.

Molto positiva, la riconquista dell’ ‘al Halabi pumping station’, sta a dire della stazione di pompaggio dell’acqua che riforniva tutta la città di Aleppo. Da anni i ribelli purchè indirizzarre l’acqua in zona governativa, preferivano rigettarla nell’Eufrate, salvo concessioni in cambio di gasolio dai governativi. Conseguentemente la crisi idrica era continua tanto che piano si era tornato a scavare i pozzi (ma comunque la soluzione era insufficiente). Ora che le forze governative sono tornate ad avere il controllo delle pompe che regolano la distribuzione di acqua nell’intera area di Aleppo, si potrà tornare si spera molto presto ad un livello di sussistenza (sanzioni occidentali permettendo). Nel momento in cui scriviamo le forze governative avanzano ancora e si trovano nel quartiere Ma’saraniyah Youth housing, dove sono in corso aspri combattimenti.

Non appena le forze armate siriane hanno lanciato l’offensiva, i civili sono fuggiti all’esterno dove erano allestiti dei punti di prima accoglienza e di identificazione. Numerosi testimoni riferiscono che i ribelli jihadisti impedivano loro di uscire dalla sacca ed obbligavano gli uomini a combattere contro l’esercito governativo, pena la privazione dei generi alimentari di sussistenza. Molti combattenti hanno trattato con le forze governative per poter uscire indenni da Aleppo a patto di essere scortati fino alla roccaforte jihadista di Idlib (molti di loro in un primo tempo avevano chiesto di raggiungere Daara ma non è stato loro concesso).

L’ingresso delle forze siriane nei quartieri tenuti dai ribelli ha potuto appurare ciò che il governo siriano ha detto da tempo, cioè che la popolazione nella sacca di Aleppo est constava al massimo di 20/25 mila persone. Il numerico era funzionalmente sovrastimato per avere la concessione delle tregue che sono state la causa maggiore della sofferenza degli aleppini, visto che soli due giorni sono stati necessari perchè la sofferenza di tutta la popolazione di Aleppo si avvicinasse al termine. In una intervista al giornale Tempi, anche il vescovo Hindo ha espresso molte riserve sull’attività mediatrice dell’Onu che anzichè avvicinare una soluzione, per lungo tempo, l’ha allontanata.

E’ singolare (e nello stesso tempo indicativo) che mentre fino ad ieri il coro dei media, degli organismi internazionali e degli ‘amici della Siria’ valutavano presenti ad Aleppo 250 mila persone, oggi per alcuni media tale valutazione sia passata addirittura a mezzo milione.
La situazione è estremamente fluida e non è ancora il tempo di bilanci, ma si può però dire con assoluta certezza che la resistenza terrorista è stata forte soprattutto fin quando ha potuto contare sull’appoggio internazionale fornito dalla coalizione occidentale anti-Assad e dall’Onu. Queste ultime hanno applicato una falsa retorica che non teneva conto della realtà ma dei desideri geopolitici degli Usa e dei loro alleati del Golfo. Poi tale supporto è venuto a mancare ed è questa la ragione di questa débacle: con l’elezione di Trump, il vento è girato e la situazione è subito precipitata.

Nella mappa che segue viene descritta la sutuazione attuale. Vi forniremo ulteriori aggiornamenti con l’evolversi della situazione.

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