Siria – i giornalisti liberi oggi e rilasciati in Turchia: ma il governo faccia chiarezza sul supporto alle bande ribelli

Oggi con sollievo apprendiamo la notizia che i 4 giornalisti italiani sono stati liberati e in sicuro in Turchia. Cade quindi la necessità del silenzio stampa. La Farnesina e la RAI, come sappiamo, avevano  chiesto la massima riservateza. La necessità del riserbo in questi casi è fortemente consigliabile. Tuttavia i media avevano insistito che i …

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Russia: le Ong straniere messe a nudo

Ferdinando Menconi Fonte: www.ilribelle.com Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2013/4/9/russia-le-ong-straniere-messe-a-nudo.html Il tema delle Ong è stato al centro delle questioni trattate da Putin e Merkel nel corso del loro incontro dei giorni scorsi. La Germania ha espresso forte preoccupazione per la politica russa verso le Ong finanziate da paesi esteri, che sono considerate agenti stranieri da Mosca, e Angela …

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In Africa c’è la piaga dei ‘bambini soldato’, ad Aleppo li chiamano ‘combattenti’

da La Perfetta Letizia, 6.4.13  autore Patrizio Ricci Il quotidiano britannico ‘The Telegraph’ ha diffuso, come tutte le principali testati on line, un video in cui, tra le rovine di Aleppo, nel quartiere Salahedddin, un bambino parla, seduto tra due ribelli siriani armati (uno è suo zio): un colpo di mortaio ha ucciso suo padre (combattente …

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I Vescovi: “forze oscure” operano per disarticolare Stati e istituzioni.

patriarca maronita, cardinale Béchara Raï
patriarca maronita, cardinale Béchara Raï

Il rischio di conflitti religiosi nelle possibili derive oscurantiste della Primavera araba in Siria
 “La crescita del fondamentalismo islamico minaccia i musulmani moderati, che sono la maggioranza”. “Fra incudine e martello i cristiani non hanno scelta”. Timori che il conflitto porti a inasprire l’antagonismo tra sunniti e sciiti libanesi.

da Asia News – 05/04/2013  di Fady NounLo slancio democratico della “primavera araba” nasconde sempre meno il rischio, almeno in Siria, della discordia confessionale, che minaccia di estendersi ad alcune regioni libanesi, e la possibile deriva oscurantista. Alla viglia della sua partenza per la Francia il patriarca maronita, cardinale Béchara Raï, torna a ribadire la sua presa di distanza da un fenomeno che aveva suscitato tante speranze.

“Forze oscure – ha detto in tono grave lunedì scorso, davanti all’ambasciatore francese Patrice Paoli – operano per disarticolare Stati e istituzioni, e cercano instancabilmente di accendere la ‘fitna’ tra le diverse confessioni religiose che, finora, coesistono pacificamente e questo, per ironia, in nome della democrazia e della ‘primavera araba’”.
Le riserve espresse dal patriarca nei confronti della rivolta araba, in particolare quella in Siria, chiaramente indicata dal capo della Chiesa maronita, sembrano essere state capite meglio di quelle che egli aveva indicato in occasione della sua prima visita nella capitale francese, nel settembre 2011.
In 18 mesi, in effetti, molte cose sono divenute più chiare sia per i libanesi che per i responsabili francesi. Questi ultimi, d’altro canto, non hanno appena deciso di rinunciare all’idea di armare l’Esercito libero siriano, nel timore che le armi finiscano nelle mani di gruppi fondamentalisti?
Per ciò riguarda la valutazione del patriarca, essa riguarda, a quanto sembra, sia i fondamentalismi jiahdisti di Jabhat al-Nosra, che consolidano la loro presa su alcune zone di conflitto in Siria, sia il fondamentalismo politico portato avanti dai Fratelli musulmani sul (cattivo) modello egiziano. Il fatto che egli parli di forze “oscure” può far pensare che questi gruppi siano manipolati.
“La Francia delle luci non sarà indifferente (…) di fronte alla crescita del radicalismo e del fondamentalismo e al proliferare di un oscurantismo rinforzato dalle contraddizioni politiche e dalle interferenze regionali e internazionali”, ha affermato il capo della Chiesa maronita, davanti all’ambasciatore Paoli. E ha chiamato la Francia, per laica che sia, alla “chiaroveggenza”, chiedendole di non ignorare il ruolo di “fermento democratico” che giocano i cristiani all’interno delle società arabe. “La crescita del fondamentalismo islamico minaccia i musulmani moderati, che sono la maggioranza. Essi rischiano di cadere nel pensiero fondamentalista, se i cristiani perdessero la loro presenza effettiva e la loro influenza benefica all’interno delle società arabe”.

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… fermati o sequestrati?

Nei giorni scorsi i media italiani hanno specificato che i 4 giornalisti Italiani spariti in Siria sono nelle mani della formazione paramilitare Jabhat al-Nusra.L’organizzazione è nella black list dei terroristi islamici dagli USA, è un ramo di al-Qaeda in Iraq – un gruppo costituito da jihadisti sunniti islamici. Conta circa in Siria circa 6.000 uomini …

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Gregorio III: “Una dittatura della stampa sulla crisi siriana”

Résistance.fr, 9 maggio 2012 (trad. Ossin) fonte OSSIN

Gregorio III: “Una dittatura della stampa sulla crisi siriana”
Capitaine Martin

“Non c’è più rivoluzione, non ci sono più manifestazioni. C’è solo del banditismo e il mondo intero si rifiuta di riconoscerlo”. Queste parole non sono state pronunciate dal presidente siriano Bachar el-Assad, né da qualcuno dei suoi ministri, e neppure da qualche membro di uno dei governi arabi che sostengono il regime, ma dal patriarca della Chiesa greco-cattolica melchita, con sede a Damasco.

