L’incontro a scadenza triennale ha riunito i ministri con delega allo spazio dei 22 paesi europei che compongono l’ESA, più il Canada, i paesi osservatori futuri membri, i dirigenti delle varie agenzie spaziali nazionali e i rappresentanti dell’Unione Europea.Durante la Conferenza Ministeriale Space19+, tenutasi a Siviglia in Spagna, è stato sottoscritto all’unanimità il budget triennale dell’Agenzia Spaziale Europea che, con oltre 2 miliardi di euro rispetto al precedente, è il più alto e ambizioso mai approvato.
[su_photo_panel shadow=”0px 1px 2px #eeeeee” photo=”https://www.vietatoparlare.it/wp-content/uploads/2019/12/ESA-ministeriale-2019-2-1024×557.jpg”]Foto di gruppo dei rappresentanti dei paesi membri, con il Direttore Generale ESA Jan Wörner al centro.[/su_photo_panel]
L’aumento del budget si accompagna all’approvazione di una serie di programmi che daranno una forte spinta alla crescente space economy, assicurando all’Europa l’accesso indipendente allo spazio, lo studio del sistema solare, le comunicazioni e naturalmente l’osservazione della Terra.
I quattro pilastri su cui si basa l’attività spaziale europea infatti sono: Scienza & Esplorazione, Applicazioni, Facilitazione & Supporto e Monitoraggio & Sicurezza.
«Avete un Direttore Generale molto felice davanti a voi» Ha esclamato il Direttore Generale ESA Jan Wörner ai giornalisti, durante la conferenza stampa finale. «A differenza del passato, non un singolo programma è stato interrotto per mancanza di fondi. […] Riunire i rappresentanti degli stati membri, 22 governi che cambiano regolarmente, e cooperare per realizzare i grandi progetti che sono il nostro futuro condiviso nello spazio, sembra una missione impossibile sulla carta. Ma in soli due giorni abbiamo dimostrato il contrario. È stato possibile in quanto noi lavoriamo insieme nello sviluppo di questi programmi e le persone con dedizione si impegnano in un lungo e delicato processo che coinvolge non solo le delegazioni nazionali, ma anche la comunità scientifica e l’industria. Insieme abbiamo istituito una struttura che vede ispirazione, competitività e responsabilità come fondamento delle nostre azioni future, con l’ESA e l’Europa che vanno oltre i risultati passati con nuovi impegnativi obbiettivi».
L’Italia ha partecipato con una delegazione guidata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia e dall’Ammiraglio Carlo Massagli, Segretario del Comitato Interministeriale per lo spazio e aerospazio.
Con 2,282 miliardi di euro (il 15,9% del budget totale), il nostro paese si è conferma terzo paese contributore, dopo Germania (22,9%) e Francia (18,5%).
«Questa ministeriale ha sancito la leadership dell’Italia nei settori centrali dello spazio. Dall’osservazione della Terra all’esplorazione robotica e umana, passando per i sistemi di lancio», ha affermato Riccardo Fraccaro a margine dell’incontro. «Anche nel settore dell’esplorazione l’Italia si afferma come secondo Paese contributore, consolidando la propria leadership nell’esplorazione robotica di Marte con il nuovo programma Mars Sample Return e anche nell’esplorazione umana della Luna con l’I-HAB del Gateway. Quanto al trasporto spaziale, l’Italia ha contribuito in maniera importante affermandosi come Paese leader insieme a Francia e Germania. Inoltre abbiamo raccolto le sottoscrizioni dei Paesi europei attorno al programma Vega e la stessa Francia ha scommesso sull’evoluzione del lanciatore. Sempre sull’accesso allo spazio l’Italia ha la leadership del programma Space Rider ed è capofila di ben 9 stati membri che sostengono il programma del primo veicolo riutilizzabile europeo».
In base agli accordi viene confermato l’impegno europeo nel programma International Space Station (ISS), la cui operatività è attualmente programmata fino al 2030. ESA contribuirà inoltre, con moduli di servizio e abitativi, allo sviluppo del Gateway, la prima stazione spaziale in orbita lunare anch’essa frutto della collaborazione internazionale.
Gli astronauti europei della classe 2009, come la nostra AstroSamantha continueranno ad avere assegnazioni di volo in maniera che ciascuno di essi abbia compiuto almeno due missioni, nel mentre ESA inizierà il reclutamento di una nuova classe per le prossime missioni oltre l’orbita terrestre.
Per quanto riguarda l’esplorazione di Marte la prossima estate verrà lanciata la missione ExoMars 2020, mentre continua lo sviluppo della futura missione Mars Sample Return, in collaborazione con NASA, per una missione automatica in grado di portare sulla Terra dei campioni di suolo marziano.
Nel settore dei lanciatori, prosegue il percorso di realizzazione e di entrata in servizio di Ariane 6, che sostituirà Ariane 5 e l’evoluzione del vettore leggero Vega, progettato e realizzato in Italia da Avio, nelle versioni Vega-C e Vega-E.
Luce verde anche per lo Space Rider, di cui l’Italia è capocommessa, ovvero il mini shuttle automatico e riutilizzabile realizzato grazie all’esperienza del precursore IXV, il cui primo volo è attualmente previsto per il 2022.
Già leader mondiale per quanto riguarda l’osservazione, monitoraggio e studio della Terra, ESA realizzerà 11 nuove missioni, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici, ai poli e all’Africa.
Sempre per quanto riguarda il settore Monitoraggio & Sicurezza, da qualche anno ESA ha avviato dei programmi per lo sviluppo di satelliti per la rimozione dei sempre più numerosi detriti orbitali.
La missione Hera, in collaborazione con NASA nel progetto AIDA (Asteroid Impact and Deflection Assessment), servirà come precursore per intercettare e deviare eventuali asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra.
Per la prima volta in 25 anni ci sarà poi un significativo incremento nel finanziamento dei programmi scientifici, con la missione LISA (Laser Interferometer Space Antenna), il primo rilevatore spaziale di onde gravitazionali e la missione Athena (Advanced Telescope for High ENergy Astrophysics), un telescopio spaziale a raggi X per lo studio dei buchi neri.
Fonte e foto credit: ESA, ASI.
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