I ribelli siriani cercano di distruggere il monastero di Sednaya

Orthodoxie- 27 gennaio 2014  fonte Ora Pro Siria  In Siria , nonostante i colloqui di “Ginevra 2” i ribelli siriani non danno l’impressione di voler il cessate il fuoco , secondo le informazioni del primo canale della televisione russa . I loro obiettivi sono chiese e monasteri ortodossi , nei quali cercano un rifugio  donne …

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Nuova accusa USA: Assad potrebbe ora usare non più l’arma chimica ma quella biologica.

Decine di migliaia di qaedisti  imperversano nel paese ma nell’ipotetico scenario, l’utilizzo di armi batteriologiche potrebbe essere solo esclusiva dei governativi. di Patrizio Ricci “Il regime siriano ha accettato di smantellare il suo arsenale di agenti chimici, ma ora può avere la capacità di produrre armi biologiche”: lo ha detto il capo della intelligence americana …

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L’Italia con la partecipazione al gruppo ‘amici della Siria’ è di fatto contro la pace in Siria

Roma, lunedì 3 febbraio, vertice su richiesta ONU sui corridoi umanitari in Siria, 5 giorni prima non c’è ancora nessun dettaglio. Sarà una iniziativa di parte o ci saranno anche Russia e Iran ? La mattina di Mercoledì 29 gennaio alle ore 8.00 sul sito del ministero degli Esteri non è ancora presente alcun dettaglio …

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Hassad: la vera rivoluzione non risponde ai poteri internazionali

emergenzaSiria3-300x201fonte Papaboys

Propongo alla vostra lettura, alcuni stralci dell’intervista rilasciata dal Presidente della Siria Hassad, all’APF. Naturalmente, le parole del Presidente, non hanno avuto risonanza mediatica. Sii cerca in tutti i modi di far crollare il “sistema siriano”, propagandando menzogne e bugie. Il governo non può essere eletto dai mezzi di comunicazione pilotati dai poteri politici internazionali. Deve essere il popolo a scegliere democraticamente i propri governanti. E



cco le parole di Hassad: Sulla situazione attuale: “In ogni battaglia, le possibilità di vittoria e la perdita sono sempre presenti, ma quando difendiamo il nostro paese, c’è una sola alternativa: vincere. Perché se la Siria perderà la battaglia, vorrà dire caos in tutto il Medio Oriente. Non si tratta solo di Siria. Non è una rivolta popolare contro un regime che opprime il suo popolo o una rivoluzione per la democrazia e la libertà, come è stata presentata dai media occidentali. Tutte queste bugie sono ormai chiare a tutti. Una rivoluzione popolare non dura 3 anni e poi fallisce. Una rivoluzione non risponde alle agende esterne. Per quanto riguarda gli scenari in questo tipo di battaglia ce ne sono ovviamente molti, si può andare da uno scenario a dieci. Ma tutti sono per difendere la patria e non fuggire. La fuga non è un’opzione in questo caso. Devo essere in prima linea come difensore della patria. Questi sono gli unici scenari dal primo giorno della crisi fino ad ora”.


Su Ginevra2: “qualsiasi iniziativa, sia questa o un’altra, deve assolutamente essere il risultato di un dialogo tra i siriani stessi … qualsiasi iniziativa deve essere collettiva e provenire da tutte le forze politiche presenti in Siria e dal popolo siriano in generale. Questa domanda ci poniamo come governo: quando negozio con chi lo faccio? A Ginevra, ci dovrebbero essere più parti. Non sappiamo chi verrà. Ci dovrebbero essere più parti, oltre al governo siriano. Tutti sanno ormai che alcuni dei soggetti con i quali si potrebbe negoziare non esistevano e sono apparsi durante la crisi grazie ai servizi d’intelligence stranieri, in Qatar, Arabia Saudita, Francia, Stati Uniti o in altri Paesi. Quando mi siedo con questa gente, vuol dire negoziare con questi Paesi. E’ logico che la Francia sia parte della soluzione in Siria così come il Qatar, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e la Turchia, per esempio? Questa è una follia. Quando negoziamo con queste forze, stiamo negoziando con i Paesi che sostengono il terrorismo e che lo supportano in Siria. Ma ci sono altre forze di opposizione siriane, con un ordine del giorno nazionale. È possibile negoziare con loro – come ho detto – sulla visione del futuro della Siria. Possono aiutarci a gestire lo stato siriano, nel governo e nelle varie istituzioni. Ma qualsiasi accordo con qualsiasi parte, sia a Ginevra o in Siria, deve assolutamente ottenere l’approvazione del popolo attraverso un referendum generale. La maggior parte delle forze ribelli che commettono atti terroristici non hanno alcuna agenda politica. Alcuni di loro sono bande di briganti, altri – come sapete – sono organizzazioni takfiriste che mirano a stabilire emirati estremisti islamici o qualcosa del genere. Tutte queste forze non sono in alcun modo limitate da Ginevra”. E ancora sull’opposizione all’estero: “L’anno scorso , hanno sostenuto di avere in pugno il 70% della Siria. Ma non osano entrare nel 70% del terreno presumibilmente conquistato. Sono arrivati alla frontiera per una mezz’ora e poi sono fuggiti. Come possono diventare membri del governo? Un ministro può forse esercitare le sue funzioni dall’esterno (del Paese)? Tali idee sono del tutto irreali. Possono essere considerate come uno scherzo”.

