guardare intorno per capirci meglio: cos’ha la Norvegia che l’Italia non ha?

un problema non può essere risolto con la stessa mentalità di chi l’ha creato, ecco la prima soluzione più logica ma più indigesta per le banche che hanno in mano la BCE. fonte: articolo di Nicoletta Forcheri La Norvegia sarebbe un caso da studiare e da emulare: un surplus del 10%, un profitto netto dei …

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E' UNA OPPORTUNITA' PER LA NOSTRA VITA DA NON PERDERE

  Cari amici, Non è forse una guerra quella che si sta disputando contro la Grecia ed ora contro l’Italia? Chi è favorevole alla destabilizzazione di intere economie nazionali? Questa carovana  guidata da banche creditrici, speculatori istituzionali, hedge funds e istituzioni finanziarie internazionali a cosa mirano? Onon mirano a nulla e si accontentano solo di …

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un occhio all'estero: banche di poprietà pubblica tedesche

Fonte: Publicly-owned Banks as an Instrument of Economic Development: The German Model

Le banche di proprietà pubblica sono state fondamentali per il finanziamento del “miracolo economico” della Germania dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene le banche pubbliche tedesche siano state prese di mira negli ultimi dieci anni dai loro concorrenti privati per ottenerne la distruzione, il modello rimane una valida alternativa all’affarismo privato ora oggetto di contestazione a Wall Street.

Una delle richieste avanzate dai manifestanti del modello Occupy Wall Street è la “public option” [Ndt: Per “public option” si intende l’ingresso dello Stato nel mercato privato] nel settore bancario. Che cosa ciò significhi è stato spiegato dal dottor Michael Hudson, docente di Economia presso l’Università del Missouri a Kansas City, in un’intervista a firma di Paul Jay del Real News Network del 6 ottobre:

[L]a richiesta non è semplicemente quella di creare una banca pubblica, ma di trattare le banche in genere come un servizio pubblico, proprio come le società elettriche vengono considerate di pubblica utilità.[…] Così come ci sono state pressioni per un ingresso dello Stato nel settore sanitario, ci dovrebbe essere l’ingresso dello Stato nel settore bancario. Ci dovrebbe essere una banca controllata dal governo che offra carte di credito con tassi di interesse non punitivi come quelli attualmente praticati pari al 30%, senza sanzioni, senza aumentare il tasso di interesse se non si paga la bolletta elettrica. Quello che ha reso l’America forte nel 19° secolo e nell’inizio del 20° secolo è stato l’avere infrastrutture essenzialmente pubbliche, proprio come se si hanno strade e ponti pubblici. […] L’idea alla base delle infrastrutture pubbliche consisteva nella volontà di pervenire alla riduzione del costo della vita e dei costi di impresa.

Negli Stati Uniti non si sente parlare molto dell’ingresso dello Stato nel settore bancario, ma alcuni paesi hanno già un forte settore bancario pubblico. A maggio 2010 un articolo comparso su The Economistsottolineava che la presenza di banche forti e stabili di proprietà pubblica in India, Cina e Brasile ha aiutato questi paesi a superare la crisi bancaria che negli ultimi anni sta affliggendo la maggior parte del mondo.

 

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UNIONE EUROPEA: è stata dichiarata la guerra di classe

fonte Michael Hudson  sito ateneo

“Ma se un paese non mantiene i propri impegni, credo che tutti saremmo d’accordo nel ritenere che il secondo stage dovrà essere differente. Andremmo troppo in là se noi considerassimo, in questo secondo stage, di dare alle autorità dell’area euro una voce più forte e più autorevole nella formazione delle politiche economiche della nazione se queste falliranno pesantemente? Un’influenza diretta, che va ben oltre la sorveglianza potenziata che è prevista al momento? Jean-Claude Trichet, Presidente della BCE mentre riceve il premio Carlo Magno per l’unità dell’Europa (Aachen, 2 giugno 2011)

Subito dopo che il Partito Socialista aveva vinto le elezioni nazionali in Grecia nell’autunno del 2009, era diventato palese che le finanze del governo erano un disastro. Nel maggio del 2010 il Presidente francese Nicolas Sarkozy prese l’iniziativa per raccogliere 120 miliardi di euro dai governi europei per sussidiare il sistema fiscale non progressivo che aveva portato il governo greco in un mare di debiti, che le banche di Wall Street avevano aiutato a nascondere sotto una contabilità stile Enron.

Il sistema impositivo era come un imbuto che raccoglieva le tasse per pagare le banche tedesche e francesi che stavano comprando i sempre più deprezzati bond governativi. I banchieri stanno dando l’imprimatur su questo modo d’intendere la politica, la condizione necessaria per derubare i bond greci quando arrivano alla scadenza e per estendere le scadenze nel breve lasso di tempo in cui la Grecia è costretta a operare. Se questo piano avesse successo, sarebbe una manna per gli attuali possessori delle obbligazioni. Il 1° giugno Moody’s ha abbassato il rating sul debito greco a “junk” (da Caa1, poi a B1, che era già abbastanza basso), stimando una probabilità del default pari al 50%. L’abbassamento è servito per mettere ancora più alle strette il governo greco. Senza considerare la politica dei funzionari europei, Moody’s ha affermato: “C’è una sempre maggiore probabilità che i sostenitori della Grecia (il FMI, la BCE e la Commissione dell’UE, noti anche come la “Troika”), in un futuro prossimo, richiederanno la partecipazione dei creditori privati nella ristrutturazione del debito come precondizione per il supporto finanziario.”[1]

 

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Russia: in Libia ora "e’ piu’ importante vincere la pace che la guerra"

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Cremlino - Wikipedia commons

(fonte: http://italian.ruvr.ru ) 27/10/2011

La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una risoluzione per l’abrogazione della “no fly zone”.
Gia’ in serata potrebbe essere approvata un documento sulla liberazione della Libia annulando cosi’ la risoluzione 1973 che l’Occidente ha sfrruttato in modo unilaterale per una ingerenza militare negli affari interni del paese.
A Mosca si ritiene che dietro il paramento di questo documento la coalizione occidentale abbia provocato un numero enorme di vittime fra quella popolazione civile che voleva invece difendere.

