SIRIA: SUMMIT CHIESE CRISTIANE “GINEVRA 2”. IL “PACCHETTO” DELLE RICHIESTE

Si è svolto a Ginevra dal 15 al 17 gennaio presso la sede del Consiglio ecumenico delle Chiese un summit a cui hanno partecipato una trentina di leader e rappresentanti delle Chiese cristiane di Siria e del mondo. Scopo della consultazione, la pubblicazione di una dichiarazione-appello da rivolgere il 22 gennaio alla Conferenza internazionale sulla …

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Dal Vaticano, sguardo colmo di realismo e cuore spalancato Statement del Workshop “Siria: si può restare indifferenti?”

1389639532652.jpg.xX15087Deliberazioni del Workshop della Pontificia Accademia delle Scienze sulla crisi in Siria e sulle speranze in vista della Conferenza di Ginevra II
Per Sua Santità Papa Francesco- 13 gennaio 2014

L’orrore della violenza e della morte in Siria hanno condotto il mondo a una rinnovata riflessione, e quindi a una nuova possibilità di pace. La Conferenza di Ginevra II, che si terrà il 22 gennaio, permette al popolo siriano, alla regione e al mondo intero di concepire un nuovo inizio per porre fine alla violenza che ha provocato oltre 130.000 morti e ha lasciato un paese bellissimo nella rovina e nel caos. Dobbiamo perciò operare tutti in armonia e fiducia per tracciare urgentemente un percorso di riconciliazione e ricostruzione.

Il passo iniziale e più urgente, che trova d’accordo tutti gli uomini e le donne di buona volontà, è l’immediato cessate il fuoco e la fine di ogni tipo di violenza: una fine senza precondizioni politiche. Tutti i combattenti interni della regione devono deporre le armi; tutte le potenze straniere devono adottare misure immediate per fermare il flusso di armi e il finanziamento delle stesse, che alimenta l’escalation della violenza e della distruzione. La cessazione immediata della violenza è nell’interesse di tutti. È un imperativo umanitario, e rappresenta il primo passo verso la riconciliazione.
[pullquote]Come molti hanno notato, il conflitto in Siria ha avuto a che fare più spesso con le rivalità dei poteri regionali e internazionali che non con i conflitti all’interno della comunità siriana stessa.[/pullquote]

La fine dei combattimenti dev’essere accompagnata dall’avvio immediato dell’assistenza umanitaria e della ricostruzione. Milioni di siriani si trovano nella condizione di profughi. Innumerevoli sono i rifugiati, alloggiati temporaneamente presso i campi dei paesi confinanti. Questi profughi patiscono privazioni estreme e potenzialmente letali in termini di alimentazione, acqua potabile, servizi igienici, elettricità, ricovero sicuro, telecomunicazioni, trasporti, e altri bisogni umani fondamentali necessari per il buon funzionamento di ogni società. Facciamo in modo che la Siria possa intraprendere, con il pieno sostegno finanziario e umano mondiale, un percorso di ricostruzione, uno che possa iniziare ancor prima che siano risolte tutte le questioni politiche e sociali.

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Lettera aperta al ministro Bonino: urge essere per la pace senza ambiguità

Ministra Bonino Come cittadini italiani, siamo rimasti delusi da ciò che trapela dall’ultimo Vertice degli undici paesi cosiddetti “Amici della Siria”, tenutosi a Parigi domenica scorsa, e La invitiamo a darne conto in parlamento. In particolare Le chiediamo di spiegare la partecipazione italiana ad un gruppo che pretende, non di affiancare, ma di sostituirsi all’Onu, …

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Ora Pro Siria: “Memorie di Aleppo perduta”

Arrivano notizie da Aleppo, sempre più tragiche, sempre più angoscianti. E giorno dopo giorno si scava dentro di me un’assenza, una privazione. Mitica Aleppo della mia giovinezza… Lo zio Zareh abitava di fronte alla cittadella, e aprire le finestre alla mattina significava immergersi in un’atmosfera di Medioevo ancora vivo: non gli scenari aggiustati e corretti …

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Preparare Ginevra 2 –

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Tutto è ancora in gioco e c’è molta confusione e menzogna. Propongo un articolo che purtroppo non può che essere considerato che un punto di vista, come sempre, quando si parla di situazioni così complesse. Un punto di vista basato su solidi elementi certo, ma pur sempre fragile, come ogni speranza: in una situazione come quella siriana, dove è possibile il subentrare di variabili inattese, è difficile fare previsioni certe e prevedere il futuro (VietatoParlare.it)

di Thierry Meyssan –  Voltairenet

Alla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, quel che resta della coalizione internazionale anti-siriana va in frantumi, mentre gli stati che hanno seguito la Russia o gli Stati Uniti durante la loro ritirata si posizionano per la ricostruzione.

