Asse strategico tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, i paesi nel mirino occidentale (ma te lo racconteranno diversamente)

Le abbiamo unite. Grandi cervelli, i fautori occidentali di questa grande impresa saranno ricordati perennemente…

Il confronto crescente tra la Russia e l’Occidente ha contribuito a rafforzare i legami tra Mosca e altri attori chiave come Cina, Iran e Corea del Nord. Questo nuovo asse strategico è una risposta diretta alle pressioni politiche, militari ed economiche esercitate dalle potenze occidentali.

Rafforzamento dei legami tra Russia e Corea del Nord

La visita del leader nordcoreano Kim Jong-un in Russia nel settembre 2023 ha segnato un punto di svolta nelle relazioni tra i due paesi. Durante l’incontro con il presidente Vladimir Putin, sono state discusse opportunità di cooperazione in vari settori, tra cui economia, tecnologia e, in particolare, difesa. Sebbene non siano stati annunciati pubblicamente dettagli specifici su un accordo di difesa strategica, l’incontro ha evidenziato l’intenzione di entrambe le nazioni di approfondire la loro partnership.

Il 14 ottobre,  il presidente russo Vladimir Putin ha formalmente richiesto alla Duma di Stato di ratificare il trattato di partenariato strategico globale con la Corea del Nord (Repubblica Popolare Democratica di Corea). Questo trattato, firmato a giugno durante una visita di Putin a Pyongyang, prevede che Russia e Corea del Nord si assistano reciprocamente in caso di aggressione straniera e collaborino per garantire una pace e una sicurezza durature sia a livello regionale che internazionale.

La partnership si basa su principi quali il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale, la non ingerenza negli affari interni e l’uguaglianza. Un articolo chiave del trattato stabilisce che, se una delle parti subisce un attacco armato, l’altra fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo, in conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

Entrambe le nazioni si sono impegnate a non concludere accordi con terze parti che possano essere diretti contro gli interessi fondamentali dell’altra. Inoltre, Russia e Corea del Nord esprimono la loro opposizione alle sanzioni occidentali, definendole misure coercitive unilaterali contrarie al diritto internazionale, e si impegnano a non applicarle l’una contro l’altra.

Recentemente, la Corea del Sud ha affermato che il trattato è già in vigore e che soldati nordcoreani potrebbero essere coinvolti nel conflitto in Ucraina a fianco delle truppe russe. Il Cremlino ha smentito queste affermazioni, definendole “un’altra bufala”, e il presidente Putin le ha descritte come “totalmente assurde”.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato che la Russia vede nella Corea del Nord un partner strategico con cui cooperare in diversi ambiti, inclusa la sicurezza. Questa cooperazione potrebbe avere implicazioni significative per l’equilibrio di potere nella regione Asia-Pacifico.

Collaborazione militare tra Russia e Cina

Parallelamente, la Russia ha intensificato i suoi legami militari con la Cina, una nazione contro cui un alto ufficiale statunitense prevede di entrare in guerra entro il 2025. E’ probabilmente per questo che già dal 2023, le forze armate dei due paesi hanno condotto diverse esercitazioni congiunte, tra cui manovre navali nell’Oceano Pacifico che hanno coinvolto operazioni antisommergibile e di difesa aerea. Queste esercitazioni a fuoco vivo dimostrano un alto livello di fiducia e coordinamento tra le due potenze.

Il vicepresidente della Commissione militare centrale cinese, Zhang Youxia, ha dichiarato: “ I funzionari della difesa di Russia e Cina sono uniti nelle loro valutazioni dei processi globali e hanno una comprensione comune di ciò che deve essere fatto nella situazione attuale ” – ed ha anche dichiarato: ” Ci auguriamo che le parti facciano sforzi congiunti per attuare gli accordi raggiunti dai capi di stato, mantenere stretti contatti ad alto livello, approfondire ed espandere le relazioni tra le forze armate dei due paesi, proteggere la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo dei loro paesi e lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità internazionali e regionali “

L’Iran come partner strategico

Anche l’Iran sta emergendo come un importante alleato strategico per la Russia. Le sanzioni occidentali hanno avvicinato Teheran e Mosca, spingendole a collaborare in settori quali l’energia, il commercio e la difesa. Durante vari incontri bilaterali, i leader dei due paesi hanno espresso l’intenzione di rafforzare ulteriormente i legami, con particolare attenzione alla cooperazione militare e tecnologica.

Lo scorso venerdì, il Presidente Putin ha incontrato il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian al forum internazionale “Interconnessione dei Tempi e delle Civiltà – Fondamento per la Pace e lo Sviluppo” ad Ashgabat, in Turkmenistan. In questa occasione, hanno concluso i dettagli di un accordo di alleanza strategica tra Russia e Iran, che dovrebbe essere formalmente firmato al vertice dei BRICS a Kazan, in Russia, il 22 ottobre.

