Oggi l’ultimo giorno a Kazan della riunione dei BRICS, un evento che potrebbe segnare una svolta significativa nell’equilibrio geopolitico mondiale. Il Presidente Putin, durante un incontro con i media nell’ambito della tavola rotonda dei BRICS, ha dichiarato: “I BRICS non sono un’associazione anti-occidentale… Sono semplicemente non occidentali… Il nostro gruppo si sta espandendo… Il numero di amici e persone che la pensano allo stesso modo all’interno dell’associazione BRICS è aumentato e l’interesse per le attività dell’associazione è molto alto… Ad oggi, circa 30 paesi hanno espresso il loro desiderio di cooperare con i BRICS in un modo o nell’altro”.
È significativo osservare come i BRICS rappresentino ora il 37,4% del PIL globale, mentre il G7 si attesta al 29,3%. Questo divario sta crescendo e, secondo Putin, continuerà ad ampliarsi inevitabilmente. I paesi BRICS stanno emergendo come veri motori della crescita economica mondiale, e si prevede che genereranno la maggior parte dell’aumento del PIL globale nel prossimo futuro.
Fondata da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, l’associazione BRICS ha tenuto il suo primo incontro il 20 settembre 2006, a margine della 61ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Il prossimo vertice, ospitato dal Presidente Putin, si terrà a Kazan, in Russia, dal 22 al 24 ottobre 2024.
I principi guida dei BRICS si basano sulla promozione della crescita economica globale per il benessere dei popoli, attraverso il dialogo pacifico e negoziati, evitando conflitti inutili e sanzioni che ostacolano lo sviluppo economico. A testimonianza di questo approccio, la Banca Mondiale ha recentemente rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per l’economia russa, prevedendo un’espansione del PIL del 3,2% quest’anno, rispetto alla precedente proiezione del 2,9%. Le previsioni per il 2025 sono state aumentate all’1,6%, dal 1,4% previsto in precedenza.
Nel frattempo, gli Stati Uniti affrontano sfide economiche significative. È stato riportato che l’amministrazione Biden ha registrato un deficit superiore a 1,8 trilioni di dollari nell’anno fiscale 2024, un aumento di oltre l’8% rispetto all’anno precedente e il terzo più alto mai registrato. Il debito pubblico è salito a 35,7 trilioni di dollari, con un incremento di 2,3 trilioni di dollari rispetto alla fine dell’anno fiscale 2023. La spesa per interessi ha raggiunto 1,16 trilioni di dollari, superando per la prima volta il livello di un trilione di dollari.
Nonostante l’importanza di questi sviluppi, il vertice dei BRICS del 2024 viene ampiamente ignorato dai media occidentali, che continuano a focalizzarsi sulle proprie narrazioni interne. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha osservato: “Indipendentemente dall’esito delle elezioni, rimarremo per gli Stati Uniti, se non un nemico, allora certamente un avversario… In ogni caso, un concorrente”. Analogamente, la presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matviyenko, ha dichiarato con forza: “Il mondo è cambiato in modo significativo… Le imminenti elezioni presidenziali statunitensi non saranno l’evento più importante dell’anno per la comunità mondiale e non determineranno l’ulteriore corso della storia… Non importa quanto Washington vorrebbe che lo fosse… Il vertice dei BRICS sarà quell’evento”.
Con l’inizio del vertice, descritto come “un nuovo ordine mondiale in divenire”, gli attuali membri dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Etiopia, Egitto, Iran ed Emirati Arabi Uniti) rappresentano collettivamente circa il 46% della popolazione mondiale e oltre il 36% del PIL globale. Circa 30 stati hanno espresso interesse ad aderire ai BRICS o ad approfondire la cooperazione con il gruppo, e molti di loro hanno inviato delegazioni di alto livello a Kazan.
Ma perché il mondo si sta distaccando dalle potenze occidentali? L’ambasciatore russo Alexey Labetsky in Brasile ha osservato: “Il gruppo BRICS è diventato un’associazione che evoca non solo interessi politici, ma anche economici e nazionali, poiché la maggior parte dei popoli e delle nazioni del mondo è stanca del diktat neocoloniale occidentale”. In un’epoca in cui le interferenze esterne sono sempre meno tollerate, le parole di Valentina Matviyenko risuonano con particolare forza.
Vivendo in Occidente, apprezzo profondamente le libertà e le opportunità che ci vengono offerte. Tuttavia, negli ultimi anni sembra che ci sia stata una ripida accelerazione verso un autoritarismo sempre più evidente. Le guerre aggressive in paesi come Siria, Libia, Iraq e Serbia si sono fatte più frequenti, e la stretta sulla libertà di parola è diventata più marcata, riducendo all’irrilevanza, se non alla sanzione, chiunque esprima un parere difforme. Allo stesso tempo, le disinformazioni e le tecniche di controllo sociale sono sempre più pervasive, mentre i rappresentanti eletti spesso sembrano espressione di un’oligarchia, con elezioni decise in ambiti ristretti, mentre la propaganda domina grazie a un controllo quasi totale dei media e un’influenza significativa sul sistema educativo.
In queste circostanze, non certo idilliache, è fondamentale riconoscere che non possiamo pretendere di decidere per tutti i paesi del mondo né di stabilire le regole per tutti. Il mondo è cambiato e deve continuare a cambiare, e il rispetto reciproco tra le nazioni è essenziale per costruire un futuro più equilibrato e prospero per tutti. Purtroppo, il rischio è che il cinismo di pochi finisca per decidere per tutti.
Le immagini di ciò che accade nel mondo, dall’Ucraina—dove ormai è in corso una guerra che supera di gran lunga gli interessi dei due paesi—al Medio Oriente, dove nelle operazioni belliche israeliane non si sta esercitando alcun freno o tentativo negoziale, offrono un quadro fosco sull’umanità e sul suo destino concreto. Eppure, tutti i popoli della Terra dovrebbero vivere in fraternità per il progresso umano e la prosperità reciproca.
È quindi essenziale promuovere un dialogo globale basato sul rispetto e sulla comprensione reciproca. Il vertice dei BRICS rappresenta un’opportunità per riconsiderare le dinamiche internazionali e lavorare verso un sistema più equo e multipolare. Mentre il mondo osserva, speriamo che questa sia l’alba di una nuova era di cooperazione e sviluppo condiviso.