Ci sono più di 20.000 radicalizzati in Francia ed il governo non può controllarli tutti; è questa la giustificazione ripetuta dalle nostre televisioni nazionali. L’attentatore di Strasburgo è stato arrestato 27 volte e per 27 volte rilasciato dopo brevi pene. Ovviamente si tratta di un ‘non integrato’. E’ la storia comune ripetuta dalla maggioranza delle nostre emittenti televisive ogni qualvolta avviene un episodio più eclatante e l’attentato di Strasburgo non fa una eccezione. La cronaca offertaci è particolareggiata, professionale, ci mette al corrente di ogni particolare ma mai poi finisce con un giudizio che, se ci fosse, aprirebbe ad un cambiamento.
La mancanza di giudizio deriva da un fattore molto semplice: la prospettiva con cui si pensa di affrontare la situazione è sempre le stessa, e questo è preoccupante.
L’Europa continua a perseguire e spingere per mettere in atto politiche immigratorie sempre più estreme senza criterio secondo considerazioni aleatorie, senza considerare l’impatto, valutare lo stato delle nostre società oppure discriminare certi paesi di provenienza dove vige l’islam duro. Nello stesso tempo, l’Onu tenta di equiparare l’immigrazione alla pari con il diritto di asilo dei rifugiati. L’Europa, – nonostante sia in grave difficoltà con l’Islam radicale – lo continua a supportare all’estero, tra l’altro privilegiando i paesi dove vige l’islam radicale rispetto ai paesi arabi laici, come la Libia e la Siria, questi ultimi polverizzati. Sempre su questo filone, a livello mondiale l’occidente ha dichiarato da anni guerra economica all’Iran, che combatte l’ideologia wahabita estremista. Per farlo, gli USA -con la complicità del silenzio assenso europea – hanno addirittura alimentato l’estremismo sunnita in Iraq, favorendo l’ascesa dell’ISIS. Tutto questo avviene mentre, in nome dei diritti, la nostra ‘Unione Europea’ distrugge la propria identità cristiana (che valorizza integralmente l’umano ed il bello, il vero) , svendendo ogni cosa a favore del globalismo , degli affari e dei diritti.
Beh tutto questo non è del tutto normale. Anzi, affatto.
Per capire la dimensione del problema, del resto, basti leggere il comunicato stampa del Segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland:
Offriamo le nostre condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime. Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo di Strasburgo e siamo solidali con il paese ospitante, la Francia, e questa meravigliosa città. Vorrei esprimere il mio pieno sostegno alle autorità francesi, che continuano a fare tutto quanto in loro potere per proteggere gli abitanti della città, la comunità internazionale e i cittadini di tutta Europa che vengono a visitare questo luogo storico. Sono certo che Strasburgo non permetterà mai ai terroristi di impadronirsi delle loro belle strade, piazze, mercati. Appartengono al popolo. Al momento attuale, quando abbiamo iniziato a consolare l’idea che il numero di atti terroristici è in declino, gli omicidi di ieri fungono da doloroso ricordo che in Europa esiste una seria minaccia di terrorismo e che gli attacchi sono possibili in qualsiasi momento. Pertanto, nella nostra lotta contro il terrorismo e le cause del terrorismo, dobbiamo agire in modo chiaro e deciso. Il lavoro del Consiglio d’Europa per prevenire la radicalizzazione e combattere l’estremismo è più importante che mai.
Ed ecco, a ruota – la dichiarazione del ministro degli interni francese- che preannuncia ‘nuove disposizioni’ :
Allo stato attuale, il piano di misure antiterrorismo è stato rafforzato in Francia: il governo ha deciso di dichiarare (il livello più alto) il livello di minaccia dell’atto terroristico, verrà implementato un controllo alle frontiere rafforzato e un maggiore controllo sarà esercitato in tutti i mercati di Natale in Francia.
La soluzione è quindi questa: adottare nuove disposizioni di polizia. Notate che nessuna decisione che attacchi le cause e specialmente nessuna presa di coscienza in politica estera, è stata presa. La presenza francese in Siria continuerà, la politica in Africa e all’estero continuerà com’è; non cambiano le alleanze, non cambiano i paradigmi. Ma più semplicemente, si terranno d’occhio i mercatini di Natale con più attenzione e più uomini, come se i terroristi avessero comunicato che per l’anno 2018 gli attentati si continueranno a fare ai mercatini di Natale. E’ una intelligence... poco intelligente o vogliono prenderci in giro…
Come potete notare, le iniziative messe in atto dalla Unione Europea non scalfiscono il problema: gli argomenti partoriti non sono di livello, usano luoghi comuni triti e ritriti, discorsi che non richiamano a nessuna responsabilità: chiedono solo di ‘stringersi a coorte’ e sopportare l’establishment, perché è giusto così. Se esiste il problema non è colpa di nessuno, sono frutto dei cambiamenti climatici. I messaggi non contengono nessuna ammissione di responsabilità, nessuna presa di coscienza. Invece gli strateghi richiamano i cittadini alla responsabilità contro ‘il terrorismo’ facendo per l’ennesima volta su un vago sentimento nazionale: “la Francia ha belle strade e belle piazze che appartengono al popolo” (???).