Il prelato non è ricorso ad espressioni ambigue per descrivere lo stato attuale delle crisi in cui è piombata la Siria: “alcuni stranieri sono entrati nel paese e hanno anche cominciato a colpire i cristiani, che sono stati costretti ad abbandonare Homs, data la pericolosità della situazione”, ha spiegato il patriarca che non ha nascosto una certa insoddisfazione di fronte all’atteggiamento del Vaticano, a suo avviso troppo morbido. Gregorio III se l’è presa poi con la stampa europea con la quale ha avuto dei contatti nel corso della sua recente visita nel Vecchio Continente, per raccontare cosa stava succedendo in Siria. “Io non giustifico il regime, come ho sentito dire in Francia, ma affermo una realtà. I giornali sono stereotipi, hanno delle fonti uniche e non sono disposti ad ascoltare nessuno, nemmeno me”, ha sostenuto il prelato che non ha esitato a  parlare di una vera e propria “dittatura della stampa al servizio degli Stati Uniti”. Il patriarca ha anche raccontato un aneddoto capitato al nipote di un vescovo che lavora a Dubai (Emirati Arabi Uniti) e che, un giorno che si recava al lavoro, ha sentito dietro di sé un uomo che diceva di trovarsi ad Homs mentre le truppe del governo stavano dando l’assalto alla città, uccidendo donne e bambini.

“Si parla di complotto, ma è ben più grave di questo: c’è una volontà internazionale di recare danno alla Siria”, ha affermato ancora Gregorio III chiedendosi anche come sia possibile che alcuni Stati intendano cambiare in pochi mesi “un regime che ha fatto tanto per il suo popolo”, mentre questi stessi Stati non riescono a mettere fine al conflitto israelo-palestinese. “Nessuna sanzione è stata varata contro le colonie israeliane , ha aggiunto, nonostante siano illegali. Tutti lo sanno ma nessuno fa niente”.

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Incomprensibili le continue faziosità dei media sulla Siria

Ciò che ci fa vivere  che non è ‘una scelta’ di opinione,  ma la scelta di un riconoscimento.

Il problema in Siria siamo noi occidentali. La guerra in nostra assenza finirebbe subito. Con questo tipo di informazione non possiamo definirci un paese democratico. Molti miei amici si strappano le vesti su alcuni ‘temi cattolici ‘ centellinati come la difesa della vita (ma solo al concepimento): è una cosa giusta, sacrosanta. Tuttavia, ciò che si deve affermare è ciò che ci fa vivere  che non è ‘una scelta’ di opinione,  ma la scelta di un riconoscimento. Altrimenti siamo ugualmente preda del nulla e perciò di fronte alla realtà ci dimostriamo ugualmente inadeguati. Dimostriamo che la vita vale nulla quando non c’è appartenenza e per questo non c’è coscienza.  E’ l’idolatria subdola dei ‘valori’ . in secondo luogo, é certo che le istituzioni svolgono pressioni sulla vita civile perché vengano sostenute le loro decisioni : sono decisioni che hanno bisogno dell’ombra e che mettono al primo posto il commercio, anche della dignità.

La faziosità “dei nostri”  media cattolici (in primis Avvenire e Radiovaticana) è il mistero di due anni di guerra in Siria. Ci rifletto ma non me lo so spiegare: addirittura vengono accuratamente scelte le parole per meglio indirizzare la gente verso un certo pensiero che raramente corrisponde alla realtà. Ad esempio continuano a parlare di Assad come il male da cui liberarsi ed adesso anche del popolo degli alawiti , come ‘quelli di Assad’ che sperano crepino fino all’ultimo. Gente così é pericolosa e non può fare giornalismo. Sono impostori. É colpa loro se le chiese si svuotano, non sanno parlare che di quello che credono religioso in termini corretti: al di fuori di pochi argomenti intoccabili quella fede non ha dignità culturale. È un nemico interno come un cancro che divora. Non sono ‘argomenti’ qualunque,quelli in cui ci si gioca tutto.Sono la sfida di porsi con una posizione umana di fronte alla normalità della vita. La carità ed il buonismo non trasformano permanentemente una società , non si tramanda la fede senza la preghiera , la gratuità, il coraggio, l’affezione.. Sottoil comportamento dei giornali cattolici si nasconde una mentalità miscredente, che è per l’omicidio e che sopratutto non crede che un cambiamento può avvenire solo essendo ‘mendicanti di Cristo, solo riconoscendo e accogliendo una Presenza.

Ho sempre saputo che per dare un giudizio sulla realtà occorre che questo giudizio sia totale, cioè vada dalla condanna dell’aborto alla condanna delle ingiustizie che si compiono in Siria e in tutte le parti del mondo, senza dimenticare gli innumerevoli problemi legati alla povertà e a tutto quello che accade.
Ho sempre saputo che l’errore è una verità impazzita (Chesterton) e che non si può enfatizzare un solo aspetto della realtà a scapito di altri. Ecco perché è importante che ciascuno dia il suo contributo sulle cose che più lo colpiscono e insieme si cerchi di affrontarle come ognuno sa fare e può fare.
Si è  impotenti davanti alla menzogna avanzante che invade tutti gli aspetti della vita. Ciononostante non possiamo pretendere che gli altri abbiano la nostra ‘chiarezza di idee’. Se c’è pretesa ci si chiude.

Sono cosciente di questo, tuttavia, la mia non é una pretesa verso tutti,  ma verso chi fa la professione dell’informazione ed ha precise responsabilità. Chi conosce i fatti non li può travisare impunemente, addirittura usando ‘sapientemente’ la padronanza lessicale ed il credito per fuorviare , misconoscere, ed infine dare il giudizio del ‘potere’.

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