Il primo problema è la rappresentatività della delegazione dell’«opposizione siriana». Finora si trattava di stabilire se fosse un’emanazione della Colalizione nazionale di Istanbul e/o dell’opposizione nazionalista interna ed esterna, che si opponeva alle ingerenze straniere. D’ora in poi, si tratterà anche di stabilire se la Coalizione Nazionale rappresenti gli interessi dell’Arabia Saudita, del Qatar o della Turchia .

Sul terreno, i tre sponsor della guerra si sono separati e si sono impegnati in una battaglia senza esclusione di colpi, senza nemmeno curarsi di rovesciare il governo che erano venuti a combattere. Sebbene si parli sempre dell’Esercito siriano libero, è scomparso dal terreno. Rimane quindi il Fronte Islamico (recentemente istituito dal principe Bandar bin Sultan), il Fronte Al-Nosra (sempre vicino al Qatar) e l’Emirato Islamico dell’Iraq e del Levante (ÉIIL “Daesh” in arabo), di cui la polizia e la giustizia turche hanno appena dimostrato che risulta illegalmente finanziato da Recep Tayyip Erdoğan .

In un primo momento, l’ÉIIL (cioè la Turchia, cioè la NATO) ha attaccato il quartier generale dell’esercito siriano libero (ESL) e lo ha saccheggiato. I suoi comandanti sono poi fuggiti in Qatar e in Europa, ma il principe Bandar bin Sultan ha recuperato certi elementi e ha creato il Fronte Islamico aggiungendogli nuovi mercenari. Poi l’ÉIIL è avuto istruzioni affinché spostasse il grosso delle sue forze in Iraq, dove ha preso Ramadi e Falujjah. Dal momento che la natura ha orrore del vuoto, tutte le altre forze, a partire dall’Esercito arabo siriano, hanno riempito lo spazio liberato.

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Ginevra – 2, un altro errore?

7ec027ac-8f59-4a59-af6e-e8c0f9becfc8_16x9_600x338Aleksandr Orlov New Oriental Outlook 10/01/2014  Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Oggi c’è il dubbio che la conferenza internazionale che potrebbe fornire la tanto necessaria risoluzione del conflitto siriano, la cosiddetta “Ginevra-2″, che dovrebbe tenersi a Montreux, in Svizzera, il 22 gennaio, non ci sarà. La ragione di questo fatto triste rimane la stessa, mancanza di volontà e incapacità dell’opposizione siriana all’estero (le autorità siriane non negozieranno con terroristi e gruppi radicali che combattono in Siria) di sedersi al tavolo con la delegazione ufficiale di Damasco, senza inoltrare condizioni inaccettabili, come Assad che dovrebbe dimettersi prima che un qualsiasi negoziato possa anche cominciare. I tentativi di tale opposizione di garantirsi dei seggi nel futuro governo provvisorio siriano, da far occupare ai suoi rappresentanti, sembrano altrettanto ridicoli dato che ha già deciso che non ci saranno rappresentanti del governo siriano legittimo in tale “mitico” governo futuro.

