Storico discorso del Papa al Bundestag

250px Pope%2C 13 march 2007
Benedetto XVI - Wilkipedia Common

Di seguito il testo integrale del discorso del Papa:

Illustre Signor Presidente Federale!
Signor Presidente del Bundestag!Signora Cancelliere Federale!
Signor Presidente del Bundesrat!Signore e Signori Deputati!

È per me un onore e una gioia parlare davanti a questa Camera alta – davanti al Parlamento della mia Patria tedesca, che si riunisce qui come rappresentanza del popolo, eletta democraticamente, per lavorare per il bene della Repubblica Federale della Germania.

Vorrei ringraziare il Signor Presidente del Bundestag per il suo invito a tenere questo discorso, così come per le gentili parole di benvenuto e di apprezzamento con cui mi ha accolto.

In questa ora mi rivolgo a Voi, stimati Signori e Signore – certamente anche come connazionale che si sa legato per tutta la vita alle sue origini e segue con partecipazione le vicende della Patria tedesca. Ma l’invito a tenere questo discorso è rivolto a me in quanto Papa, in quanto Vescovo di Roma, che porta la suprema responsabilità per la cristianità cattolica. Con ciò Voi riconoscete il ruolo che spetta alla Santa Sede quale partner all’interno della Comunità dei Popoli e degli Stati.

In base a questa mia responsabilità internazionale vorrei proporVi alcune considerazioni sui fondamenti dello Stato liberale di diritto.

Mi si consenta di cominciare le mie riflessioni sui fondamenti del diritto con una piccola narrazione tratta dalla Sacra Scrittura.

Nel Primo Libro dei Re si racconta che al giovane re Salomone, in occasione della sua intronizzazione, Dio concesse di avanzare una richiesta.
Che cosa chiederà il giovane sovrano in questo momento importante? Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo egli chiede. Domanda invece: “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” (1Re 3,9)
. Con questo racconto la Bibbia vuole indicarci che cosa, in definitiva, deve essere importante per un politico. Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale.

La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace. Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto.

Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia. “Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?” ha sentenziato una volta sant’Agostino.

Noi tedeschi sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto – era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio.

Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico. In un momento storico in cui l’uomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito diventa particolarmente urgente. L’uomo è in grado di distruggere il mondo. Può manipolare se stesso. Può, per così dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dall’essere uomini. Come riconosciamo che cosa è giusto? Come possiamo distinguere tra il bene e il male, tra il vero diritto e il diritto solo apparente? La richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale l’uomo politico e la politica si trovano anche oggi.

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Chi è madre Bonifacia (che sarà canonizzata a Roma il 23 ottobre 2011)?

(fonte Santi e Beati.it)

Lavorante messasi in proprio con un negozio dipassamaneria e cordoni, Bonifacia, spagnola di Salamanca, conosce sulla pelle i problemi del mondo del lavoro. Con alcune ragazze fonda l’associazione dell’Immacolata (il dogma era stato proclamato nel 1854) e di san Giuseppe.Vuole diventare domenicana, ma ilgesuita Francisco Javier Butinyà la convince a fondare una nuova Congregazione vicina ai problemi deilavoratori, le Serve di San Giuseppe.Muore nel 1905 a 68 anni.

Bonifacia Rodríguez Castro è una semplice lavorante che, nel mezzo della vita quotidiana, si apre al dono di Dio, facendolo crescere nel suo cuore con spirito autenticamente evangelico. Fedele alla chiamata di Dio, si abbandona nelle sue braccia di Padre, lasciandosi forgiare secondo i tratti di Gesù, l’artigiano di Nazareth, che vive nascosto in compagnia dei genitori per la maggior parte della sua vita.

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Beata Bonifacia Rodriguez De Castro

Nasce a Salamanca (Spagna) il 6 giugno del 1837 nel seno di una famiglia di artigiani. I genitori, Juan e Maria Natalia, erano profondamente cristiani. La loro maggior preoccupazione era l’educazione nella fede dei sei figli, dei quali Bonifacia era la maggiore. La sua prima scuola fu la casa dei genitori, dove Juan, sarto, aveva il laboratorio di cucito. La prima cosa che vedono gli occhi di Bonifacia è proprio un laboratorio artigianale.

