Liliana Gorini, presidente di Movisol segnala su “come don Chisciotte” che in questi giorni, il mondo assiste con preoccupazione all’invio di armamenti dall’Italia all’Ucraina, in mezzo a una situazione già tesa tra le parti in conflitto. CCiò che rende l’invio dei mezzi bellici particolarmente preoccupante è il fatto che essi siano stati trasportati su un treno destinato alla stazione di Udine, e poi imbarcati verso la loro destinazione finale, l’Ucraina. Questa mossa è stata accolta con forti critiche da parte di alcune organizzazioni pacifiste, le quali hanno affermato che il governo italiano stia approfittando dello sciopero dei treni per inviare armi all’Ucraina.
Nonostante le proteste, il ministero della Difesa ha confermato che si tratta di obici destinati all’Ucraina, sostenendo che si tratta di “mezzi dismessi dal nostro esercito” che verranno riparati dalle forze ucraine, ma ciò ha suscitato ulteriori preoccupazioni tra gli attivisti pacifisti. Alcuni hanno ipotizzato che questi mezzi bellici potrebbero essere equipaggiati con proiettili a uranio impoverito forniti dai britannici, il che ha ulteriormente rafforzato le preoccupazioni sulla natura della fornitura di armi all’Ucraina.
Inoltre, la notizia dell’addestramento di venti militari ucraini per l’uso di Samp-T, il sistema di difesa che il governo italiano invierà in Ucraina, ha suscitato ulteriori critiche. Ciò avviene contemporaneamente all’annuncio del governo Meloni di tagli alle pensioni per un totale di 10 miliardi di euro, ovvero la stessa cifra stanziata per finanziare la guerra in Ucraina. In altre parole, il governo italiano sembra avere priorità sbagliate, con una politica di guerra che va contro gli interessi di pace e sviluppo economico di gran parte del mondo.
In questo contesto, le organizzazioni pacifiste si stanno mobilitando in tutto il mondo, denunciando la politica di guerra del governo italiano e chiedendo un’architettura di sicurezza e sviluppo che tenga conto dell’interesse di tutti. La presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, ha chiesto con urgenza un nuovo sistema monetario “de-dollarizzato” per porre fine agli effetti nefasti delle sanzioni imposte dalla NATO, che hanno colpito duramente l’economia italiana e non quella della Russia o della Cina.
La situazione attuale richiede un approccio più responsabile da parte del governo italiano, che dovrebbe considerare le conseguenze a lungo termine delle sue azioni. La priorità dovrebbe essere quella di favorire la pace e il benessere delle persone, piuttosto che perseguire una politica di guerra dispendiosa che potrebbe portare a conseguenze catastrofiche per l’intera regione. Il movimento pacifista, forte in tutto il mondo, ha la responsabilità di fare pressione sui governi per porre fine a questa politica e tornare alla ricerca di soluzioni diplomatiche. In Italia, i cittadini hanno l’opportunità di sostenere il referendum “Ripudia la guerra”, promosso dal Prof. Enzo Pennetta, che si rifà all’articolo 11 della Costituzione italiana e chiede il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ora più che mai, l’importanza della pace e della cooperazione internazionale non possono essere sottovalutate.