Dopo tutto, nella situazione di oggi, quando l’Esercito siriano controlla saldamente la situazione e i gruppi militanti sono in lotta tra essi, appare del tutto irragionevole provare a forzare le autorità siriane sulle regole del gioco. E’ ormai chiaro che l’opposizione, siano liberali laici, traditori e disertori, islamisti moderati e radicali, estremisti e terroristi, anche se tutti questi si riunissero sotto la stessa bandiera, non potrà mai rovesciare il regime di Bashar al-Assad. La guerra civile in Siria continua ancora oggi, solo grazie al finanziamento generoso dell’Arabia Saudita e di un certo numero di monarchie arabe del Golfo Persico, a diversi fondi finanziari islamici noti per la loro reputazione dubbia e al supporto di Turchia, Stati Uniti e alcuni Paesi dell’UE; altrimenti sarebbe da tempo finita. Questa sarebbe stata una vittoria totale e completa delle forze di Damasco, mettendo fine alla storia delle “rivoluzioni arabe” che hanno distrutto Paesi come l’Egitto e la Libia, e l’idra wahhabita sarebbe stata fermata dalla resistenza indomita del popolo siriano.
Quindi tutti questi fallimenti indicano l’incapacità dell’occidente e dei suoi partner wahabiti nel forzare vanamente l’opposizione a partecipare al vertice “Ginevra-2″, e se vogliamo chiamare le cose con il loro nome, sono una sporca bugia. Infatti, anche prima dell’inizio del nuovo anno vi furono casi di accordi di cessate il fuoco temporanei tra forze governative e militanti locali, dato che questi ultimi hanno finalmente capito che non ha senso lottare ulteriormente. Ma non appena il processo di “capitolazione” diventa noto, Stati Uniti ed Arabia Saudita tagliano il sostegno finanziario ai partiti che comandano tali gruppi di militanti.

C’è solo una domanda allora, perché Washington continua a parlare di soluzione pacifica e invia i suoi diplomatici ai colloqui con i colleghi russi per negoziare su “Ginevra-2″, ma allo stesso tempo cerca di prolungare il conflitto? È questo l’ennesimo caso di cospirazione e doppio gioco? Ma in tale caso non vi c’è motivo per Mosca di partecipare ancora a tali giochi diplomatici. E’ giunto il momento che la Russia avanzi la richiesta di un chiaro termine per la conferenza.

E se ancora non c’è intenzione di avviarla, lasciare che l’Esercito siriano concluda logicamente la questione distruggendo coloro che non desiderano la pace. Non è un caso che il ministro dell’Informazione siriano Umran al-Zubi abbia recentemente affermato che Damasco è interessata a partecipare alla prossima conferenza internazionale “Ginevra-2″, se questa conferenza permetterà di risolvere la crisi secondo le aspirazioni del popolo siriano.

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Siria: la confusione di sigle della ‘rivolta armata’

FireShot Screen Capture #049 - 'Freedom fighters_ Cannibals_ The truth about Syria’s rebels - Middle East - World - The Independent' - www_independent_co_uk_news_world_middle-east_freedom-fighters-cannibals-the-truDa una parte c’è l’esercito regolare siriano chi c’è dall’altra parte? Se in un primo tempo l’interlocutore era l’esercito libero siriano, via via ha perso molta dell’importanza iniziale scalzato dai ragguppamenti islamisti – (Fronte islamico e altre sigle) . Con questi ultimi USA e sauditi sono venui a patti e hanno deciso di appoggiarli contro l’esercito siriano e contro l’ISIS (al Qaeda)  http://www.assafir.com/MulhakArticle.aspx?EditionId=2667&MulhakArticleId=2466563&MulhakId=7297#.Us8yT7T4JWN

dall’ESL stanno via via affluendo sempre più miliziani perchè meglio pagati ed organizzati.

Qui la spiegazione di TERRASANTA.NET :

Il 22 novembre scorso, infatti si è costituito un nuovo Fronte islamico anti-Assad, una coalizione che riunisce sette differenti gruppi armati prima divisi tra loro (Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam, Suqour al-Sham, Liwa al-Tawhid, Liwa al-Haqq, Ansar al-Sham e il Fronte islamico curdo) e che può così contare su 45 mila miliziani: più di quelli in servizio nel Libero esercito siriano (circa 30 mila) o tra le fila degli estremisti vicini ad al-Qaeda e allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (circa 12 mila).

L’opposizione armata ad Assad si trova così divisa in tre grandi gruppi, in lotta tra loro per la leadership. Una lotta che ha le sue ripercussioni anche nei campi di raccolta per i profughi siriani nei Paesi vicini.

Secondo quanto pubblica il quotidiano libanese al-Akhbar, ad esempio, la città di Ersal, nella valle della Bekaa, in Libano, accoglie oggi circa 80 mila profughi. Ma verrebbe scelta come meta soprattutto dai fuggitivi in sintonia con le posizioni del Libero esercito siriano, i cui emissari in questo momento comandano nell’area.
Il Fronte islamico nato da poco si dipinge come indipendente da ogni altro gruppo politico e si propone di far cadere Assad e di instaurare uno stato islamico confessionale.

e qui la distinzione analitica:

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