Si è tenuto ieri a Jeddah (Arabia Saudita), il vertice della Lega araba, a cui Bashar al-Assad ha partecipato per la prima volta dopo più di dieci anni. Assad ha indicato la sfida dello sviluppo come una priorità assoluta per le società arabe, affermando che il ruolo della Lega Araba deve essere piattaforma naturale per discutere varie questioni e affrontarle. ovvero che essa “sia un punto di partenza per l’azione araba e la solidarietà tra gli stati arabi per raggiungere la pace, la prosperità e lo sviluppo nella regione invece della guerra e della distruzione e che gli arabi si trovano di fronte a un’opportunità storica per riorganizzare i loro affari lontano da qualsiasi intervento straniero”.
Il presidente siriano ha affermato: “Dobbiamo identificare le grandi sfide che minacciano il nostro futuro e generano le nostre crisi in modo da non annegare noi stessi e le generazioni future nell’affrontare i risultati”. Il capo di stato siriano ha anche citato i crimini dell’entità sionista, respinta dagli arabi.
Quindi ha aggiunto che l’azione araba congiunta deve essere rafforzata da visioni, strategie e obiettivi comuni: “L’azione araba congiunta ha bisogno di visioni, strategie e obiettivi comuni che poi trasformiamo in piani esecutivi. Ha bisogno di una politica unificata, di principi fermi e di meccanismi e controlli chiari. Quando poi, passeremo dalla reazione all’anticipazione degli eventi, e la Lega Araba sarà una via d’uscita invece di un assedio, e un rifugio dall’aggressione invece che una piattaforma”,
Assad ha anche detto che il mondo arabo deve guardarsi espansionismo ottomano che si serve dei Fratelli Musulmani per incunearsi nei paesi.
L’ultima partecipazione di Assad ad una riunione della Lega Araba nel 2014
Il presidente siriano Bashar al-Assad aveva fatto la sua ultima apparizione alla Lega Araba in occasione della 28esima sessione del Consiglio della Lega Araba, svolta a Doha il 16 marzo 2014. In quell’occasione Assad esortò i membri della Lega a trovare una soluzione politica alla guerra civile siriana invece di sostenere i gruppi ribelli, che defini ‘terroristi’, che combattevano contro lo stato siriano. In quell’occasione accusò la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita di finanziare e armare i gruppi ribelli, sostenendo che questi paesi con le loro azioni stavano causando la morte di migliaia di civili in Siria. Assad sottolineò la necessità di una soluzione complessiva e di un’autodeterminazione per il popolo siriano, e sottolineò il ruolo della Lega nel fornire una piattaforma per discussioni costruttive tra i membri. Quella comparsa alla riunione fu la prima dal 2011, anno in cui è iniziata la guerra civile in Siria e l’ultima fino ad oggi. E’ interessante ricordare che la Lega Araba concesse il seggio della Siria alla cosiddetta ‘opposizione siriana’.
Il Qatar unico contrario alla riammissione, accetta a malincuore
Il rappresentante del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, ha lasciato il vertice prima che Assad iniziasse il suo discorso. La BBC riporta che “Il ministro degli Esteri del Qatar ha dichiarato in una conferenza stampa a Doha di aver abbandonato la sua opposizione solo perché non voleva “deviare dal consenso arabo”. “Gli Stati Uniti nel frattempo hanno affermato di “non credere che la Siria meriti la riammissione”. “La nostra posizione è chiara: non normalizzeremo le relazioni con il regime di Assad, e di certo non sosteniamo che anche altri lo facciano”, ha detto ai giornalisti il portavoce del dipartimento di stato Vedant Patel. Ovviamente, la posizione statunitense è una interferenza bella e buon e purtroppo priva di soldi argomenti. Al contrario, gli USA dovrebbero cessare la punizione contro lo stato siriano ed il generoso popolo siriano, colpevoli solo di non essere stati servili e di non essersi prostrati ai diktat di Washington.
