Cronaca da Aleppo … che sopravvive stringendo i denti. Allarme per il villaggio cristiano di Kanayé!

fonte: Ora Pro Siria La Chiesa di Aleppo si sta preparando ad accogliere il suo nuovo Pastore, Mons. Georges Abou Khazen, che ora si trova a Roma per accingersi ad assumere l’incarico di Vicario Apostolico di Aleppo dei Latini che gli ha affidato il Santo Padre Francesco. Mi viene spontanea una considerazione: Aleppo come l’accoglierà? …

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Mons. Haddad: “La Siria? Una guerra importata”

da Vatican Insider 13-12-13 Marco Tosatti Proprio nel momento in cui Stati Uniti e Gran Bretagna decidono di sospendere gli aiuti finanziari e di altro genere elargiti alle milizie fondamentaliste islamiche che combattevano una guerra religiosa contro il governo di Damasco e le minoranze (cristiane, alauita, sunnita, drusa e sciita),  la rivista delle Missioni della …

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C’E’ CHI NON VUOLE LA PRESENZA DEI CRISTIANI IN SIRIA

fonte Ora Pro Siria ”Purtroppo anche in questo tempo di Avvento la guerra nella nostra Siria continua. Ma voglio ribadire che questo conflitto non nasce dall’interno, ma per colpa di chi, dall’esterno, con l’aiuto del terrorismo, ha voluto creare una ‘pseudo-primavera araba” per distruggere in realtà un Paese da sempre simbolo della convivenza tra religioni …

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Dove sono finiti i «rivoluzionari» siriani?

FireShot Screen Capture #248 - 'Dove sono finiti i «rivoluzionari» siriani_ I «Sotto i nostri occhi»' - www_voltairenet_org_article181542_htmlAlla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, gli organizzatori americani non hanno più alcun burattino al quale far giocare il ruolo dei rivoluzionari siriani. L’improvvisa scomparsa dell’Esercito Siriano Libero dimostra a coloro che ci credevano che non era altro che una finzione. Non c’è mai stata una rivoluzione popolare in Siria, solo un’aggressione straniera a colpi di mercenari e miliardi di dollari.

di Thierry Meyssan Rete Voltaire

Gli organizzatori della conferenza di pace di Ginevra cercano urgentemente un rappresentante per l’opposizione armata siriana. In effetti, secondo gli occidentali, il conflitto oppone una dittatura abominevole al proprio popolo. Tuttavia, i gruppi armati che distruggono la Siria – dal Fronte islamico ad Al-Qa’ida – fanno ufficialmente ricorso a combattenti stranieri, sebbene il primo pretenda di essere composto principalmente da siriani. Invitarli significherebbe ammettere che non c’è mai stata una rivoluzione in Siria, bensì un’aggressione straniera.

Infatti, l’Esercito Siriano Libero, di cui ci si diceva qualche settimana fa che contasse su 40mila uomini, è scomparso. Dopo che il suo quartier generale è stato attaccato da altri mercenari e che i suoi arsenali sono stati saccheggiati, il suo leader storico, il generale Salim Idriss, è fuggito in Turchia e ha trovato rifugio in Qatar.

Dal momento della sua formazione, il 29 luglio 2011, l’ESL si era prefissato un solo obiettivo: il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad. L’ESL non ha mai specificato se si battesse per un regime laico o un regime islamico. Non ha mai preso alcuna posizione politica in materia di Giustizia, Istruzione, Cultura, Economia, Lavoro, Ambiente, ecc. Non ha mai formulato il benché minimo progetto di programma politico.

Era formato, ci è stato detto, da soldati dell’Esercito arabo siriano che avevano disertato. Ci furono in effetti delle defezioni durante la seconda metà del 2011, ma il loro numero totale non ha mai superato il 4%, che risulta trascurabile sulla scala di un paese.

No: l’ESL non aveva bisogno di un programma politico perché aveva una bandiera, quella della colonizzazione francese. In vigore durante il mandato della Francia sulla Siria e mantenuto durante i primi anni di presunta indipendenza, simboleggiava l’accordo Sykes-Picot: la Siria era in gran parte amputata e divisa in Stati etnici e confessionali. Le sue tre stelle simboleggiano uno stato druso, uno Stato alauita e uno Stato cristiano. Tutti i siriani conoscono questa bandiera funesta, non foss’altro per la sua presenza nell’ufficio del collaboratore siriano dell’occupante francese in un famoso sceneggiato seriale alla televisione.

