[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″ align=”left”]La Comunità di Sant’Egidio: “Pane amore e fantasia”[/su_heading]
La Comunità di Sant’Egidio è un’istituzione di diritto pontificio riconosciuta dalla Chiesa. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 68′, ha acquisito notorietà per il suo impegno per i poveri, per i bisognosi e soprattutto per la pace nel mondo. Nel tempo, per aver mediato tra le parti in lotta in diverse zone di crisi, si è guadagnata la fama di essere come un’ Onu parallela, per alcuni è l’Onu del Vaticano, per altri l’Onu di Trastevere.
La sua attività mediatrice nelle zone di conflitto a volte ha avuto esiti positivi altre un po’ di meno ma sempre ha trovato il plauso dei governi ed i media le tributano articoli dai toni agiografici. Il suo fondatore Andrea Riccardi è stato, durante il governo Monti, ministro della cooperazione internazionale ed integrazione e sindaco di Roma in pectore del PD.
Insomma, l’attività dell’associazione è caratterizzata da una grande concordia con l’establishment . Di per sé non sarebbe uno scandalo ma visti gli innumerevoli conflitti della dottrina cattolica con lo Stato in tema di vita, di famiglia, di libertà di educazione ed in politica estera, è un po’ sconcertante l’assenza di attriti e critiche. Proprio su questo punto, il giornalista e scrittore Robi Ronza ha dedicato un editoriale sulla Nuova Bussola Quotidiana “L’eccezione Sant’Egidio” nel 2013, in cui dice:
[su_quote style=”flat-light”]… l’ordine costituito dei media e degli opinion makers riconosce ad essa soltanto uno statuto di positiva legittimità civile che in pratica viene negato a ogni altro movimento ecclesiale. (…) …è molto più curiale di altri movimenti e per la sua attività ha una lunga storia di forti cooperazioni con ministeri e altre realtà istituzionali e para-istituzionali italiane. [/su_quote]
Infatti, venendo alla guerra di Siria, la comunanza di idee con la Farnesina è totale, la Comunità di Sant’Egidio è costantemente in linea con lo stato italiano che ha un ruolo attivo nel prolungamento della guerra siriana ed ancora oggi infligge inique sanzioni al popolo siriano. Ma quindi la fondazione agisce a vantaggio di chi? Andrea Riccardi dice: della pace.
Ma questo non è del tutto vero: le iniziative per la Siria lanciate sotto l’Egida della Sant’Egidio da una parte propongono progetti apparentemente innocui come una marcia per la pace, una raccolta di coperte per Aleppo o l’apertura di corridoi umanitari; dall’altra parte però sposa integralmente quanto richiesto dal gruppo ‘amici della Siria’, dagli amici di padre Dall’Oglio e della vasta galassia di sostenitori pro-ribelli.
Per essere più chiari: nella guerra di Siria, il tema degli aiuti umanitari è stato sempre usato dai nemici della Siria in chiave politica. Per quando riguarda Aleppo, ora che non si spara più, nessuno impedisce alle organizzazioni umanitarie di svolgere la propria attività. Ma è proprio questo il problema: gli aiuti, fortemente richiesti dalla Russia alla Comunità Internazionale, sono stati interrotti subordinando la loro concessione all’accettazione della politica pro-ribelli ed al ‘regime change’.
L’impressione è che la Sant’Egidio metta su attività e iniziative pubbliche fortemente influenzate dai report pieni di notizie non verificate dei cd ‘ribelli’, o provenienti da fonti non neutrali rispetto alle responsabilità. L’ evento organizzato nell’isola di Lesbo con il Pontefice con tanto di bandiere della ribellione e saluti militari dei ribelli al Papa ne è la grottesca e strumentale dimostrazione.
Con l’ iniziativa ‘Save Aleppo‘ la Comunità di Sant’Egidio chiedeva proprio quelle tregue che sono state la causa principale del prolungamento del conflitto e costituiscono il cavallo di battaglia degli sponsor della guerra. Anche l’attuale iniziativa dei ‘corridoi umanitari’ pecca di mancanza di un giudizio di fondo: è evidente che questi corridoi umanitari servirebbero solo allo svuotamento del paese. E’ necessario invece cessare una precisa volontà sopraffattrice e combattere i terroristi: tutti sappiamo che le tregue sono servite a far riarmare i ribelli e prolungare ulteriormente il conflitto ed è noto che l’ultima tregua ad Aleppo ha prodotto solo il bombardando delle forze siriane a Deir Ezzor a favore dell’ISIS.
In sostanza, le campagne pubbliche che la Comunità di Sant’Egidio ha lanciato per la Siria, sembrano essere caratterizzate dall’equidistanza tra le parti in guerra che non discrimina l’aggressore dall’aggredito: ma è chiaro che mettendo tutti sullo stesso piano, è come se si consigliasse allo stupratore di mettere il preservativo per ‘motivi umanitari’. In realtà, la base ‘politica ‘ di queste iniziative, ha ben poco di ‘neutrale. Lo dice Ricciardi stesso: chiama i jihadisti di Aleppo est che hanno terrorizzato e usato i civili come scudi umani (molti dei quali sono stati ritrovati in fosse comuni), ‘resistenza‘. E così racconta sul suo Blog:
[su_quote style=”flat-light”]Per mesi, un amico aleppino mi telefonava dalla zona governativa (dove pure la vita è stata molto dura) dicendomi: «Siamo indifesi, perché i ribelli non entrano?[/su_quote]
Non credo sia necessario commentare questa affermazione in netto contrasto con le testimonianze di tutti i vescovi di Aleppo, i religiosi e la stragrande maggioranza degli aleppini (e ciò che oggi la realtà stessa dice). Ma per ‘riequilibrare’ (e confondere) le cose, Ricciardi il 9 dicembre, torna al suo solito ‘soft power’ umanitario:
[su_quote style=”flat-light”]Gli aleppini, ostaggi di due assedi contrastanti in un gioco confuso e crudele, hanno troppo sofferto. Per i governativi il problema è conquistare tutta Aleppo presto. Salvare gli aleppini è una perdita di tempo? Bisogna far sentire subito la pressione internazionale sui combattenti per fermare i massacri.[/su_quote]
Oggi sappiamo che se ciò che era stato auspicato fosse accaduto, ad Aleppo ci sarebbe stato un altro Natale di sangue. E sappiamo anche che la Comunità Internazionale è implicata in questo massacro a favore dei terroristi: la sua pressione è stata sempre unilaterale contro il governo legittimo del paese, tanto più forte quanto più forte il consenso costruito sulle menzogne.
Vietato Parlare
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nota a margine: da Notizie Italia News , Riccardi dice (fine 2015) che “imporre la pace con la forza” è la soluzione per la Siria. E’ la stessa ed identica cosa che volevano fare gli USA dall’inizio del conflitto ed è la giustificazione che è stata adottata dalle varie coalizioni dei ‘volenterosi’ in tutte le guerre di aggressione avvenute secondo la nuova dottrina del ‘responsability to protect’, in questi ultimi anni.