Chi vuole la guerra non vuole il bene della Siria

«Chi vuole la guerra non vuole il bene della Siria». «Noi cristiani siriani, venduti dall’Occidente per il petrolio» http://oraprosiria.blogspot.it/2013/08/chi-vuole-la-guerra-non-vuole-il-bene.html martedì 27 agosto 2013 Mons. Silvano Maria Tomasi, nunzio apostolico-osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, boccia senza sconti qualsiasi opzione militare per la Siria. Rilancia la via diplomatica e l’allarme per …

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SIRIA. RETE NO WAR: “AGIAMO CONTRO UNA NUOVA GUERRA IMPERIALISTA SENZA PROVE”

fonte: No War Roma Siria. Senza sapere che cosa è successo e chi è stato, applicando il principio di colpevolezza senza prove a dispetto del cui prodest, gli Usa  e le altre potenze rivendicano la necessità di un attacco diretto alla Siria parlando di “oscenità morale del regime siriano”. L’oscenità morale è questa guerra. Chiediamo …

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Meyssan: ma gli occidentali sono pronti a colpire Damasco?

Obamasfonte ” Libre “

Chi ha usato le armi chimiche alla periferia di Damasco il 21 agosto 2013? Riuniti in emergenza all’Onu su richiesta degli occidentali, racconta il giornalista francese Thierry Meyssan, gli ambasciatori sono rimasti sorpresi nel vedere il loro collega russo presentar loro delle foto satellitari che mostrano il tiro di due obici alle ore 01:35 del mattino, dalla zona ribelle di Duma verso le zone ribelli colpite dai gas, cioè Jobar e l’area compresa tra Arbin e Zamalka, in orari coincidenti con la strage. Le foto, aggiunge Meyssan, non ci consentono di sapere se quei cannoni fossero stati dotati di proiettili chimici, ma lasciano pensare che la “Brigata dell’Islam” che occupa Duma abbia preso ben tre piccioni con una fava: rimuovere il sostegno dei suoi rivali in seno all’opposizione, far accusare la Siria di aver fatto ricorso alle armi chimiche e interrompere l’offensiva dell’esercito siriano volta a liberare la capitale.

Come Israele, anche la Siria non ha mai firmato la convenzione internazionale contro le armi chimiche. Ne possiedono ampie scorte gli stessi jihadisti, come ha confermato il giudice Carla Del Ponte. A dicembre, il cosiddetto Esercito Siriano Libero aveva diffuso un video che mostrava un laboratorio chimico e minacciava gli alawiti. Questa settimana, il governo ha scoperto parecchi nascondigli di armi chimiche, maschere antigas e antidoti nei sobborghi di Damasco. Provenienza del materiale: Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti e Olanda. «E’ d’altronde su richiesta del governo siriano, e non degli occidentali, che gli ispettori dell’Onu sono presenti in Siria», precisa Meyssan in un intervento ripreso da “Megachip”. Altri sospetti provengono dalla Turchia, dove già a maggio la polizia aveva arrestato decine di membri del “Fronte Al-Nusra”, milizia schierata in Siria per rovesciare Assad, sequestrando armi chimiche che dovevano essere utilizzate proprio nel territorio siriano.

Se ora Obama sostiene che Assad avrebbe “oltrepassato la linea rossa” delle armi chimiche, e intanto sposta la flotta USA verso le coste siriane col pieno consenso di Gran Bretagna e Francia, il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov manifesta tutto il suo stupore sul fatto che Washington si pronunci prima della relazione degli ispettori Onu, e avverte che un intervento occidentale nella regione avrebbe «conseguenze estremamente gravi». Lo stesso messaggio è stato rivolto da Putin al premier inglese Cameron e dal viceministro degli esteri cinese Li Baodong al suo omologo statunitense, Wendy Sherman. E anche il pontefice, Papa Francesco, raccomanda apertamente di evitare l’intervento militare occidentale in Siria. La Nato dunque si prepara all’aggressione senza il mandato dell’Onu, come fece in Jugoslavia? Per Meyssan è poco probabile, «perché all’epoca la Russia era in rovina». Oggi, «dopo aver pronunciato tre veti per proteggere la Siria», Mosca «dovrebbe intervenire», se non vuole «rinunciare a qualsiasi azione internazionale». Tuttavia, lo stesso Lavrov «ha saggiamente scartato una terza guerra mondiale». Il ministro degli estesi di Mosca dice che il suo paese non è pronto a entrare in guerra contro chiunque, neanche per tutelare Damasco. Quindi, quello russo potrebbe essere «un intervento indiretto a sostegno della Siria, come ha fatto la Cina durante la guerra del Vietnam».

