Il presidente degli Stati Uniti ha detto che la sua decisione ” è stata presa dopo una lunga riflessione , con molto – in ritardo” e che “molti presidenti hanno detto che volevano fare qualcosa ma non lo hanno fatto”. Trump ha anche aggiunto che “la decisione non intende in alcun modo di allontanarsi dal pieno impegno per l’accordo di una pace sostenibile, gli Stati Uniti sono impegnati a mediare un accordo di pace nell’interesse degli israeliani e dei palestinesi”.
Il segretario di Stato Rex Tillerson ha avvisato che ” il Dipartimento di Stato USA inizierà immediatamente l’ applicazione della decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in riferimento al trasferimento della ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.
La reazione europea
In una dichiarazione il ministro degli esteri europeo (alto commissario etc) in una dichiarazione ha espresso “la preoccupazione dell’ Unione europea” per la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele e per il trasferimento della Ambasciata degli Stati Uniti nella città, “anche in considerazione degli effetti delle possibili implicazioni di questa dichiarazione rispetto alle prospettive per la pace nel il Medio Oriente”.
La Mogherini ha detto che l’Europa si attiene alle risoluzioni internazionali, in particolare, alla decisione del Consiglio di sicurezza dell’ONU n ° 478.
La decisione è unilaterale ed illegale sotto il profilo del diritto internazionale
La posizione europea è ben espressa da Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana in cui dice:
Il resto del mondo, invece, la pensa in modo ben diverso. Le Nazioni Unite considerano Gerusalemme Est “territorio occupato” e lo fanno dal 1947, quando approvarono la Risoluzione 181 che dice: “La città di Gerusalemme resterà un corpus separatum retto da un regime speciale internazionale e amministrato dall’Onu”.
Questa posizione è stata poi sempre ribadita: nella Risoluzione dell’ Assemblea Generale del 1949, nel Rapporto speciale sui diritti dei palestinesi del 1979, nella Risoluzione 63/30 del 2009 (“Tutte le azioni intraprese da Israele, potenza occupante, per imporre le proprie leggi, la propria giurisdizione e la propria amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali e quindi prive di qualunque legittimità”) e in ben sei Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, compresa la 478 del 1980 che definiva la Legge per Gerusalemme approvata dalla Knesset una “violazione del diritto internazionale”.
Il tutto approvato e sottoscritto, sia pure con diverse sfumature, da Russia, Vaticano, Francia, Regno Unito e insomma da quasi tutti i Paesi presente all’Onu (fanno eccezione la Repubblica Ceca e Vanuatu), compresi gli Usa.
I timori sono anche degli USA che temono reazioni violente. Per questo,l’agenzia “Associated Press” riferisce che la missione diplomatica degli Stati Uniti in Turchia,in Giordania, Germania, Gran Bretagna e Bielorussia hanno pubblicato avvertimenti ai cittadini statunitensi di essere prudenti. In particolare l’ambasciata degli Stati Uniti ad Amman ha chiuso i battenti e vietato i suoi dipendenti di lasciare la capitale giordana.
Gli Stati Uniti avevano preso questa decisione da 20 anni…
In realtà la decisione di Trump è sostenuta da tempo da entrambi i rami del Congresso americano, infatti – come si legge su Moon of Alabama” il principale leader democratico del Senato, Chuck Schumer, ha dichiarato a THE WEEKLY STANDARD che aveva consigliato a Trump di dichiarare Gerusalemme come la capitale “indivisa” di Israele.
Questa decisione trova la sua spiegazione giuridica in “una legge del 1995 che dichiara che Gerusalemme dovrebbe “rimanere una città indivisa” e “essere riconosciuta come la capitale dello Stato di Israele”, ma consente al presidente di rilasciare proroghe ogni sei mesi ritardando il trasferimento dell’ambasciata per motivi di sicurezza nazionale . Il Senato ha riaffermato tale legge a giugno”.
Sta a dire che la decisione del presidente Trump è condivisa unanimemente dal Congresso USA da tempo. Ma il nostro modo di ragionare è lontano e così – come sempre – l’orizzonte visivo rimane ristretto, cosicchè – anche in considerazione della mancanza di informazione- ci si meraviglia di ciò che accade .
Ma il dado è tratto: Gerusalemme rimarrà la capitale di Israele e rimarrà indivisa. Con buona pace di quei filo-palestinesi o della Lega Araba, della Turchia etc . che hanno sempre appoggiato gli USA contro il cattivo Assad… (forse ora si sveglieranno??)
Ciò che ci si aspetta per i prossimi giorni sono quanto meno manifestazioni di protesta di massa un pò in tutto il mondo arabo, che si spera si tengano a questo livello senza degenerare.
Intanto il presidente palestinese Mahmoud Abbas , ha telefonato il presidente egiziano Abdel Fattah al- Sisi , per discutere sugli ultimi sviluppi dopo l’ annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump , Gerusalemme , capitale di Israele .
Vedremo cosa succederà. Certo sarebbe stato più semplice uno status internazionale sotto l’egida dell’Onu per la città di Gerusalemme, la città della pace che ha visto più guerre in assoluto per il predominio dei vari contendenti nel corso dei secoli…