Avendo forgiato un’alleanza militare strategica con quattro dei più grandi eserciti del mondo, il leader russo ha dichiarato al forum internazionale in Turkmenistan la scorsa settimana: “Questo evento celebra il 300° anniversario della nascita del grande poeta e pensatore turkmeno Makhtumkuli Fraghi, che ha promosso giustizia ed uguaglianza, consenso e responsabilità, tolleranza e comprensione, rispetto e solidarietà. Questi valori sono ancora attuali e comprensibili per le persone di buon senso oggi, particolarmente rilevanti e necessari nell’attuale situazione difficile, in cui il mondo affronta minacce senza precedenti causate da divisioni tra civiltà, conflitti interetnici e interreligiosi. Le relazioni internazionali sono entrate in un’era di cambiamenti globali e fondamentali, e si sta formando un nuovo ordine mondiale che riflette la diversità dell’intero pianeta, e questo processo naturale è irreversibile.”

È interessante notare come il previsto attacco israeliano all’Iran si sia, in un certo senso, ridimensionato, pur rimanendo grave. È stato infatti rivelato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha comunicato all’amministrazione Biden la sua disponibilità a colpire strutture militari piuttosto che obiettivi petroliferi o nucleari in Iran, secondo due funzionari a conoscenza della questione. Questo suggerisce un contrattacco più limitato, volto a prevenire una guerra su vasta scala.

Questa rivelazione è stata seguita dall’annuncio del Pentagono di inviare in Israele una delle sette batterie di difesa aerea ad alta quota (THAAD) dell’esercito americano, insieme alle truppe necessarie per gestirla. Tuttavia, il dispiegamento non è finalizzato a proteggere Israele in generale, ma piuttosto a difendere la segreta base militare americana denominata Site 512, situata nel deserto del Negev in Israele, presente in modo permanente almeno dal 2012.

Un nuovo ordine mondiale in formazione

Sullo sfondo di questi avvenimenti, Putin ha recentemente affermato che il mondo sta entrando in “un’era di cambiamenti globali e fondamentali”, sottolineando la necessità di un nuovo ordine mondiale che rifletta la diversità dell’intero pianeta. Ha citato l’importanza di valori come giustizia, uguaglianza e comprensione reciproca, indicando che questi principi dovrebbero guidare le relazioni internazionali in futuro.

Reazioni dall’Occidente

Questi sviluppi hanno suscitato reazioni scomposte ed isteriche tra le potenze occidentali. Il presidente del Servizio di intelligence federale tedesco, Bruno Kahl, ha avvertito che “siamo in diretto confronto con la Russia”. Ha sottolineato che la Russia potrebbe perseguire l’obiettivo a lungo termine di indebolire l’Occidente e stabilire un nuovo ordine globale. Per questo egli ha valutato una risposta diretta della Russia alla NATO entro il 2030: ” Che ci piaccia o no, siamo in diretto confronto con la Russia… Un confronto militare diretto con la NATO potrebbe essere una linea d’azione per la Russia entro il 2030, mentre Putin persegue il suo obiettivo a lungo termine di indebolire l’Occidente e stabilire un nuovo ordine globale “.

Nello stesso tempo, in Medio Oriente permane una situazione di querra senza regole che vede gli USA e tutto il blocco occidentale agire esclusivamente con uno spirito di parte, mentre allo stesso tempo viene costantemente messa da parte ogni regola umanitaria. E ciò che si profila ora è ancor più incerto: il coinvolgimento di paesi come l’Iran nel nuovo asse strategico potrebbe complicare ulteriormente la situazione nella regione, specialmente in relazione ai rapporti con Israele e agli interessi degli Stati Uniti.

Considerazioni

Il crescente confronto tra la Russia e l’Occidente ha catalizzato la formazione di nuove alleanze strategiche. La cooperazione tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord potrebbe ridefinire l’equilibrio di potere a livello globale. Mentre queste nazioni cercano di proteggere i loro interessi sovrani e di promuovere un ordine mondiale multipolare, le potenze occidentali dovranno gestire le relazioni internazionali in modo differente se non vogliono distruggere ogni cosa e far ripiombare il mondo all’età della pietra.

Di fronte al consolidarsi di nuove alleanze e alla volontà di gran parte del mondo di promuovere un sistema multipolare, si osservano con crescente preoccupazione segnali che indicano un’esposizione sempre più evidente dell’Occidente verso una guerra aperta. Questa escalation comprende un vasto arsenale—senza esclusione di colpi—sia sul piano verbale che attraverso la costruzione di un’economia di guerra.

Accanto a questo dispiegamento di forze militari, è altrettanto preoccupante la postura che i governi e gli enti sovranazionali occidentali hanno assunto come politica omogenea da attuare sistematicamente all’interno delle nostre società. Si tratta di un processo di omogeneizzazione e di appiattimento del senso critico delle popolazioni, anche tramite una lotta a tutto campo alla “disinformazione”, ovvero contro il dissenso.

Sembra che l’Occidente sia determinato a prevalere in maniera violenta, ricorrendo allo scontro diretto e a strategie di guerra asimmetrica contro quei paesi che si stanno alleando in accordi difensivi.

A tema, proprio in queste ore, Zelensky ha nuovamente rilasciato dichiarazioni preoccupanti, affermando che le possibilità sono solo due: “o l’Ucraina avrà armi nucleari oppure aderirà alla NATO.” Questo segna un nuovo e inquietante innalzamento del livello di tensione. Considerando i precedenti, non mi sorprenderebbe se qualcuno in Europa prendesse come il ‘nuovo vademecum’ operativo europeo queste affermazioni, come è già avvenuto in modo inusitato, contro ogni logica e ragione.