fonte: ORA PRO SIRIA- da Aleppo- lettera n ° 11
“Mamma, quando potremo tornare a casa? “. Fouad, un piccolino di quattro anni, lancia questa domanda a sua madre, poco prima di dire buona notte …
fonte la nuova Bussola Quotidiana L’articolo di Rino Cammilleri (“L’effetto Bergoglio dice del nostro tempo”) pubblicato domenica 23 giugno ha provocato diverse reazioni. Pubblichiamo la lettera di don Gabriele Mangiarotti perché esprime bene la radice di un disagio davanti a certe riduzioni che vengono operate nei confronti del Papa, di ogni Papa. Carissimo Rino, ho …
fonte Cultura Cattolica autore: don Gabriele Mangiarotti Non sono un professore di storia del cristianesimo in una prestigiosa università americana, né tanto meno teologo o filosofo di professione (e si vede, potrete dire). Sono un sacerdote che ama la Chiesa: quella storica, concreta, reale; che cerca di vivere quotidianamente la missione, in questo nostro tempo, …
Il vescovo Hindo: ha offerto il suo martirio per la pace La Stampa- Marco Tosatti Secondo fonti siriane attendibili i militanti islamici di Jabhat al-Nusra avrebbero attaccato in giornata un convento latino nel nord della Siria, in località Ghassanieyh, vicino a Idlib e almeno un sacerdote sarebbe morto. Fonti locali hanno riferito che i militanti …
Chi resta vicino al popolo mentre anche il premio Nobel per la pace arma la guerra in Siria? 10forSyria, il nostro contributo per aiutare i profughi. SamizdatOnLine #10 for Syria La guerra civile in Siria sta avendo ripercussioni notevoli sui paesi confinanti, in particolare Libano e Giordania dove migliaia di famiglie in fuga dal conflitto …
Si chiede giusta tutela o imposizione di una nuova ideologia? di Patrizio Ricci – La Perfetta Letizia Con il patrocinio del governo italiano si è svolto domenica a Roma la giornata dell’orgoglio omosessuale. Tra il popolo che ha infoltito l’evento, tanti sono stati coloro che hanno invocato anche qui in Italia la ‘conquista civile francese’ …
fonte: ORA PRO SIRIA- da Aleppo- lettera n ° 11
“Mamma, quando potremo tornare a casa? “. Fouad, un piccolino di quattro anni, lancia questa domanda a sua madre, poco prima di dire buona notte …
Intervista al patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal: il conflitto in Siria, il processo di pace tra israeliani e palestinesi e il dramma dei cristiani in Medio Oriente
Tempi, 8 giugno 2013 – di Leone Grotti
Patriarca, che cosa significa che la Chiesa di Gerusalemme è la Chiesa del calvario?
La mia Chiesa è la Chiesa della croce, della sofferenza, dell’occupazione, dell’emigrazione dei cristiani, della libertà che manca a tutti i cristiani del Medio Oriente di venire qui e pregare. Ma se pensiamo a Iraq, Siria ed Egitto vediamo che da due o tre anni tutto il Medio Oriente è la Chiesa del calvario, il calvario della violenza.
A inizio anno ha lanciato questa provocazione: «Se anche la Giordania diventa instabile, dove andremo, in Arabia Saudita?».
Grazie a Dio adesso non dobbiamo aver paura di una cosa che non è successa e spero non succederà mai. Sono stato da poco in Giordania: anche se non al cento per cento, è l’unico paese del Medio Oriente dove c’è stabilità politica e psicologica. Anche le famiglie sono più serene, abbiamo superato la crisi, la paura. Non a caso nel nostro seminario il numero più grande di seminaristi viene proprio dalla Giordania. Ma vorrei sottolineare anche un’altra cosa.
Il 30 maggio scorso, alla presenza del governo, di diversi ambasciatori e del re di Giordania Abd Allah II, con gioia e orgoglio abbiamo inaugurato in modo solenne l’università di Madaba, benedetta da papa Benedetto XVI tre anni fa. L’università funziona da due anni, è cattolica, appartiene al patriarcato, però ha un cuore grande ed è aperta a tutti. Abbiamo studenti da tutto il Golfo: Arabia Saudita, Oman, Iraq, Siria, Giordania, Israele e Palestina. In Giordania oggi tutti possono arrivare senza limitazioni, è l’unico paese così rimasto in Medio Oriente.
Oggi la situazione più grave la vive sicuramente la Siria. È preoccupato per la sorte dei cristiani?
Non sono preoccupato solo per i cristiani ma per tutti gli abitanti della Siria. I cristiani infatti sono parte integrante della popolazione. Che la Siria abbia bisogno di riforme è vero, anche noi ne abbiamo, ma passare dall’esigenza delle riforme alla distruzione di tutto il paese perché alcuni vogliono il cambiamento, questa è un’altra cosa e noi capi religiosi del Medio Oriente non siamo d’accordo.