Terminati gli studi elementari impara il mestiere di cordonaia, con cui inizia a guadagnarsi da vivere come dipendente a quindici anni, alla morte del padre, in modo da aiutare la madre a sostenere la famiglia. Il bisogno di lavorare per vivere imprime fin dall’inizio un carattere forte alla sua personalità. Sperimenta, infatti, sulla propria pelle le dure condizioni di lavoro delle donne operaie di quell’epoca: orari estenuanti e salari minimi.

Una volta superate le prime ristrettezze economiche apre il suo laboratorio artigianale di “cordoni, passamaneria e altri manufatti”, nel quale lavora con il più grande raccoglimento possibile e imita la vita nascosta della Famiglia di Nazareth. Era molto devota a Maria Immacolata e a San Giuseppe, devozioni di grande attualità dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione nel 1854 e la dichiarazione di San Giuseppe a patrono della Chiesa universale nel 1870.

Dal 1865, anno del matrimonio di Agustina, l’unica dei fratelli che raggiunge l’età adulta, Bonifacia e sua madre, che erano rimaste sole, si dedicano a una vita di profonda pietà, recandosi tutti i giorni alla vicina chiesa della Clerecía, gestita dalla Compagnia di Gesù.

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A 14 anni dalla morte, Madre Teresa insegna all’India la dignità umana

Fonte Asianews di Nirmala Carvalho

200px MotherTeresa 090Mumbai (AsiaNews) – “Ogni giorno circa 10 persone muoiono a Khaligat. Si spengono con dignità e col sorriso, toccati dall’amore di Cristo che Madre Teresa e le missionarie portano loro”. Suor Alex, una Missionaria della carità che lavora al Nirmal Hriday (Casa del cuore puro), ricorda la religiosa di Calcutta – beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003 – nel giorno della sua memoria liturgica, che è anche la data della sua morte. Oggi, intorno alla sua tomba nella sede delle Missionarie della carità a Calcutta, leader religiosi cristiani, indù, musulmani e jainisti si sono raccolti in preghiera, sul tema: “Amatevi come io vi ho amato”. Inoltre a Ernakulam (Kerala), si conclude oggi una mostra sulla vita e le attività di Madre Teresa (28 agosto – 5 settembre).

Il Nirmal Hriday di Khaligat è il primo ospizio fondato da Madre Teresa nel 1952, per raccogliere, curare e pulire i moribondi abbandonati nelle strade di Calcutta. “In questa Casa – spiega la religiosa – abbiamo fatto ricongiungere decine di migliaia di persone a Dio. Li abbiamo lavati. Li abbiamo rivestiti. Sono morti con dignità, sapendo che negli ultimi momenti erano amati”.

Sr. Alex sottolinea: “La gente è assetata d’amore, ma non solo di amore umano, perché le nostre anime sono create per Dio. Negli occhi dei poveri moribondi che vengono portati qui a Khaligat c’è spesso una disperazione senza speranza. Poi, subito dopo essere ‘toccati’ dalle cure e dalla compassione delle missionarie, sono infusi di dignità. Nonostante il loro respirare a fatica, sono ristorati e muoiono sorridendo, circondati dall’amore di Gesù. Tutte le comodità del mondo non possono saziare la sete che l’essere umano ha dentro di sé, solo Cristo può dissetarli”.

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Ecco i veri organizzatori della marcia degli "indignados" contro il viaggio del Papa in Spagna.

