Per Assad i negoziati di Ginevra (a differenza di quelli di Astana) sono improduttivi

L’ottavo round di colloqui di pace per la Siria denominati ‘Astana 8′, si terranno nella Capitale del Kazakistan dal 21 al 22 di dicembre.

Gli argomenti che saranno toccati sono la discussione dell’ingresso delle truppe turche, il rilascio bilaterale di prigionieri e l’attuazione della quarta zona di de-esclation ad Idlib.

Tra le varie sigle dell’opposizione armata spiccano “Jaish al-Islam”, “Ahrar al-Sham”,  “Brigata del sultano Murad”, “Failak al-Sham” .

Intanto, Bashar al Assad ha criticato l’andamento dei negoziati di Ginevra , risultate totalmente impaludate ed inconcludenti.  Secondo il presidente siriano, i negoziati sono naufragati a seguito dell’imposizione di un ordine del giorno alla delegazione dell forze di opposizione  – deciso dall’Arabia Saudita – che prevedeva come condizione preliminare  la sua preventiva rimozione. Nello stesso tempo Assad ha elogiato i passi compiuti ad Astana che hanno permesso il cessate il fuoco tra l’esercito siriano e circa 1000 milizie ribelli (per la maggioranza sostenute dall’estero). E’ evidente che l’Arabia Saudita continua ad influenzare negativamente la delegazione delle forze di opposizione a Ginevra perché la guerra non si svolge sul suo territorio e perché in questo modo ‘tiene quieti’ gli animi dei jihadisti che essa appoggia.

E’ da registrare anche la critica del rappresentante siriano all’Onu Jaafari  per l’atteggiamento dell’inviato speciale Onu Staffan De Mistura che ha provato di fare breccia sulla Russia affinché in qualche modo ricattasse  Bashar Assad per concordare condizioni bilaterali all’insaputa della parte siriana.  Jafari ha commentato il fatto dicendo che queste iniziative vanno oltre il mandato che Staffan De Mistura ha ricevuto dalle Nazioni Unite per mediare i negoziati. 

Significativo sull’orientamento di De Mistura è la sua partecipazione alla riunione di lavoro di Riyad con le opposizioni, prima di aprire i negoziati di Ginevra.

Da parte sua Assad ha definito così la sua posizione nei confronti dell’Onu: “Possiamo persino dire che accogliamo con favore qualsiasi ruolo delle Nazioni Unite. Ma con una condizione. Che questo ruolo dovrebbe venire dalla sovranità della Siria. Tutto ciò che è al di fuori dallo scopo di questa condizione verrà rifiutato. È importante che questo discorso sia chiaro ora e in futuro “.

E’ da notare che mentre a Ginevra gli incontri si fanno tra un Consiglio composto da personaggi che hanno scarsa influenza sul terreno , i negoziati nel formato di Astana si svolgono direttamente tra gli alleati Russia- Siria- Iran insieme alla controparte Turca che in tale ambito svolge sia un ruolo politico tendente ad un cessate il fuoco generale nelle zone di propria influenza , sia quello di referente diretto ed indiretto per i vari gruppi filo-turchi dell’opposizione armata.

Circa una settimana fa il ministro degli esteri turco aveva comunicato che la Turchia non chiede più la rimozione di Assad che potrà continuare a governare fino alle prossime elezioni, occasione in cui verrà stabilita la volontà popolare per il suo futuro. Analoga dichiarazione è stata fatta recentemente anche da parte Usa (ma quest’ultima continua a conservare un atteggiamento assai ambiguo, intervallando aperture a successive smentite, e così via…).

Intanto l’Iran fa da contraltare alla smobilitazione parziale delle forze russe in Siria, facendo sapere le proprie  forze  rimarranno in Siria fino alla completa eliminazione dei terroristi. Lo ha comunicato il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale e la difesa della Repubblica islamica Ali Shamkhani.

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