SOS CRISTIANI IRAQ – Prima e dopo l’ISIS.

[su_panel]Propongo un bellissimo video della Onlus ‘Umanitaria Padana’ la cui responsabile conosco personalmente e fa le cose seriamente perchè ci crede. Per questo rilancio anche la loro proposta di assistenza. Il video vi consiglio di vederlo , è bello e commovente.

Nella valle di Ninive i cristiani erano confluiti da tutto l’Iraq dopo le persecuzioni sopravvenute dopo le guerre americane del Golfo dovute alla settarizzazione del paese. Successivamente i cristiani sono stati cacciati dalle loro case da ISIS. Il video mostra prima e dopo l’avvento dei terroristi islamisti. Vediamo la ricchezza e la bellezza che si va perdendo in quei luoghi santi, benedetti da Dio e disprezzati dagli uomini.

Vietato Parlare
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Arriverà un giorno – vicino o lontano a noi non è dato di sapere, ma è certo che arriverà – in cui la storia guarderà indietro e punterà il dito contro coloro che pur avendo guardato non hanno visto e pur avendo ascoltato non hanno sentito, contro coloro che pur potendo parlare non hanno parlato e contro coloro che pur potendo agire non hanno agito.

Questo video è stato presentato la prima volta durante il Convegno:”Genocidio dei Cristiani, la Jihad da Oriente a Casa nostra” organizzato da Umanitaria Padana Onlus e Associazione Pakistani Cristiani in Italia presso la Camera dei Deputati, in collaborazione con l’On.Marco Rondini e altri Parlamentari italiani.

Il video si compone di due parti:

– la prima girata nell’aprile 2011 a Baghdeda (più conosciuta col nome turco Qaraqosh), antico villaggio siriaco cristiano della Piana di Ninive, durante i festeggiamenti per l’ordinazione episcopale dei nuovi Vescovi sirocattolici di Mosul e di Baghdad e per la Domenica delle Palme;

– la seconda girata nel settembre 2015 ad Ainkawa/Erbil e infine ad Aqrah, nel Kurdistan iracheno, dove gli abitanti di Baghdeda e degli altri villaggi cristiani della Piana di Ninive sono dovuti fuggire in una notte senza nulla, a seguito dell’occupazione da parte del Daesh (anche detto ISIS).

Oggi Baghdeda/Qaraqosh è in mano all’ISIS che ne ha distrutte le chiese e tutti i simboli cristiani.
In questa tragedia centinaia di migliaia di Cristiani hanno perso tutto, tranne la loro fede.

L’Umanitaria Padana Onlus sta aiutando i Cristiani profughi nel Kurdistan iracheno sostenendo progetti di assistenza in collaborazione con la Diocesi Siro Cattolica di Mosul, Kirkuk e Kurdistan.

Per aiutarci ad aiutarli, potete contribuire con un versamento su:

Bollettino postale: 80170350

IBAN: IT14 W050 15229 00000 00000 5080

Causale: SOS CRISTIANI IRAQ

FireShot Pro Screen Capture #078 - 'SOS CRISTIANI IRAQ - Prima e dopo l'ISIS

Ora Pro Siria – Viaggio in Siria (1)

Da ORA PRO SIRIA una sorprendente testimonianza della vita-vita http://oraprosiria.blogspot.it/2015/10/viaggio-in-siria-1.html , vale la pena di leggere: Dal 17 al 26 ottobre mi sono recata in Siria, ospite delle monache Trappiste di Azeir, un villaggio cristiano affacciato sulla valle verdeggiante in cui scorre il fiume che separa la Siria dal Libano, non lontano da Tartous. Su …

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“Cizre’de Katliam Var – Il massacro di Cizre” – Trailer on Vimeo

Si susseguono in Turchia violazioni dei diritti umani contro le minoranze, dei fatti di Cizre il più assoluto silenzio, come del resto per gli armeni a Kessab

Vietato Parlare

12.9.2015  da ‘diritti globali’

Il lea­der del Par­tito demo­cra­tico dei Popoli (Hdp) Sela­hat­tin Demir­tas è entrato a Cizre ieri mat­tina. Hanno avuto effetto gli appelli del Con­si­glio d’Europa alle auto­rità tur­che per­ché met­tes­sero fine allo stato di asse­dio che durava da nove giorni nella città del Kur­di­stan turco.

