Economia

Bloomberg – L’ordalia greca è tutt’altro che finita

Mentre la propaganda politica che domina sui media spaccia l’uscita della Grecia dai programmi di “salvataggio” come un successo e una vittoria di Tsipras, i siti più prestigiosi di informazione finanziaria come Bloomberg – rivolgendosi in primo luogo agli investitori che maneggiano denaro – non hanno alcun interesse a nascondere la verità dei fatti. E mostrano con i dati la cruda realtà: le proiezioni della UE sull’andamento del debito greco nei prossimi anni si basano su avanzi di bilancio realisticamente impossibili da ottenere, per cui il risultato sarà inevitabilmente un’altra crisi.

Redazione di Bloomberg, 20 agosto 2018

Solo una vera cancellazione del debito può garantire che non sarà di nuovo crisi.

La Grecia raggiunge oggi un traguardo importante: dopo quasi nove anni di crisi, austerità brutale e caos politico, sta uscendo da quello che dovrebbe essere l’ultimo di tre programmi di salvataggio. Se solo non avesse ancora il debito più pesante di tutta Europa.

I leader europei sono comprensibilmente desiderosi di mettere fine a una storia imbarazzante. La crisi del debito, iniziata nel 2010, ha messo in luce non solo la cattiva gestione finanziaria della Grecia, ma anche come la Germania, la Francia e altri paesi del Centro abbiano permesso alle loro banche di realizzare questi prestiti. Salvare la Grecia è stato un gioco di prestigio politico: ha indirettamente salvato le banche, scaricandone il peso sul popolo greco.

Miracolosamente, la Grecia è sopravvissuta. Il bilancio pubblico è in surplus e l’economia sta crescendo di nuovo dopo una delle recessioni più profonde di sempre. Ma il conto è ancora da pagare: oltre 240 miliardi di euro di debito ufficiale, che insieme al debito privato porta l’indebitamento complessivo del governo a oltre il 180% del prodotto interno lordo.

I creditori dell’Unione europea insistono sul fatto che il debito è sostenibile. Hanno ridotto gli interessi da pagare e dato alla Grecia più tempo per i pagamenti, estendendo alcune scadenze fino al 2060. Questo, stimano, dovrebbe aiutare il governo a riportare il debito a circa il 100% del PIL entro il 2060 – ancora molto alto, ma almeno orientato nella giusta direzione. Ecco approssimativamente come appare la situazione:

 

Pura illusione

 

Sfortunatamente, le proiezioni dell’UE implicano un pensiero estremamente ottimistico. Per esempio, assumono un livello di austerità impossibile: la Grecia deve realizzare un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,4% del PIL per un decennio, e poi del 2,2% fino all’anno 2060 – qualcosa che nessun paese dell’area dell’euro con una così  precaria storia economica ha mai fatto. Ridimensionando queste proiezioni a un soltanto improbabile 2 per cento e poi 1 per cento, e usando le stime di crescita e di tasso d’interesse del Fondo monetario internazionale, si ha un quadro molto diverso:

Previsione un po’ meno illusoria

Nei prossimi decenni, anche in uno scenario ottimistico, la Grecia dovrà prendere in prestito centinaia di miliardi di euro dagli investitori privati ​​per pagare i suoi creditori ufficiali. Se quegli investitori penseranno che i debiti del governo sono fuori controllo, saranno costretti a ritirarsi – e i leader europei dovranno affrontare un’altra crisi greca.

 

La soluzione ovvia è che l’UE conceda alla Grecia un’autentica cancellazione del debito. Quanto prima, tanto meglio.

Source link: Voci dall’Estero

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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