Banca Mondiale: i miliardi scomparsi e il mistero della contabilità invisibile

L’articolo che vi propongo, pubblicato dalla testata austriaca Der Status, analizza le gravi lacune nella gestione dei fondi pubblici da parte della Banca Mondiale, con particolare attenzione ai finanziamenti destinati al clima. Tra mancanza di trasparenza e contabilità inadeguata, si sollevano interrogativi sulla destinazione di miliardi di euro, evidenziando una gestione che lascia spazio a corruzione e cattiva amministrazione. Un’indagine che getta luce su uno dei temi più controversi della finanza internazionale.

Impossibile trovare i soldi per il clima: alla Banca Mondiale mancano fino a 38 miliardi di euro

Fonte: Der Status

Un effetto collaterale della pandemia di Coronavirus e della guerra in Ucraina è che le modalità e i criteri con cui viene speso il denaro sono cambiati in modo significativo. Mentre in passato si manteneva un certo “rispetto” per i miliardi di dollari, oggi è diventata una pratica comune destreggiarsi con queste somme, spenderle o regalarle con estrema facilità. Oppure, come nel caso della Banca Mondiale, semplicemente non sapere dove siano finite.

La guida della Banca Mondiale

La Banca Mondiale è una banca multinazionale per lo sviluppo con sede,  nella capitale degli Stati Uniti, Washington D.C. Il Gruppo della Banca Mondiale, che comprende cinque organizzazioni affiliate, come la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo e l’Associazione Internazionale per lo Sviluppo, è finanziato non solo tramite i mercati finanziari o i profitti degli investimenti, ma anche attraverso le tasse e i contributi degli Stati membri.

Ad agosto di quest’anno, dieci Paesi industrializzati, tra cui Germania, Italia, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, hanno promesso alla Banca Mondiale fondi aggiuntivi per 11 miliardi di euro, al fine di incrementare il suo limite di credito fino a 70 miliardi di euro. L’obiettivo principale di questa misura è fornire ai Paesi più poveri risorse aggiuntive per “affrontare il cambiamento climatico, le pandemie e altre sfide globali”.

Dove sono i miliardi?

Nonostante i fondi provengano in gran parte dai contribuenti, con l’assunzione implicita che il loro utilizzo sia attentamente monitorato, sembra che il controllo lasci a desiderare. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dalla ONG Oxfam. L’analisi delle transazioni finanziarie ha rivelato che tra 24 e 41 miliardi di dollari (22,2-37,9 miliardi di euro) in fondi per il finanziamento climatico risultano di fatto non tracciabili, come riportato anche da Bloomberg.

Oxfam, una ONG internazionale per l’aiuto allo sviluppo finanziata con fondi pubblici provenienti da istituzioni come l’UE e ministeri nazionali, oltre che tramite donazioni, ha già attirato l’attenzione per episodi controversi, come sfruttamento sessuale e feste con prostitute e dipendenti. Tuttavia, l’organizzazione ha analizzato la gestione dei fondi climatici da parte della Banca Mondiale, riscontrando abusi allarmanti. Nel mondo globalizzato, si dice spesso che “un corvo non becca l’occhio di un altro”…

Il 40% delle spese non è documentato

Nell’analisi dei portafogli climatici della Banca Mondiale per il periodo 2017-2023, quasi il 40% dei fondi erogati non è documentato a causa di una contabilità inadeguata. Questo dato lascia sconcertati: qualsiasi azienda privata sarebbe sottoposta a controlli fiscali estremamente severi per simili mancanze.

In un comunicato stampa di Oxfam International a Washington, Kate Donald, direttrice dell’ufficio, ha dichiarato: “Abbiamo dovuto districarci tra strati di rapporti complessi e incompleti e, anche così, i dati risultano pieni di lacune e incongruenze. Il fatto che queste informazioni siano così difficili da ottenere e comprendere è allarmante.”

Una porta aperta alla corruzione?

Il problema principale, già segnalato in passato, è che i fondi climatici vengono registrati al momento dell’approvazione dei progetti, ma spesso non viene effettuato alcun controllo sull’effettivo utilizzo delle somme o sulla registrazione dei costi finali. Di conseguenza, non è possibile sapere con certezza come siano stati impiegati i fondi o quanta parte sia andata persa o dirottata a causa di corruzione o cattiva gestione.

Oxfam ha espresso un giudizio severo sulle pratiche della Banca Mondiale, sottolineando che, essendo spesso considerata una leader nel settore finanziario internazionale, la banca ha una responsabilità maggiore nel mantenere alti standard di trasparenza. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi per posizionarsi come la principale istituzione multilaterale nei finanziamenti per il clima, non esiste una valutazione indipendente del portafoglio di finanziamenti climatici della banca.

Solo denaro pubblico

Questa gestione disattenta dei fondi pubblici non riguarda solo la Banca Mondiale, ma sembra essere un problema generalizzato. Si pensi, ad esempio, ai finanziamenti tedeschi per piste ciclabili in Perù, alla produzione di energia climaticamente neutra per moschee in Marocco, ai programmi spaziali in India o, peggio ancora, a progetti climatici inesistenti in Cina, come il famigerato pollaio.

Anche l’Austria contribuisce regolarmente: nel 2023, ha versato quasi 205 milioni di euro alla Banca Mondiale. Se confrontiamo questa cifra con le enormi spese per test Covid, siringhe e mascherine, può sembrare modesta. Tuttavia, negli ultimi anni, i miliardi di dollari hanno perso il loro “peso” simbolico. Alla fine, i costi di ogni “pacchetto di austerità” ricadranno comunque sulla popolazione.