Tre giorni fa la dele­ga­zione Hdp era stata fer­mata dalle forze di sicu­rezza tur­che che ave­vano impe­dito a par­la­men­tari e ai mini­stri di entrare nella loca­lità roc­ca­forte del par­tito, sotto asse­dio da nove giorni. Secondo le auto­rità tur­che molti gio­vani di Cizre hanno ini­ziato a com­bat­tere con il par­tito dei lavo­ra­tori del Kur­di­stan (Pkk). Anche alcuni dei due­cento avvo­cati tur­chi e kurdi delle asso­cia­zioni tur­che per la difesa dei diritti umani Ohd e Chdali, sono potuti entrare ieri a Cizre, tra loro l’italiana Bar­bara Spi­nelli (omo­nima della depu­tata euro­pea) dell’Associazione euro­pea per i diritti umani e la demo­cra­zia, che abbiamo rag­giunto telefonicamente.

«È in corso una vio­la­zione siste­ma­tica dei diritti umani», ha costa­tato l’avvocato che ha fati­cato non poco per poter entrare in quella che Demir­tas ha ribat­tez­zato la «nostra Kobane». Siamo arri­vati nella città di Medyat (300 chi­lo­me­tri da Cizre, ndr), e poi siamo stati bloc­cati», ci ha spie­gato l’avvocato che abbiamo rag­giunto al tele­fono a Diyar­ba­kir. Nono­stante ciò, hanno pro­se­guito la mar­cia tra le cam­pa­gne incon­trando vari sit-in e bloc­chi per strada, orga­niz­zati dalla popo­la­zione locale per pro­te­stare con­tro lo stato di asse­dio per­ma­nente della regione, avviato dalle forze di sicu­rezza tur­che dopo la cam­pa­gna anti-Pkk, annun­ciata lo scorso 24 luglio.

«Con mezzi di for­tuna siamo arri­vati a Idil. Di notte sen­ti­vamo spari con­ti­nui e ci spie­ga­vano che la poli­zia voleva spa­ven­tare la folla», ha pro­se­guito Spi­nelli. Da oggi le pro­te­ste non vio­lente dei kurdi di Cizre vanno avanti con pen­tole e uten­sili che bat­tono sulle rin­ghiere nelle ore della notte, come avve­niva durante le pro­te­ste di Gezi a Istan­bul (2013). «Siamo stati i primi ad entrare a Cizre que­sta mat­tina. Per nove giorni una città di 120mila abi­tanti è stata senza elet­tri­cità né acqua né inter­net con cec­chini appo­stati sui tetti delle case intorno alla sede di Hdp», ha aggiunto l’avvocato.

«Abbiamo assi­stito a scene di guerra. Blin­dati tur­chi impe­di­vano ai cit­ta­dini di uscire dalle loro abi­ta­zioni. Men­tre le strade del cen­tro sono state col­pite dai bom­bar­da­menti dei giorni scorsi», ha con­ti­nuato. «Nes­suna legge anti-terrorismo può giu­sti­fi­care que­sto. Abbiamo visto bam­bini malati che sono stati obbli­gati a bere acqua non pota­bile per­ché le con­dut­ture sono state cri­vel­late dai colpi dell’esercito turco», ha denun­ciato l’avvocato.

Cizre è stata in vera emer­genza sani­ta­ria per giorni, alcuni medici non hanno potuto rag­giun­gere gli ospe­dali per­ché non pote­vano lasciare le loro case a causa del copri­fuoco, men­tre alcune fami­glie non hanno potuto sep­pel­lire i loro figli: oltre trenta sono stati i morti tra i civili negli scon­tri inne­scati dall’uccisione di 31 tra mili­tari e poli­ziotti nella pro­vin­cia di Hak­kari da parte dei com­bat­tenti kurdi la scorsa set­ti­mana. «Quando è ini­ziato l’assedio molti medici si sono licen­ziati. Non c’erano dot­tori in città. Ci hanno anche ripor­tato due casi di ese­cu­zioni som­ma­rie: cit­ta­dini comuni uccisi dalla poli­zia per­ché ave­vano vio­lato il copri­fuoco», ha con­cluso la testi­mo­nianza Spi­nelli. Final­mente l’assedio di Cizre è finito ma si con­tano i danni e le vit­time di una vio­lenza anti-kurda che potrebbe accom­pa­gnare il paese fino alle ele­zioni anti­ci­pate del pros­simo primo novembre.

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