NUOVO APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE PRO TERRA SANCTA PER SOSTENERE I CIVILI SIRIANI DOPO LA NUOVA SOSPENSIONE DEI NEGOZIATI DI PACE

FireShot Screen Capture #273 - 'ATS pro Terra Sancta' - www_proterrasancta_org_itMilano, 17 febbraio 2014

SIRIA

Si è chiusa senza nessun risultato “Ginevra 2” , la Conferenza internazionale di pace sulla Siria che doveva porre fine al conflitto che in meno di tre anni ha causato la morte di oltre 100 mila persone tra cui moltissimi bambini.
Svanisce così la possibilità di creare corridoi umanitari per portare soccorso alla popolazione.

L’Associazione pro Terra Sancta lancia un nuovo appello per sostenere l’emergenza umanitaria e la necessità di medicine e di cibo in Siria.

I francescani della Custodia di Terra Santa sono attivi in questa terra da prima che il conflitto iniziasse e proprio per questo riescono ad agire e a dare tutta l’assistenza necessaria.

COSA È STATO FATTO

Fin dall’inizio della guerra in Siria, pro Terra Sancta ha aiutato la Custodia di Terra Santa a sostenere i conventi e le parrocchie che danno da dormire e provvedono ai bisogni primari (cibo, vestiti e medicine) di moltissime famiglie. I frati hanno creato 4 centri di accoglienza (Knayen, Yacoubieh, Jser – El Chougour e Jdeideh.) che ospitano circa 200 persone e provvedono alle esigenze di altre 4000 ogni giorno. Ogni mese circa 50 famiglie vengono aiutate a cercare nuove case.

Pro Terra Santa ha già raccolto molto, in questi due anni e mezzo di conflitto, grazie alla generosità di tante persone che fatto anche piccole donazioni, ma tante e importanti. I fondi vengono portati fisicamente in Siria e questa è una garanzia del loro impiego corretto. Ci sono arrivate offerte perfino dalla Cina e da Singapore. Purtroppo non basta. Il bisogno è enorme e moltissima gente sopravvive solo grazie agli aiuti provenienti dall’esterno.  La Siria è sempre stata il granaio del mondo, ma oggi ha bisogno di pane.

Negli ultimi mesi la situazione è diventata estremamente critica anche per loro.

Il 23 giugno 2013 Padre Francois Mourad è morto a Ghassanieh, all’interno di un convento francescano di Sant’Antonio da Padova dove aveva cercato rifugio.

In seguito alla sua morte Padre Halim Noujiam, francescano libanese della Custodia di Terra Santa, ha lanciato un appello all’Occidente (tramite una lettera inviata ai confratelli di Gerusalemme) affinché non sostenga i rivoluzionari anti-Assad “i cosiddetti ribelli appoggiano gli estremisti religiosi responsabili di diversi attacchi contro la minoranza cristiana.”

Padre Halim por­ta da due anni gli aiuti uma­nitari a Damasco (sol­di, medicine, viveri). Alcune zo­ne del Paese sono off limits anche per lui.  Da quasi due anni non può andare nell’Oronte, e ad Aleppo, perché troppo pericoloso. Da un an­no non ha più notizie dei fra­ti che vivono lì. Nei con­venti manca acqua, elettri­cità e il telefono, quindi le notizie che arrivano sono pochissime.

Egli ha assistito an­che a casi di conversione for­zata. I cristiani sono costretti a convertirsi all’islam e a pagare una tassa se vogliono rimanere e non essere massacrati. Mol­ti preferiscono lasciare la casa e tutto quello che hanno piuttosto che rinne­gare la propria fede e spesso si rifugiano in Libano

Il 2 dicembre 2013, il fronte di rivoltosi armati al-Nusra si è impadronito per la seconda volta della città di Maaloula, la più famosa città cristiana della Siria, dove i residenti parlano ancora l’aramaico, la lingua di Gesù Cristo.  Miliziani di Al Nusra e salafiti hanno occupato il 15 dicembre 2015 il villaggio cristiano siriano di Kanyeh imponendo alla popolazione di obbedire alla sharia e alle donne di indossare il velo islamico, pena l’immediata fucilazione.

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La strana vicenda della crisi in Ucraina: numerose le verità nascoste ed inconfessate

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Il Papa denuncia le torture ai cristiani in Siria

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Kiev scatena la guerra

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Aleppo, noi resistiamo …

aleppo investita bombe
aleppo investita bombe

Aleppo, lettera N° 17  – 1 maggio 2014

A un giornalista che mi ha chiesto come vorrei descrivere la situazione in Siria , ho risposto: imputridita .

