Come ho già riportato ieri, il ministro degli esteri ex atleta di trampolino Barbock e soprattutto allieva dei “Young Global Leaders” di Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum, il 24 gennaio ha detto nel corso di una sessione del Consiglio d’Europa a Strasburgo che la UE è in guerra con la Russia. Tuttavia, successivamente ha invertito la marcia ed ha sostenuto che la Germania non è in conflitto con la Russia.
A fronte di questa confusione su un argomento così scottante e gravido di conseguenze, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova è intervenuta stigmatizzando la contraddittorietà delle dichiarazioni della Baerbock la quale, successivamente all’esplosiva affermazione, ha aggiunto “fornire sostegno a Kiev non rende la Germania una parte del conflitto in Ucraina“.
In realtà le due dichiarazioni benché di segno diametralmente opposto, sono solo apparentemente una contraddizione, perché la negazione plausibile è uno strumento utilizzato frequentemente dalla NATO, ove alla realtà dei fatti si contrappone una negazione, ma al solo scopo di evitare l’escalation dell’altra parte e, nello stesso tempo, generando coscientemente caos informativo.
In particolare la portavoce del Ministero degli esteri della RF, sulle acrobazie verbali della Baerbock ha detto:
Capiscono di cosa stanno parlando? Il ministro degli esteri tedesco afferma che il suo paese, insieme ad altri paesi, è in guerra con la Russia. [Poi] Lo stesso ministero non considera il proprio Paese parte in conflitto”, ha scritto Zakharova su Telegram.
Il rappresentante del ministero degli Esteri russo ha proseguito dicendo che si tratta di “dichiarazioni che si contraddicono a vicenda” e ha invitato le autorità tedesche a chiarirle. (…)
Si potrebbe considerare che la Baerbock stia eseguendo brillantemente il suo compito. Del resto, come potrebbe la Baerbock, contraria al Nord Stream 2, russofoba, militarista, atlantista, fautrice di una linea dura con Mosca e Pechino, agire diversamente?
Perfetta per attuare l’agenda dell’amministrazione Biden, ma anche abbastanza abile da nascondere i suoi veri tirafili dietro una coltre di buonismo ed ecologismo. Il fatto che dalla dal Süddeutscher Zeitung fino alla Bild si sprechino elogi per una che finora non ha amministrato nemmeno un condominio la dice lunga sulle forze che ha dietro di sé.
Ma la signora Baerbock è anche una rappresentante estrema della ‘cancel culture. Credo che questo filmato sia emblematico della personalità di Annalena Baerbock, ove per ben 6 minuti si rifiuta di farsi intervistare perché suonano le campane in sottofondo:
Questo filmato può sembrare insignificante o pretestuoso, ma in realtà è molto eloquente e descrive molto efficacemente l’avversione della Baerbock per il Sacro.
Precedentemente, Blondet così commentava la sua avversione per il crocefisso, che ha fatto rimuovere dalla Sala della Pace dello storico municipio di Münster, dove si sarebbe tenuta la riunione del G8:
La Verde atlanticista con questo atto di cancel culture ha commesso un doppio, e simbolico, gesto di barbarie: sotto quel crocifisso si firmò la Pace di Westfalia, origine dello Ius Publicum Europaeum che fu il punto più alto della civiltà politica europea: sancì ordine umano nella guerra con il riconoscimento del nemico come justus hostis, avversario legittimo. La Baerbock nulla sa di questo, e nemmeno immagina cosa ha attratto sull’Europa privandola volontariamente dello Sguardo dall’Alto. (…)
Una donna così decisa crede sinceramente di poter mettere Putin sul banco degli imputati. Pertanto non stupisce che i suoi discorsi abbiano una relazione molto lontana con la diplomazia; la diplomazia è l’arte del possibile e questa signora sembra proprio fuori dalla realtà.
.@szmagazin Sagen Sie jetzt nichts. Seit gefühlt 20 Jahren mein Lieblings-Interview-Format. Hat super Spaß gemacht. https://t.co/1MVrvcAU68
— Annalena Baerbock (Archiv) (@ABaerbockArchiv) June 7, 2019