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La guerra dei Saud contro la Siria

libia2Bahar Kimyongür, Global Research, 23 gennaio 2014 Autora http://aurorasito.wordpress.com/2014/01/26/la-guerra-dei-saud-contro-la-siria

Qualsiasi osservatore del conflitto siriano desideroso di saperne di più sulla rivolta anti-regime avrà qualche difficoltà a poterlo fare, data l’inflazione di gruppi armati, oramai oltre un migliaio. La guerra fratricida in cui sono sprofondate le principali milizie jihadiste dall’inizio dell’anno, evidenzia la confusione particolare su ruolo ed evoluzione di al-Qaida nel conflitto. Eppure, al di là delle rivalità economiche e territoriali, la stessa ideologia e la stessa strategia le uniscono e le collegano a un attore chiave nella guerra siriana: il regno dell’Arabia Saudita.

Il wahhabismo siriano prima della guerra
Il movimento religioso fu fondato circa 250 anni dal predicatore estremista Muhammad bin Abdul Wahhab nel Najd in Arabia Saudita, non è una moda apparsa improvvisamente in Siria e favorevole alla primavera araba. Il wahhabismo ha una forte base sociale nei siriani che da diversi anni vivono in Arabia Saudita e altre teocrazie della penisola araba. In Siria, gli immigrati del Golfo sono singolarmente chiamati “sauditi” perché al loro ritorno a casa vengono confusi con i veri sauditi. La maggior parte di tali emigranti di ritorno, infatti, sono impregnati di puritanesimo rituale, di costume, familiare e sociale che caratterizza i regni wahhabiti (1). Ma il wahabismo siriano è anche  composto da predicatori salafiti espulsi dal regime di Damasco e ospitati dai regni del Golfo. Nonostante la distanza e la repressione, questi esuli poterono mantenere le reti d’influenza salafite nelle loro regioni e tribù originali. La proliferazione dei canali satellitari wahhabiti in Siria ha rafforzato la popolarità di alcuni esuli siriani convertitisi al “tele-coranismo”. Il più rappresentativo di questi è probabilmente Adnan Arur. Esiliato in Arabia Saudita, lo sceicco della discordia (fitna) com’è soprannominato, anima diversi programmi su Wasal TV e Safa TV, dove ha reso popolari i discorsi anti-sciiti e anti-alawiti, tra cui quello in cui chiede di “macellare gli alawiti e gettarne la carne ai cani.” Nella regione di Hama da cui proviene, Arur ha mantenuto un’influenza notevole, al punto che il suo nome è stato scandito nelle prime manifestazioni anti-regime nel 2011.
Dal punto di vista storico e territoriale, la wahhabizzazione dilagante tra le popolazioni rurali in Siria, ha sopraffatto l’istituzionale sunnismo siriano Hanafi dal presunto orientamento tollerante. Dopo la svolta liberale adottata dal partito Baath nel 2005, il wahabismo ebbe una significativa ripresa nei sobborghi poveri delle città siriane o in piccole città come Duma o Daraya, facendo rivivere lo spettro della discordia tra le comunità. Molti siriani arricchitisi in Arabia Saudita lanciarono campagne di beneficenza nel Paese d’origine, aumentando così la loro influenza tra i siriani svantaggiati. Ogni vuoto dello Stato fu presto riempito dalle reti caritative collegate ad ambiziosi sceicchi esuli. Uno dei più noti è Muhammad Surur Zayn al-Abidin. È il capo di una corrente di un proselitismo a metà strada tra il movimento della Fratellanza musulmana siriana e il wahhabismo (2). Nel frattempo, i siriani nel Golfo sono diventati i maggiori sponsor privati della jihad in Siria, presto aiutati nel loro “sacro” compito da ricchi donatori sauditi, come anche quwaytiani, bahrayni e giordani, quasi sempre di osservanza wahhabita (3). Nonostante la relativa calma, che dava reputazione al regime di sicurezza di Damasco prima dei disordini e della guerra che vediamo da tre anni, il Paese subì diversi casi di scaramucce e provocazioni confessionali. (4) Un nativo della città a maggioranza sunnita di Tal Qalaq, nel governatorato di Homs, mi disse di un  tentato pogrom anti-alawita più di un anno prima delle prime manifestazioni democratiche del marzo 2011. Altri siriani hanno confermato l’instaurarsi nel decennio precedente di un’atmosfera velenosa di risentimento delle comunità dei quartieri poveri di Damasco e Idlib e in alcuni villaggi. Le autorità siriane preferirono sopprimere tali incidenti per evitarne il contagio. Nel marzo 2011, gli slogan contro gli sciiti di Hezbollah ed Iran urlati alle porte della moschea Abu Baqr Sadiq di Jablah, sulle coste siriane, presto lasciò il posto ad appelli alla guerra contro le minoranze. Mentre i siriani protestavano contro ingiustizia, tirannia, corruzione e povertà, alcune forze conservatrici cercarono deliberatamente di deviare la rabbia popolare su obiettivi inermi, il cui unico crimine era quello di esistere. Così, prima ancora che le truppe di al-Qaida sparassero il loro primo colpo in Siria, i predicatori wahabiti stavano già manovrando.

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Ginevra 2: bisogna credere nella pace

Nonostante le difficoltà e le divisioni, proseguono i negoziati per la Siria. Decisa l’apertura di un corridoio ad Homs per far evacuare donne e bambini dalla zona assediata da tre anni Di Naman Tarcha ROMA, 27 Gennaio 2014 (Zenit.org) – Dopo tre giorni di negoziati, a “Ginevra 2”, i risultati sembrano scarsi, ma le parti …

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