Ora e’ evidente che sin dall’inizio l’obiettivo principale era liquidare Gheddafi.

La segreteria dell’Onu parla della necessita’ di una inchiesta.

Dello stesso avviso il ministro degli esteri Lavrov che ieri sera in una lunga intervista alle tre maggiori radio del paese ha esposto la posizione della Russia anche su questo problema.
Le televisioni di tutto il mondo hannbo fatto vedere un prigioniero di guerra che e’ stato barbaramente trucidato in violazione di tutte le Convenzioni internazionali. Ora la Nato tenta di presentare delle spiegazioni che non stanno in piedi. Non per niente subito l’uccisione di Gheddafi e’ stata annunciata la fine della guerra.

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Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio, eppure: "Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace, quale profonda aspirazione che risuona incessantemente nei nostri cuori"

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guerra civile o guerra su commissione?

Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio. Il giudizio espresso anche da parte dei più ben disposti e non schierati aprioristicamente va dove deve andare.

Mi spiego: abbiamo visto un uomo  trasformato improvvisamente nel male assoluto, tale da giudicare “legittimo” ucciderlo,  infine abbiamo visto  lo stesso uomo in fuga e catturato dopo aver cercato di ucciderlo con le bombe,  quindi è stato umiliato, seviziato, devastato,  uomini si sono compiaciuti di vederlo agonizzante per vederlo soffrire, per puro odio,  infine giustiziato, e poi esposto in pubblico come un trofeo: questo fa smuovere anche le menti più ingessate.

E così avviene, e immediatamente però seguono i “distinguo”, si dice che le guerre sono tutte brutte, che nelle guerre non ci sono regole, e che poi in fondo “si sa cosa accade purtroppo nelle guerre civili”, si considera puntuale “ce lo ricordiamo Mussolini a piazzale Loreto”, etc..  Il paragone è però demenziale, sono situazioni del tutto differenti, sono situazioni che dividono, Avviene proprio ciò che i manipolatori del pensiero, i manovratori del potere, vogliono sentir dire.  Infatti quelli che hanno preparato questa guerra (un cosa così si pianifica non si fa da un giorno all’altro)  non vogliono certo negare che l’uccisione di Gheddafi sia stata atroce, no altrimenti tutti si ribellerebbero, no invece dicono: “apriremo un’indagine..”. Non c’è ipocrisia più grande per innumerevoli  ragioni, eccone alcune:


Non si è trattato di guerra civile

la guerra in Libia non è stata una guerra civile, migliaia sono stati i contractors e gli infiltrati dall’estero, gente specializzata per dar man forte ai cosiddetti “ribelli” una minoranza che non esprime la maggioranza del paese. La guerra civile è iniziata quando la Nato ha messo in atto il proprio intervento e quando parte della popolazione si è schierata con Gheddafi.

Se questo è avvenuto, se cioè anche i “civili” hanno preso differenti posizioni, è perché la comunità internazionale rappresentata dalla coalizione di “volenterosi” (così si è autodefinita) si è schierata con una parte mettendo in atto una guerra senza quartiere per il totale annientamento di una parte rappresentativa della società civile. Strana guerra civile, veramente singolar con satelliti spia e risorse incalcolabili tutte schierate solo da una parte.

Lo stato della Libia: agglomerato di realtà tribali diverse tra loro: facile scatenare una rivolta

la rivolta era iniziata per l’emancipazione di una singole porzioni di territorio dello stato libico, all’inizio gli “insorti” erano ben pochi, quello che che è avvenuto, è stata l’esplosione di una rivolta armata, profittando del clima nato a seguito delle “primavere arabe” negli stati limitrofi e del clima di forte compiacimento occidentale, e non ultimo appoggi, incoraggiamenti e connivenze dirette. La rivolta è avvenuta in Cirenaica ed era avvenuto altre decine di volte nel corso degli anni in una società con forte connotazione tribale, le cui componenti erano  state sempre perennemente in conflitto tra loro.

Non è avvenuta una sollevazione popolare ma un colpo di stato

Ancora oggi, la convinzione corrente della gente (ma quel che è peggio anche di chi decide il destino di intere nazioni) è che “ucciso Gheddafi il problema è risolto”: in realtà ci sono milioni di Gheddafi che sono i suoi sostenitori, e non sono mostri come si vuol far credere, settari, una immensa associazione a delinquere, di questi non se ne tiene minimamente conto, e si sta tentando (con successo) la totale eliminazione fisica e/o politica, prima “delle libere elezioni” (ma già prima delle elezioni si è scelto la shaaria?).

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Di tutte le brutalità in guerra la più grande è l'uccisione di prigionieri inermi o feriti.

Dopo aver appreso ieri  di particolari ancora più cruenti sulla modalità dell’assassinio di Gheddafi, oggi la notizia che cinquantatre’ persone, tutte con le mani legate dietro alla schiena , appartenenti ai combattenti  lealisti sono state uccise ,  tra il 14 e il 15 ottobre sommariamente  in un hotel di Sirte . Lo ha denunciato oggi …

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