Il 20 luglio a sera (verso le 22.00) bombardamenti israeliani hanno preso di mira le aree delle milizie sostenute dall’Iran vicino a Damasco, secondo quanto afferma l’agenzia siriana SANA.
Le difese aeree dell’esercito hanno affrontato un’attacco missilistico israeliano dalla regione di Majdal Shams nel Golan siriano occupato. Sembra che gli obiettivi IRC fossero situati a circa 15 km a sud della capitale.
L’agenzia di stampa ufficiale SANA ha annunciato che le difese aeree sono state attivate da “obiettivi nemici” sulla capitale. “Le nostre difese aeree hanno risposto ai missili lanciati dal nemico israeliano dall’area di Majdal Shams nel Golan siriano occupato”, afferma la nota. La notizia è ripresa anche dal quotidiano israeliano Haaretz.
Un portavoce militare siriano citato dalla televisione di stato ha detto che le difese aeree siriane hanno intercettato la maggior parte dei missili che hanno preso di mira le periferie del sud di Damasco, aree che Israele aveva colpito in passato, prima di raggiungere gli obiettivi e infliggere solo “perdite materiali”. Sembra che un missile sia caduto pure in Irbid, Giordania.
Alcune fonti dicono che l’attacco ha preso di mira un grande deposito di munizioni gestito dall’Iran a Jabal al Mane vicino alla città di Kiswa, dove le guardie rivoluzionarie iraniane sono state a lungo trincerate in una zona accidentata a circa 15 km a sud del centro di Damasco.
Le esplosioni sono state udite nella capitale e hanno scosso le finestre di diversi quartieri, riferiscono i residenti. Uno dei razzi israeliani è atterrato nella zona civile Mazzeh est, tra Mazzeh e i frutteti di Daraya, e ha provocato un incendio.
Media libanesi segnalano la morte di un generale iraniano ma questo non è confermato.
Solo nel 21 ° secolo tali azioni possono aver luogo tra le nazioni e non possono essere classificate come “Guerra”. Del resto la giustificazione israeliana secondo la quale i target sarebbero iraniani, non regge. La Siria è stata al centro di un tentativo di colpo di stato appoggiato e voluto anche da Israele. La conseguenza attuale che vedono le forze iraniane in Siria, sono quindi da ricondurre a tutto ciò.
Con la Siria isolata internazionalmente è normale e legittimo che essa accetti l’alleanza e si stringa a chi l’ha sorretta ed aiutata.
Qualcuno potrebbe obiettare che la Siria non ha mai firmato un trattato di pace con Israele (a differenza della Giordania e dell’Egitto), quindi si potrebbe sostenere che sono ancora in uno stato di guerra dal 1948. E’ pur vero però che la Siria da allora non ha mai attaccato Israele mentre Israele , sì.
Ma queste considerazioni sono valide almeno per difendere la realtà dei fatti: la verità è che la capitale di una nazione riconosciuta ed appartenete alle Nazioni Unite è sotto attacco da parte di una nazione ostile. Ma a causa di una illegalità sempre più diffusa, nessuna dichiarazione di guerra è stata data.
@vietatoparlare
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