ECCO I VERI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA DEGLI “INDIGNADOS” CONTRO IL  VIAGGIO DEL PAPA IN SPAGNA  (fonte di Inma Álvarez – labussolaquotidiana.it -)


Photo by Turismo Madrid
Gli “indignados” spagnoli non vogliono la GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) a casa loro, perché risulta scandaloso uno spreco così grande di soldi pubblici per un festival giovanile che interessa soltanto i cristiani, in un paese sull’orlo del fallimento economico. Perciò è stata annunciata una grande marcia di protesta nel centro di Madrid alla vigilia dell’incontro del Papa con i giovani, la settimana prossima.  Ovviamente l’iniziativa avrà una grande eco mediatica nel mondo. Non c’é da stupirsi: ormai dove Benedetto XVI mette i piedi ci sono i soliti gruppi che ne approfittano per servire le polemiche: basta uno sguardo veloce nelle emeroteche. Non importa la causa o la scusa: un viaggio di questo Papa verrà preceduto, come nei grandi film, da una grande operazione di marketing, ma alla rovescia.

Questo spiega come abbia avuto una eco così grande un’iniziativa anti-papa in realtà esigua e marginale, che non avrebbe mai avuto l’attenzione dei media se non fosse appunto per la presenza del Papa.

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Il Santo Rosario e la bomba atomica di Hiroshima

IL ROSARIO DI MARIA E LA BOMBA ATOMICA DI HIROSHIMA
fonte: globuli rossi company
Il Santo Rosario e la bomba atomica di Hiroshima

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Trovando questa testimonianza che non conoscevo, mi è tornata in mente la testimonianza di un sopravissuto di Nagasaki, senza conseguenze radioattive. Io allora ero quindicenne. Lui era un giovane giapponese, frate antoniano.
Su Hiroshima è caduta una bomba atomica.
Lo scopo era di annientare Hiroshima per distruggere il potere militare giapponese. (“lo scopo” in realtà era annientare un’intera città indiscriminatamente secondo le nuove teorie dei bombardamenti “strategici” già adottate in Europa, terrorizzare e uccidere così tanto per demoralizzare e seminare il terrore fino a far cedere l’avversario – commento VietatoParlare.it)
Ma la Madonna, la Regina del Rosario, ha protetto miracolosamente una piccola comunità di quattro padri gesuiti, che vivevano nella casa parrocchiale, a soltanto otto isolati dal centro dell’esplosione. Padre Hubert Schiffer aveva 30 anni e lavorava nella parrocchia dell’Assunzione di Maria, a Hiroshima. Ha dato la sua testimonianza davanti a decine di migliaia di persone: “Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il  basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente. Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.
Nessuno sa spiegare con logica umana, perché questi quattro padri gesuiti furono i soli sopravvissuti entro un raggio di 1.500 metri. Per tutti gli esperti rimane un enigma, perché nessuno dei quattro padri è rimasto contaminato dalla radiazione atomica, e perché la loro casa, la casa parrocchiale, era ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno erano state distrutte e bruciate. Anche i 200 medici americani e giapponesi che, secondo le loro stesse testimonianze,  hanno esaminato padre Schiffer, non hanno trovato nessuna spiegazione a perché mai, dopo 33 anni dallo scoppio, il padre non soffriva nessuna conseguenza dell’esplosione atomica e continuava a vivere in buona salute. Perplessi, hanno avuto tutti sempre la stessa risposta alle tante loro domande: “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario.” Ecco il messaggio pieno di speranza di Hiroshima: La preghiera del Rosario è più forte della bomba atomica!
Oggi, nel centro della città ricostruita di Hiroshima, si trova una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, che si prega in questa chiesa giorno e notte.

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BENEDETTO XVI: "CHIEDIAMO UN CUORE CAPACE DI DISTINGUERE IL BENE DAL MALE"

24/07/2011 — BENEDETTO XVI, ANGELUS: CHIEDIAMO UN CUORE CAPACE DI DISTINGUERE IL BENE DAL MALE “Re Salomone, figlio e successore di Davide ereditò un compito molto impegnativo, e la responsabilità che gravava sulle sue spalle era grande per un giovane sovrano”. Quando “il Signore gli apparve in visione notturna e promise di concedergli ciò che …

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