«Ho avuto una telefonata con Blinken – dice il capo del governo Mario Draghi – e la cosa più naturale era chiedere cosa sapesse. Il segretario di Stato mi ha confermato l’assenza di forze politiche italiane nella lista di destinatari di finanziamento russi». (Adnkronos)
Tutto fumo e niente arrosto quindi. Ma così il PD si è placato? Niente affatto, ancora non pago di aver visto sfuggire una occasione succosa (proprio sotto elezioni), ha polemizzato sull’ottimo rapporto di stima della Meloni con Orban: ora che il Parlamento Europeo ha deciso che l’Ungheria non è un paese democratico, secondo Letta la leader di Fratelli d’Italia dovrebbe prendere le distanze e dire che l’Ungheria è fuori del gruppo dei migliori.
Ovviamente, la Meloni non si è piegata alla richiesta, il che con questo clima e con le forze in gioco, è già eroico.
La mia solidarietà a #Orban e agli amici ungheresi. Senza #Fidesz il PPE sarà ancora più subalterno alla sinistra, allontanando la prospettiva di un bipolarismo europeo e di un centrodestra maturo e protagonista. Ci faremo carico di questa missione.
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) March 3, 2021
Notizie importanti – ma a rigor di termini, non notizie
Siamo alle solite: “l’Unione Europea lo vuole”: si è detto sempre così per giustificare qualsiasi decisione autolesionista, alimentare situazioni di emergenza autogenerate derivanti dai vulnus strutturali o create artificialmente.
In questo contesto che si autoalimenta delle divisioni altrui, non dovrebbe far notizia che nel sistema a blocchi che si è voluto ricostituire per tenere saldo il potere, ognuno cerchi di rafforzare le proprie zone di influenza e promuova partner e relazioni amichevoli. In realtà in tutto questo, il fatto anomalo è che si giudichi scandaloso il sistema “promozionale” di finanziamenti ma non le vere proprie ingerenze che sfociano in regime change.
A tema, cito per tutti, il fatto che dal 1991 al 2014 gli Stati Uniti hanno speso 5 miliardi di dollari per il regime change in Ucraina (leggesi supportare la democrazia):
Mentre il presidente Barack Obama ha affermato pubblicamente che gli ucraini hanno il diritto di determinare il proprio futuro , il governo degli Stati Uniti ha pompato 5 miliardi di dollari nel paese per cambiare il regime in Ucraina , essenzialmente per far precipitare l’ Ucraina nel caos (vedi video ed anche qui).
Tutto questo è noto, i dati sono reperibili . Le ingerenze degli americani che vanno dai finanziamenti fino alla soppressione fisica degli avversari è ormai notizia da Wikipedia, anche se di queste notizie non si fa memoria nel trattare le cronache quotidiane Allo stesso modo, il fatto che la Russia stia sostenendo politici stranieri all’ingrosso e al dettaglio era noto da tempo. Lo fa la Russia, lo fanno gli Stati Uniti. In questo senso non ci sono novità.
Ancora sull’ intelligence sui finanziamenti russi
Secondo Reuters e fonti della CNN, le autorità russe hanno cercato di sostenere specifici partiti politici, compresi quelli di destra e nazionalisti, nonché di “manipolare le democrazie” di questi paesi dall’interno. Nello stesso tempo, gli interlocutori delle testate non avevano fornito nomi specifici di politici e nomi di partiti.
Come ha scoperto l’intelligence americana, per i trasferimenti sono stati utilizzati società di facciata, fondi, gruppi di riflessione, conti di ambasciate russe e imprese statali e altri modi. I finanziamenti sono arrivati sotto forma di contanti, bonifici, criptovalute e regali costosi, e le transazioni sono state controllate da agenzie russe, tra cui l’FSB, individui e uomini d’affari. Secondo i funzionari, l’uomo d’affari Yevgeny Prigozhin era coinvolto in schemi finanziari insieme al Vice Presidente della Duma di Stato della Federazione Russa Alexander Babakov .
Secondo le fonti dei giornalisti, tali finanziamenti sarebbero stati inviati in Albania, Montenegro, Madagascar, Bosnia ed Erzegovina e forse anche in Ecuador. Inoltre, i funzionari hanno parlato di un Paese asiatico, di cui si sono rifiutati di specificare il nome, dove hanno affermato che l’ambasciatore russo aveva consegnato milioni di dollari in contanti al candidato presidenziale. Allo stesso tempo, la revisione non pregiudica eventuali finanziamenti russi negli Stati Uniti, che i servizi speciali hanno studiato nel corso di altre indagini.
L’Italia non compare (ma uomo avvisato…)
Ora è arrivata l’ammissione di Draghi, l’Italia non compare. Ma non solo: anche l’Europa occidentale non compare, sebbene siano stati probabilmente spesi soldi in tangenti rispetto al rapporto divulgato.
Ciò che non si dice è che tutto questo è sistema e logica delle cose: soldi in cambio di scelte politiche.
Oppure, rivelazioni in cambio di scelte politiche, il che non è così lontano.
La stessa Unione Europea adotta questo metodo con il Pnrr: fondi vincolati all’esecuzione di agende decise da una ristretta oligarchia di banchieri e funzionari non eletti.
Ma ora possiamo stare sereni: Blinken ha chiarito tutto ciò che serve. Tutto tranne una cosa: ora che l’Unione Europea ha stabilito che anche l’Ungheria non è democratica, cambierà ancora la lista dei buoni e dei cattivi?
VPNews