Presi da una corsa sfrenata al riarmo e al bellicismo, i cosiddetti strateghi da salotto dell’UE, sotto la guida della ginecologa Von der Leyen, hanno deciso di esportare l’energia (che in buona parte importano) all’Ucraina, la stessa energia per cui cittadini italiani ed europei pagano già un prezzo esorbitante, tanto da spingere molte aziende alla chiusura.
Durante la crisi greca,Bruxelles non mostrò alcuna clemenza verso il popolo ellenico, imponendo severe misure finanziarie di austerità, mentre per Kiev sembra che tutto sia concesso gratuitamente, anche quando è palesemente errato sia nella forma che nella sostanza.
Questa è la situazione quando la ragione è rifiutata dal discorso pubblico e il posto dei cosiddetti “diritti umani” validi solo durante le manifestazioni arcobaleno, prendono il posto del dialogo bidirezionale.
L’Ucraina che patisce una grave carenza energetica a seguito degli attacchi russi al suo sistema energetico nazionale, ha attinenza con questo. Nulla è accaduto come per effetto di un evento naturale.
Mosca ha esitato prima di colpire nuovamente, afferma Putin, per evitare gravi sofferenze al popolo ucraino durante l’aspro inverno e per non danneggiare il sistema sanitario del paese.
Tuttavia, Kiev non mostra segni di ravvedimento e continua a rivendicare Crimea e Donbass, ignorando la volontà delle popolazioni locali e le devastazioni belliche che potrebbero desertificare questi territori e costringere la popolazione alla fuga o alla devastazione
Questa è la dimostrazione lampante dell’intelligenza, della giustizia e dell’umanità della leadership ucraina.
Nonostante il rifiuto del dialogo e delle richieste della controparte russa, si persiste in una falsa retorica bellicista, infliggendo a tutti i popoli, un tempo fratelli, un conflitto tanto artificiale quanto reale.
Nel tentativo di porre un freno a questa follia, le forze russe nelle ultime settimane hanno attaccato il sistema di generazione energetica ucraino, colpendo sottostazioni e componenti vitali delle centrali termoelettriche e idroelettriche.
I danni sono ingenti. La nota agenzia di stampa russa Readovka riporta che il deficit del sistema energetico ucraino non è completamente ripristinabile con le importazioni dall’UE, ma ciò non impedisce che venga compensato almeno parzialmente.
Tuttavia, le lamentele di Kiev sulla mancanza di capacità generativa, nonostante l’assistenza occidentale, “si fanno sentire persino sopra il rumore dell’artiglieria”, osserva Readovka.
La maggior parte delle infrastrutture di produzione termica è stata devastata, le strutture sono compromesse, fa freddo e le importazioni da Romania, Polonia e Slovacchia non bastano.
In alcune aree, a fronte di una drastica riduzione dei consumi industriali, sono state imposte restrizioni e interruzioni.
Le proiezioni degli esperti ucraini non sono promettenti, eppure la propaganda ucraina suggerisce che tutto proceda bene: “così la Russia può distogliere l’attenzione dal sistema energetico indipendente e concentrarsi su altri obiettivi”, sembra affermare.
Ma, prosegue Readovka, la realtà è diversa. Di recente, la strategia propagandistica ucraina ha enfatizzato le proprie mancanze, probabilmente per distogliere l’attenzione delle forze russe, mostrandosi più deboli di quanto realmente siano.
Denunciando queste carenze e un imminente disastro, la leadership ucraina chiede ulteriore supporto militare e soldi.
“Infine”, commenta la pubblicazione russa, “le attuali restrizioni sono solo un’eco dei periodi peggiori del 2022 e del 2023. Finora il sistema energetico ucraino ha tenuto e, anche se persiste un deficit, riesce ancora a sopravvivere”.
Contemporaneamente, il ruolo delle importazioni di energia elettrica dall’UE è diventato più significativo: non solo aumentano la capacità generativa, ma sono essenziali nel controllo dei flussi energetici.
Con la produzione di energia termica “manovrabile” quasi distrutta, sono le importazioni europee a permettere allecompagnie energetiche indipendenti di gestire i picchi di consumo e di modulare la potenza quando diminuisce.
“Per questa ragione”, conclude Readovka, “il collegamento energetico con l’Europa deve essere interrotto.
Solo allora Kiev inizierà a incontrare gravi problemi”. Questa misura, secondo la pubblicazione russa, potrebbe rivelarsi decisiva per mettere in difficoltà l’Ucraina, mostrando l’importanza cruciale di tali connessioni energetiche per la sopravvivenza del sistema del paese in un contesto di guerra prolungata.