Riavvicinamento della Turchia, Erdogan vuole incontrare Assad
Le tensioni tra Turchia e Siria si stanno attenuando. Il presidente turco Erdogan ha chiesto di incontrare il presidente Assad per discutere di questioni relative ai rapporti tra i due paesi. Questa iniziativa è vista positivamente dal presidente russo Putin che ha a lungo attivamente auspicato che accadesse. Si prevede che i negoziati, che verranno preceduti da consultazioni tra i rispettivi ministeri degli esteri e dei servizi di sicurezza, avranno luogo in una riunione a tre presidenze.
Sebbene la Turchia abbia per anni adottato una posizione di non riconoscimento di Assad, questi ultimi tempi l’atteggiamento è diventato più ambivalente poiché il riconoscimento del presidente siriano sembra inevitabile. A tal proposito, i servizi di intelligence turchi in Siria e Iran hanno spesso negoziato con quelli siriani attraverso canali non ufficiali. Inoltre, la Russia ha ripetutamente suggerito alla Turchia di ripristinare il “Patto di Adan” come base per normalizzare i rapporti tra Siria e Turchia.
La richiesta interna di normalizzazione delle relazioni con la Siria, che permetterebbe di reintrodurre milioni di profughi siriani, è cresciuta costantemente in Turchia. E il presidente Erdogan vede questa normalizzazione dei rapporti come un’opportunità per anteporre la sua agenda a quella dell’opposizione. Sebbene inizialmente l’incontro tra Erdogan e Assad fosse previsto dopo le elezioni in Turchia, adesso si parla di un incontro volto a discutere dei rapporti bilaterali molto prima, magari a Sochi con la mediazione della Russia e la presenza del presidente Putin.
Per la Russia, un accordo tra Assad ed Erdogan rappresenterebbe una clamorosa vittoria diplomatica e consoliderebbe la sua posizione nel Medio Oriente. Tuttavia, l’incontro presenta ancora molte insidie: fattori interni turchi e siriani e l’opposizione di altri attori importanti.
Zelensky ha fatto una sua apparizione nella Lega Araba
Zelenskyy è arrivato a Jeddah dopo essere stato invitato dall’Arabia Saudita alla riunione del blocco. Secondo un funzionario della Lega Araba, il presidente ucraino è stato invitato dall’Arabia Saudita e non dalla stessa Lega.
Il presidente ucraino Volodomyr Zelenskyy ha accusato alcuni leader arabi di ‘ignorare gli orrori dell’invasione russa del suo paese’ durante un discorso venerdì al vertice della Lega araba in Arabia Saudita. È straordinario come un mondo intero ripete solo la declinazione nella vastità delle possibilità di descrizione di un avvenimento e quando ad ogni effetto esiste una causa, in questo caso, mai affrontata seriamente, neanche dopo le condanne.
Da AFP: “Sfortunatamente, ci sono alcuni nel mondo e qui, tra di voi, che chiudono un occhio davanti a quelle gabbie e annessioni illegali”, ha detto Zelenskyj ai partecipanti al vertice, esortandoli a “dare uno sguardo onesto” alla guerra.
Zelenskyy ha evidenziato come la guerra in Ucraina abbia colpito i musulmani nella penisola di Crimea, annessa alla Russia nel 2014.
“La Crimea è stata la prima a soffrire sotto l’occupazione russa e fino ad ora la maggior parte di coloro che sono soggetti alla repressione nella Crimea occupata sono musulmani”, ha detto.
Zelenskyy ha anche ringraziato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per aver sostenuto “l’integrità territoriale” dell’Ucraina e ha chiesto unità “nel salvare le persone dalle gabbie della prigione russa”.
Il principe ereditario Mohammed ha ribadito il sostegno a un processo di pace tra Russia e Ucraina” ed ha “affermato che si spera che il ritorno della Siria nella Lega Araba porti maggiore stabilità al paese dilaniato dalla guerra civile e consenta alla Siria di riprendere il suo “ruolo normale” nel mondo arabo”.
I paesi arabi aderiscono al principio della “neutralità positiva” in relazione alla crisi ucraina e cercano di mantenere relazioni sia con Mosca che con Kiev, ha affermato il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan Al Saud.