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Attacco con i carri armati all’Arabia Saudita?

New York, 17 dic. (TMNews) – Nessuno si aspetta che l’Arabia Saudita possa essere invasa dai carri armati di un altro Paese. Eppure, il regno dei Saud ha ordinato più di 15.000 missili anticarro dagli Stati Uniti, che saranno forniti dalla Raytheon, una delle più grandi aziende al mondo nel settore della difesa. L’accordo, notificato …

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Violence inouïe de la rébellion, surdité européenne et manques alimentaires sont les trois misères des Chrétiens de Syrie.

neve freddo
Le Veilleur de Ninive
Alep – 14 Novembre 2013 – (22h) – A Alep, la situation se dégrade de jour en jour et peut-être même d’heure en heure.
Dire et redire qu’à Alep rien ne va plus, est un bien triste refrain. Rappeler que la ville est privée d’électricité, d’eau, de médicaments, de viandes, de fromages est une bien inquiétante routine. Enfin, écrire que les réfrigérateurs dans les maisons d’Alep font désormais office d’armoires et de placards, voilà qui sort du commun, mais illustre de façon dramatique la détresse des alépins.
Ce qu’il y a de très grave c’est la surdité des dirigeants européens, incapables de dénoncer les massacres de chrétiens actuellement en cours en Syrie, notamment à Alep, Damas, Sadad, Tabqa, Wadi el-Nassara [la vallée des chrétiens] et à présent depuis peu, Mismieh dans la région de Soueida ; Surdité « assourdissante », elle fait ressortir avec acuité la politique lamentable menée par les gouvernements occidentaux vis à vis de la Syrie car ils tiennent des discours favorables aux minorités en Europe, mais reste muets, peut-être parce que complices, sur le massacre des minorités religieuses en Syrie.
L’Europe a souscrit à la guerre en Libye pour défendre un camp contre l’autre, mais elle assiste, placide, aux massacres des chrétiens syriens, des alaouites et des chiites dans ce pays. Elle n’a élevé la voix que pour combattre les armes chimiques, utilisées par les rebelles qu’elle appuie, car elles pouvaient par ailleurs menacer Israël.

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Le monache di Maaloula saranno presto in Libano , ultimo rifugio dei rapitori

monache maloula fonte : Ora Pro Siria  da as-Safir  di Muhammad Ballout
Le monache di Maaloula saranno presto in Libano , ultimo rifugio dei rapitori , se gli intermediari e i canali aperti con loro non arriveranno a una soluzione rapida , soprattutto dopo l’estensione dell’ assalto dell’Esercito Siriano su Yabroud nei prossimi giorni con il lancio di una seconda fase dell’operazione militare in Qalamoun .
Dodici suore, quattro di loro libanesi , le altre siriane . Tre canali per i negoziati hanno alternativamente  cercato di ottenere un elenco di richieste da parte dei rapitori , al fine di organizzare rapidamente uno scambio. L’ottimismo regna circa il processo di negoziazione a causa del fatto che i rapitori sono entrati immediatamente in un processo di dialogo multilaterale , al fine di raggiungere un accordo circa le suore . Questo è un segno importante perché è la prima volta che Jabhat al- Nusra cerca rapidamente di raggiungere un accordo sulle vittime di rapimento che detiene , mentre il destino delle sue vittime nei rapimenti precedenti prima non dava alcuna chiarezza o anche qualsiasi accettazione di un principio di negoziazione da parte dei rapitori .
All’interno dei canali che stanno negoziando o hanno tentato di negoziare , non vi è nessun rappresentante del governo siriano , che si accontenta di soddisfare le richieste o di monitorare ciò che sta accadendo a distanza . C’è un canale locale guidato da una figura siriana che ha contribuito in passato alle trattative per la liberazione di ostaggi , c’è un canale del Qatar che ha iniziato a lavorare due giorni fa , e c’ è il canale delle Nazioni Unite .

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