L’articolo che riporto questa volta, è tratto da Russie Politics, il blog della giornalista Karine Bechet che affronta problematiche e dinamiche di politica internazionale. Nell’articolo si esamina la situazione nella Gran Bretagna dopo la brexit .
I nostri media per mesi ci hanno fatto credere che questa volontà fosse il ‘remain’, ovvero che la maggior parte della popolazione propendeva di rimanere nella casa europea ma che era stata ingannata da uomini come Jhonson tramite sotterfugi.
Tuttavia i risultati dimostrano ampiamente che i media hanno mentito: la scelta dei cittadini britannici di andarsene da questa UE non è mai mutata.
Ma perchè allora questa manipolazione mediatica? Perchè stanziare soldi e mettere su di tutto affinchè i risultati delle consultazioni democratiche si uniformassero alle scelte di pochi?
E’ molto semplice: la leadership europeista ha deciso che l’Europa si deve fare in solo modo possibile: il loro.
Non è quindi sorprendente che ora che i risultati sono chiari, le élite hanno paura che l’uscita di un paese fondatore possa innescare una reazione a catena che determinerebbe la definitiva fine della UE. Naturalmente questa spinta sarebbe ancora più forte se l’economia del paese uscente migliorasse la propria condizione anziché peggiorarla, come paventato dagli strateghi UE .
Sia ben chiaro: a Bruxelles non interessa la sopravvivenza della UE nello spirito dei padri fondatori e di San Benedetto ma la sopravvivenza di un sistema. quello globalista, per cui la UE è stata creata. A questa considerazione possiamo inoltre aggiungere che la paventata ecatombe non avverrà.
Per queste ragioni allora la leadership europea si è tutelata ed ha trovato il modo per scongiurare altre uscite da parte di altri stati membri.
Il solo modo intravisto dalle élite per evitare nuove spinte centripete è danneggiare la Gran Bretagna. Deve essere dimostrato che al fuori della UE non c’è futuro e se un paese esce dall’Unione collassa e l’economia declina. E’ per questo che la UE cavalcherà le spinte autonomistiche della Scozia. In altri termini: la richiesta della Scozia di rimanere nella UE ed uscire dalla UK, è appoggiata dal clan globalista europeo che sta sfruttando a proprio vantaggio le spinte interne scozzesi.
@vietatoparlare
[su_divider]
Brexit: la lotta tra Gran Bretagna e globalismo europeo è appena iniziata
I risultati delle elezioni legislative in Gran Bretagna sono definitivi: contro la macchina della propaganda europeista lanciata da tutti i media in Europa, i risultati del referendum del 2016 sono ampiamente confermati. L’UE, che si sta preparando a perdere la Gran Bretagna e sta lottando per la sua sopravvivenza politica, sta lottando per distruggere il paese che osa abbandonarla. Il punto di attacco è mirato: la Scozia. Bisogna dimostrare che non può esserci sopravvivenza al di fuori della globalizzazione, altrimenti potrebbe dare idee, specialmente dopo l’improvviso aumento del mercato azionario a seguito dell’annuncio della vittoria del pro-Brexit.
Il primo ministro, d’altro canto, ha escluso di offrire alla Scozia un secondo referendum sull’indipendenza della regione: il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, forte del buon punteggio ottenuto nelle elezioni legislative del suo partito di indipendenza, il SNP – ha detto che la volontà degli scozzesi è stata già detta in maniera forte e chiara.
Anche quello scozzese , anche se diametralmente opposto:
Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha risposto alla BBC che non sarebbe bastato dire dino.Non puoi tenere la Scozia nell’unione contro la sua volontà, ha detto il leader nazionalista.Se Boris Johnson è fiducioso sulla questione della legittimità delle scelte, allora dovrebbe essere abbastanza sicuro da […] lasciare che le persone decidano.
Karine Bechet