ASSAD NO, NETANYAHU SI’. ISIL SI’ E HAMAS NO?

Aleppo_moscheadal Blog di Fulvio Scaglione – giornalista

La destra (moderata o radicale) italiana è così confusa e pasticciona da riuscire nella bella impresa di appoggiare totalmente l’azione del Governo Netanyahu in Israele e chiedere l’intervento armato contro il regime di Assad in Siria. A dispetto del fatto che entrambi si battano, di fatto, contro lo stesso nemico.

Ovviamente so benissimo che il Governo Netanyahu è stato scelto con processo democratico mentre Assad è un dittatore che ha ricevuto una dittatura in eredità. Ma questo è un discorso che interessa agli “idealisti” e non può certo essere accampato dai destrimani sostenitori della realpolitik. Detto altrimenti: se ti vanno bene le monarchie del Golfo, perché non può andarti bene anche Assad? Inoltre: quando Assad ordina i raid punitivi contro le città che ospitano i “ribelli”, senza preoccuparsi di chi ci va di mezzo, che cosa fa di diverso rispetto a Netanyahu che bombarda la Striscia per colpire Hamas? Il civile ammazzato ad Aleppo in che cosa è diverso da quello ammazzato a Gaza City?

Ma non è l’aspetto etico (pure importante, ovvio) della questione che mi interessa, qui. Piuttosto quello politico. Anche se i giornali italiani hanno pagato, a suo tempo, un abbondante omaggio a quella finzione chiamata Esercito Libero Siriano, è chiaro ed evidente che da tempo, in Siria, la guerra contro Assad è condotta soprattutto dai miliziani dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante): quelli che negli ultimi due giorni hanno fatto fuori un centinaio di soldati a Raqqa, nel Nord del Paese; quelli che si sono presi un bel pezzo di Iraq; quelli che proseguono l’opera a suo tempo iniziata da Osama Bin Laden e Al Qaeda.

Al loro confronto (guardate ciò che fanno in Iraq: distruzioni, persecuzione dei cristiani, infibulazione per le donne, legge islamica…) la dittatura di Assad era una specie di paradiso. Per i cittadini siriani, per i rifugiati iracheni, anche per Israele, che si era preso il Golan e lo teneva senza grossi problemi, sapendo benissimo che la Siria non aveva la forza per riprenderselo. Assad era stato persino cacciato dal Libano, quindi…
Assad e l’Isil

A lume di naso, anche una destra incompetente come la nostra dovrebbe scegliere il male minore, che in questo caso è chiaramente (e paradossalmente) l’orripilante Assad. Invece no: fino all’altro ieri fioccavano le articolesse e gli appelli affinché gli Usa varassero una nuova spedizione militare contro Assad. Gli stessi, peraltro, che non sanno più cosa inventarsi per spiegarci che tutto ciò che fa Netanyahu a Gaza è buono e giusto, nel peggiore dei casi inevitabile.

Ammettiamo per un attimo che sia così. Ciò dipende, si presume dal fatto che Hamas progetta la distruzione di Israele, patrocina il radicalismo non solo antisionista ma anche antisemita e anti-occidentale, che nel suo seno (e anche a fianco, vedi le formazioni ancor più estremiste dei salafiti) albergano pulsioni non molto diverse da quelle dei seguaci di Al Qaeda. E allora di nuovo: perché contro Hamas Netanyahu può, e contro l’Isil Assad non può?

Avendo portato il cervello all’ammasso di un filoamericanismo di tipo stalinista, questa gente non riesce più a vedere nemmeno la punta del proprio naso. C’è un’intera filosofia dei rapporti con il Medio Oriente da cambiare, e un’idea della guerra come strumento di risoluzione dei problemi politici che non regge più. Ma che cosa si può pretendere da gente che fino all’altro giorno flirtava con la mitica Padania?