Aleppo: un progetto dei Francescani per i bambini rifiutati perchè nati da jihadisti

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 Ad Aleppo centinaia di bambini figli dell’Isis sono senza identità, mai iscritti all’anagrafe nè andati a scuola e rifiutati totalmente dalla società, sono i bambini nati nel periodo dell’occupazione jihadista dai matrimoni temporanei o da unioni forzate.

ATS pro Terra Sancta
marzo 2018

Avevamo tirato tutti un sospiro di sollievo, ormai un anno e mezzo fa, quando le televisioni di tutto il mondo trasmettevano le immagini degli aleppini festeggiare la libertà raggiunta dopo mesi di scontri nella città martire. Ci eravamo illusi, forse per un attimo, che tutto sarebbe finito presto. Che a una guerra disastrosa durata anni avremmo potuto forse scrivere la parola “fine”. Quello che accadde dopo, purtroppo, è storia.
Nell’ultimo periodo i riflettori sono tornati a puntare Damasco, colpita da una nuova ondata di violenza, ed è opinione più che diffusa che la guerra sarà ancora lunga. Oggi siamo costretti a ricordare il triste anniversario che ci trascina nell’ottavo anno di questo conflitto, iniziato dall’illusione portata delle cosiddette “primavere arabe”, arrivate in Siria nel marzo 2011. Ciò che sembrava un sogno di rivalsa venne trasformato presto in un incubo di jihadismo e fondamentalismo, da cui tutto il Medio Oriente non è ancora riuscito a uscire.
In questi lunghissimi sette anni noi di ATS pro Terra Sancta non siamo rimasti con le mani in mano. Oltre ad aver aperto e reso operativi quattro centri di emergenza in alcune città colpite dalla guerra (Damasco, Aleppo, Knayeh e Latakiah), abbiamo garantito l’assistenza sanitaria e migliaia di famiglie e l’educazione a centinaia di bambini che non potevano più andare a scuola. Siamo intervenuti in ogni situazione che chiedeva il nostro aiuto, spesso grazie alla preziosa collaborazione dei frati che non hanno mai lasciato il Paese.

All’inizio dell’ottavo anno di guerra, vogliamo ripeterlo a voce forte: noi non ci arrendiamo!

Vogliamo andare avanti ad aiutare i siriani e la Siria, dove i cristiani hanno cominciato a chiamarsi proprio con questo nome.  Per questo nelle ultime settimane abbiamo voluto lanciare un nuovo progetto ad Aleppo che si prenderà cura dei bambini orfani, abbandonati dalle proprie famiglie e di tutti coloro che sono nati da donne in seguito a stupri e abusi.

È una parte della società che nessuno vuole guardare, un problema che spesso viene nascosto per non creare scandalo. In questi casi infatti, i bambini e le loro madri non ricevono nessun tipo di assistenza dallo Stato (anzi, vengono guardati con ostilità perché considerati figli del peccato e non vengono iscritti all’anagrafe), e in tante occasioni vivono in condizioni terribili.

Sono emarginati da tutti e bisognosi di tutto: di cibo, acqua, ma anche di un recupero psicologico e sociale. Per questo il vicario apostolico di Aleppo mons. George Abou Khazen, fra Firas Lutfi e il Gran Muftì di Aleppo, hanno deciso di dar vita a questa nuova iniziativa che – speriamo – possa tamponare questa grave emergenza sociale.
L’obiettivo principale è sostenere i bambini e le loro mamme nella società provvedendo ai loro bisogni più urgenti. Noi di ATS pro Terra Sancta abbiamo scelto di essere al loro fianco per regalare un sorriso a questi bambini. E mentre aspettiamo che le grandi potenze internazionali trovino un accordo che possa portare a una accordo di pace lunga e duratura, noi rinnoviamo in particolare il nostro impegno per i più poveri e indifesi: i bambini della Siria.

Il futuro del Paese è anche nelle loro mani. Sappiamo che i militari possono solo vincere la guerra. Ma costruire la pace è un’altra cosa: implica un lavoro quotidiano e costante, di educazione e formazione delle coscienze. Perché non trionfi la rabbia o il rancore per il male ricevuto, ma la convinzione di poter ricominciare. E la speranza di poter tornare a chiamare la Siria – ancora una volta – una terra di incontro e di pace. Grazie al vostro aiuto, noi continuiamo a lavorare per questo.

bambini aleppo

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https://www.proterrasancta.org/it/in-siria-noi-non-ci-arrendiamo/

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