Cancellare il passato, cancellare la coscienza del presente

La campagna antirazzista non ha risparmiato una delle università più famose al mondo – Cambridge, e ora il Museo di Archeologia Classica, che agisce in un’istituzione educativa.

E’ da notare che in molti campi il dibattito si sta rapidamente ghettizzando, ove con canoni e standard attuali, promossi potentemente, si provvede a cancellare il passato leggendolo secondo la chiave di lettura attuale.

Molti non fanno caso ma le cose stanno cambiando rapidamente. Se in tutta la mia vita non ho mai immaginato che potesse accadere dall’oggi al domani quello che è accaduto durante i provvedimenti anti-covid, ora mi devo ricredere. Perché le decisioni sono prese velocemente e per tutti con la stessa velocità, come se anche tutte le opinioni (in qualsiasi campo) debbano essere essere affrontate con lo stesso criterio scientifico.

La peculiarità di questa ‘scienza’ è però nuova, non esiste più contraddittorio, o diverso approccio. Proposte diverse di soluzione, non solo non sono mai affrontate ma vengono fatte sparire alla radice con il discredito e con l’autoritarismo giustificato in nome dei diritti umani e della difesa dall’odio.

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Cambridge Museum of Classical Archaeology (via Commons – Zde CC BY-SA 4.0)

La pubblicazione ‘Focus‘ riferisce che “In una lettera, studenti, alcuni insegnanti e attivisti hanno chiesto all’Università di Cambridge di affrontare l’intollerabile razzismo dell’età classica greca e romana, in cui le statue erano bianche. La vicenda ha diviso gli studiosi su due schieramenti”.

Quindi, dopo ampia discussione, “alla fine si è deciso che l’Università dovrà aggiungere cartelli che spieghino il perchè della collezione “bianca” di statue greche e romane,  dice The Telegraph.

La Facoltà di Lettere, di cui il museo fa parte, si è assunta questa missione rispondendo a una lettera aperta firmata da decine di studenti, alunni e studiosi, ivi compreso il dipartimento stesso della Facoltà di Lettere. La lettera chiede l’ammissione “dell’esistenza del razzismo sistemico nei classici” e sostiene che i calchi in gesso bianco di statue classiche creano una “impressione ingannevole” di “mancanza di diversità” nel mondo antico.

Questa iniziativa ha diviso gli scienziati in due campi. Alcuni sostengono che le macchie e le striature su molte statue non siano il risultato dell’età e dello scolorimento – come gli scienziati hanno ipotizzato per secoli – ma i resti dei colori vivaci in cui le sculture sono state dipinte secoli fa.

Tuttavia, un secondo gruppo di ricercatori sostiene che i pensatori del Rinascimento e dell’Illuminismo, in particolare, hanno resistito alla natura selvaggia del colore, preferendo aderire alla credenza del canone di bellezza nella forma bianca ideale.

Inoltre, la stragrande maggioranza delle statue della collezione del museo di 600 pezzi appartengono a figure greche e romane, che, in linea di principio, non potevano essere di pelle scura.

Un parere simile è condiviso dagli sponsor dell’Università di Cambridge. (…)

Gli studiosi classici sono rimasti inorriditi dai piani, che sono stati pubblicati il ​​mese scorso come parte di un “piano d’azione” in seguito alle accuse di razzismo.

“Si poteva quasi capire che proveniva da uno studente, ma l’idea che sia stata approvata dalla facoltà è tanto orribile quanto comica”, ha detto uno degli accademici ai giornalisti.

Il piano è stato redatto dopo che la scorsa estate era stata inviata una lettera aperta al presidente del consiglio di amministrazione della Facoltà di lettere classiche, in cui si chiedeva di “riconoscere pubblicamente i problemi del razzismo nella scienza classica e la necessità di un attivo lavoro antirazzista all’interno della nostra disciplina”. .” (…) – Fine citazione –

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Interessanti anche le considerazioni di ‘storia in rete’: “I Classics nel mondo accademico statunitense e britannico ormai rappresentano l’onnipresente civilità occidentale bianca che vuole imporre la sua visione del mondo.

Se lo studio dell’antichità classica nel corso dei secoli è sempre stato il modello ideale per eccellenza, allora i classici sono necessariamente ispirazione in positivo e in negativo per democrazie e totalitarismi. La grandezza del pensiero e dell’arte greco-romana è stata tale che, volente o nolente, è servita a plasmare il passato. Magari anche quel passato di cui alcuni non vanno più tanto fieri.

Nella prospettiva woke per cancellare il passato necessariamente bisogna lavorare per decostruire il mito dei classici che quel passato hanno contribuito a costruire. Un processo che i lettori di Iconoclastia ben conoscono: contestualizzare, decostruire e infine, cancellare”.

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A proposito: il Churchill College dell’Università di Cambridge sta seriamente pensando di cambiare nome! Il collegio ha dato seri motivi,

“Churchill può essere un eroe in Inghilterra, ma è controverso all’estero. L’università spera di essere un’istituzione inclusiva e un nome più neutro aiuta ad attirare gli studenti più brillanti di tutto il mondo. “

patrizioricci by @vietatoparlare

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