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SIRIA – Il turbolento contesto di Raqqa e la missione di p. Paolo Dall’Oglio

Raqqa (Agenzia Fides) – E’ un silenzio che genera timore e preoccupazione nella comunità cristiana e nella società siriana, quello sulla sorte del gesuita p. Paolo Dall’Oglio, scomparso circa un mese fa nell’area di Raqqa. Come appreso dall’Agenzia Fides, a Raqqa i giovani del “Free Youth Committee”, legati all’opposizione siriana, continuano le ricerche, in una …

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Un volto vero per l’emergenza politica

 

Carlo I
Carlo I

Autore: Costa, Luca Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele

Fonte: CulturaCattolica.it

Nell’imbarazzante panorama politico attuale, ciò di cui avremmo davvero bisogno è un’alternativa al nulla, l’agghiacciante nulla quotidianamente sotto i nostri occhi. L’indegno teatrino dei partiti che guidano il nostro paese verso il baratro.
Non ci sono più politici veri, statisti veri. Abbiamo invece migliaia di capricciosi incapaci, diversamente onesti e ultrapagati, ma non è più possibile, ad ogni latitudine ideologica, identificare un solo vero uomo politico in questo paese.

Per questo, oggi che sarebbe stato il suo centoventiseiesimo compleanno, è importante ricordare un uomo che ebbe del potere una visione diversa: Carlo I d’Austria.
Beato della Chiesa Cattolica, per la precisione beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004.
L’ultimo interprete di quella regalità sacra che ha costituito praticamente tutto ciò che chiamiamo Europa.
Nato il 17 agosto del 1887, divenne per grazia di Dio imperatore d’Austria e re apostolico d’Ungheria, a soli 29 anni, alla morte del grande Francesco Giuseppe, nel 1916. Da subito, Carlo si adoperò per cercare di porre fine alla prima guerra mondiale, l’inutile strage. Voleva la pace.
Nell’agosto del 1917, al termine dell’undicesima battaglia dell’Isonzo, il fotografo di corte Schumann vide Carlo piangere davanti ai cadaveri disfatti e dilaniati, e lo sentì sussurrare: “Nessun uomo può più rispondere di questo davanti a Dio. Io faccio punto, quanto prima possibile”.
In Austria — e dovunque in quasi tutta Europa — c’era penuria di viveri. Povertà, fame e morte erano le sole vere vincitrici di quel vergognoso conflitto. L’Imperatore lo sapeva, e ridusse al minimo il tenore di vita nella casa, dove lui e la sua famiglia si nutrivano con le razioni di guerra. Al comando supremo di Baden, Carlo rifiutava il pane bianco, ne ordinava invece la distribuzione ai malati e ai feriti, mentre lui mangiava tranquillamente pane nero.
Si oppose con forza alla decisione del capo di stato maggiore prussiano, Hans Von Seeckt, di usare gas contro il nemico sul fronte orientale, pose un veto categorico all’assurdo piano dell’ammiraglio tedesco, Alfred von Tirpiz, nel 1917, che voleva bombardare e distruggere Venezia con i sottomarini. Quanto gli dobbiamo? Quale enorme debito di riconoscenza abbiamo noi italiani verso quest’uomo, incredibilmente assente da tutti i manuali scolastici…
Allo scoppio della rivoluzione comunista, fu l’unico a protestare ad alta voce, pubblicamente, ed ammonì Guglielmo II quando seppe della sua complicità con il rimpatrio clandestino di Lenin. Cercò in tutti i modi di salvare la vita allo Zar e ai suoi famigliari (nonostante le enormi responsabilità della Russia sullo scoppio del conflitto in chiave antiaustriaca), ma non fece in tempo a fermare l’orrore bolscevico di Ekaterinburg.
Al termine della guerra, le nazioni vincitrici imposero lo smembramento del grande impero sovranazionale degli Asburgo. Si determinarono così una miriade di staterelli, che presto sarebbero finiti in pasto al nazismo e al comunismo.

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Armi chimiche in Siria: un nuovo incidente del Tonchino?

fonte Sibialiria L’opposizione siriana ha accusato le forze governative di aver bombardato con gas nervino uccidendo nel sonno centinaia di civili nell’area di Ghouta vicino a Damasco, all’alba del 21 agosto 2013; in coincidenza temporale (così come è successo per molte altre denunce di massacri) , cioè, con l’arrivo a Damasco di Ispettori delle Nazioni …

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Torna la minaccia delle armi chimiche: intervista a mons. Giuseppe Nazaro, ex vicario apostolico di Aleppo

di Patrizio Ricci –  fonte: quotidiano on line “La Perfetta Letizia” Mons. Giuseppe Nazaro, francescano, già Vicario Episcopale per la zona del Cairo e dell’Alto Egitto e poi vicario apostolico di Aleppo, a ragione può essere considerato un profondo conoscitore della realtà siriana e mediorientale. Il suo punto di vista è inequivocabile: l’Occidente sta vivendo …

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