Sono balle. Per contro non si fa l’unica cosa logica: dire il nome del problema, o affrontare almeno un aspetto del problema, senza reticenze. Invece, la parola ‘Islam’ non è stata pronunciata una sola volta, neanche con i dovuti distinguo. Perchè!? Come possono credere i leader europei di affrontare il problema in questo modo!? Come possono i leader europei andare avanti negando la realtà?
E’ evidente che senza la coscienza esatta del problema, lo si ingigantisce, mistificandolo. In definitiva, in nome dei ‘diritti’ stiamo perdendo il nostro maggior diritto. Stiamo perdendo di vista chi siamo, il motivo per cui lottare, il compito per cui ogni uomo vive: è il senso dei mercatini di Natale attaccati, è il senso del Natale. Ma è proprio questa parola ‘Natale’ che viene misconosciuta e obliterata, in nome dei ‘diritti’ e della Égalité.
Ma questo punto di vista è miope: se non esiste nessun compito nella vita è ovvio che ogni reazione sarà di tipo scaramantico o muscolare; se il pericolo non esiste, rimarrà impalpabile, ogni gesto estremo sarà relegato a pura follia umana, perciò non comprensibile. Nessuno si può sentire responsabile della follia e della altrui cattiveria. Secondo la mentalità prevalente, il nemico c’è, ma si sconfigge con la buona volontà, amplificando le strategie ed i mezzi a disposizione. Così lo stato fa ‘il possibile’ e propone una parola che fa contenti tutti: ‘terrorismo’, qualcosa al di fuori di noi che mina il nostro vivere ordinato. Cosicché anche i sistemi più malvagi ed autoritari ‘amici’ che finanziano il terrorismo, non avranno problemi: basterà che anche essi si uniscano all’allegra brigata, magari attaccando i propri oppositori (come i sauditi attaccano lo Yemen).
Naturalmente tutto questo è pura ipocrisia: il nemico ‘evanescente ed impalpabile’ è quello con cui la Casta di Bruxelles continua a fare affari lucrosi e gode accompagnarsi. Senza farsi scrupolo ed in piena coscienza si sta concedendo alla controparte il libero accesso in Europa, si concede che questa presenza generi e finanzi la diffusione di quel fenomeno che comunemente viene poi chiamato ‘radicalizzazione’ ; lo si tratta come se fosse un fenomeno spontaneo , indefinito ed accidentale. Di fronte a queste problematiche, la classe politica che governa l’Europa è del tutto inefficace, non consapevole , anzi è menzognera e violenta. Prova ne è la ricetta che la Casta di burocrati – tanto attenti allo zero-virgola e pronti a farci fare la fine della Grecia – decidono ad ogni attentato: nient’altro che un rafforzamento dei poteri centrali. Poteri repressivi più pervasivi e leggi di polizia e di controllo (anche sul libero pensiero) sempre più invasive che sconvolgono il tessuto sociale e le vere libertà. Nello stesso tempo la Casta ed i poteri trasversali di ‘influenza’* non interrompono le guerre e l’ostilità contro l’Islam moderato.
Patrizio Ricci by Vietato Parlare
Part of Strasbourg city center evacuated because of shooter close to Christmas market. Soldiers we talked to mentioned five wounded. pic.twitter.com/fkgAgjxqVI
— Maximilian Hofmann (@maxhofmann) 11 dicembre 2018
[su_panel shadow=”0px 4px 2px #eeeeee”]Nota a margine (*) : Gruppi di pressioni e lobby gravitano intorno ai palazzi dell’Unione europea. Un settore che ogni anno investe qualcosa come 1,5 miliardi di euro per orientare scelte e politiche comunitarie che poi si riflettono su 510 milioni di persone. Se non ci credete, leggete il report “Lobby Planet” : tratteggia un tour dettagliato che conduce, quartiere per quartiere, tra gli uffici dei 25mila lobbisti attivi per conto delle imprese multinazionali nel cuore europeo della capitale belga e le principali sedi degli incontri. Sarebbe riduttivo dire che è solo questo il problema – c’è la Nato, ci sono influenze della grande finanza, c’è una deriva in atto dell’umano, l’individualismo a cui si spinge perché l’uomo è poi più aggredibile e destinatario finale delle merci – è la misura delle dinamiche e delle forze in atto che vengono sottaciute. L’impressione fondata è che le scelte sono fortemente condizionate da altro che non è il bene comune. Del resto esso non lo si arriva a concepire più, dato che l’uomo è uno sconosciuto in certi lidi. Ma allora la domanda ancora una volta è: cosa vogliamo per il nostro futuro e per il nostro vivere: la vita umana deve poggiare sul mercanteggiamento o siamo fatti per altro? [/su_panel]