Ecco, da tre anni è in corso la guerra e nessuno dei due campi è in grado di prevalere militarmente e non appare nessuna soluzione politica all’orizzonte. Le Potenze regionali e mondiali  ( così come i media ), sembrano aver perso interesse a questo conflitto, eppure proprio loro lo avevano incoraggiato , finanziato , armato e forse progettato. Ora hanno altre preoccupazioni : Crimea , Ucraina, volo MH370 , elezioni e quindi lasciano che  la situazione in Siria marcisca .

E questo a scapito dei Siriani che vedono distrutto il loro Paese, la sua economia annientata, il suo patrimonio saccheggiato, la sua èlite in esilio, le sue ricchezze depredate..
Per non parlare dei 150.000 morti, dei 4 milioni di rifugiati, gli  8.000.000 di sfollati interni, gli atti di ferocia e di barbarie che nessuno poteva immaginare e un odio settario non lo conoscevamo , perchè qui cristiani e musulmani vivono in armonia da secoli. Anche i detrattori più ardenti del regime e i sostenitori più accaniti delle riforme non volevano la guerra , e soprattutto non questo.
La situazione in Aleppo sta andando di male in peggio con il blocco intermittente ma completo, sia di persone che di  merci. Quello che ne consegue è l’impossibilità di lasciare o entrare in città e una penuria di prodotti essenziali : verdura, frutta , carne, pollo, gas ecc.. Poi, all’improvviso, dopo 10-15 giorni, il blocco si allenta  per riprendere qualche tempo dopo. Recentemente, acqua ed elettricità sono state tagliate per 11 giorni consecutivi ; i venditori di generatori e olio combustibile si sono strofinati  le mani. Per fortuna che un anno fa un’organizzazione cristiana protestante ha perforato 20 pozzi in chiese in diversi quartieri di Aleppo ( seguiti in questo da gruppi musulmani che hanno fatto lo stesso nelle moschee ). Gli Aleppini quindi si sono messi in coda davanti a chiese e moschee per riempire contenitori di acqua (si torna al Medioevo !) .
 Una pioggia di colpi di mortaio è caduta quotidianamente su Aleppo uccidendo decine di persone e ferendone altrettante. I cecchini continuano a devastare tra i pedoni. Per non parlare delle mostruose esplosioni di edifici pubblici a causa degli esplosivi piazzati attraverso tunnel sotterranei .

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UCRAINA, RUSSIA E CINA. PERCHE’ PUTIN E’ NEL MIRINO DI WASHINGTON?

usaairborne

di Mike Whitney  – da controinformzione

Le provocazioni degli USA in Ucraina non possono essere capite al di fuori della politica di Washington di “perno sull’Asia”, che consiste in un più ampio piano strategico che sposta l’attenzione dal Medio Oriente all’Asia.

Il cosiddetto “ribilanciamento” è di fatto un piano per controllare la crescita della Cina e renderla compatibile con le aspirazioni egemoniche statunitensi. Ci sono diverse scuole di pensiero su come questo si possa ottenere, ma ricadono grosso modo in due categorie: “uccidi il drago” o “abbraccia il panda”.

I primi caldeggiano una strategia di contenimento, mentre i secondi il coinvolgimento. Finora, la politica finale non è ancora stata decisa, ma le ostilità nel Mar Cinese Meridionale e nelle isole Senkaku rendono chiaro che il piano dipenderà pesantemente dalla forza militare.

Quindi cos’ha a che fare la Cina con il bisticcio in Ucraina?
Tutto. Washington vede la Russia come una crescente minaccia ai suoi piani per il dominio regionale. Il problema è che Mosca è diventata sempre più forte e ha esteso la sua rete di oleodotti e gasdotti attraverso l’Asia centrale fino all’Europa. Ecco perché Washington ha deciso di usare l’Ucraina come scenario per un attacco alla Russia: perché una Russia forte e integrata all’Europa è una minaccia all’egemonia statunitense. Washington vuole una Russia debole che non sfidi la presenza americana in Asia centrale o il suo piano per controllare risorse energetiche vitali.

Al momento, la Russia fornisce circa il 30% del gas dell’Europa occidentale e centrale, il 60% del quale transita attraverso l’Ucraina. La popolazione e le imprese europee dipendono dal gas russo per scaldare le case e far funzionare i macchinari. I rapporti commerciali tra UE e Russia stanno rafforzando sia il compratore che il venditore. Gli USA non guadagnano nulla dal partenariato UE-Russia, ecco perché Washington vuole bloccare l’accesso di Mosca a mercati cruciali. Questa forma di sabotaggio commerciale è un atto di guerra.

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