La Wide Field Camera 3 dell’ Hubble
Space Telescope, responsabile di quasi il 50 % dell’output
scientifico del telescopio, ha sospeso le operazioni martedì scorso
8 gennaio, dopo che il software di bordo aveva rilevato un guasto
nell’elettronica di uno dei due canali di osservazione della camera.
Per la precisione, sono stati rilevati
dei livelli di voltaggio al di fuori del range predefinito, pertanto
come previsto, lo strumento ha autonomamente interrotto l’attività
come precauzione di sicurezza.
Tom Brown, capo dell’HST mission office
presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora ha spiegato
che il problema risiede nel canale ultravioletto/visibile. L’altro
canale è quello infrarosso, sensibile al calore. La WFC 3 è dotata
ovviamente di sistemi ridondanti, tuttavia è la prima volta che
accade una simile anomalia in quasi 10 anni di funzionamento.
Sviluppata congiuntamente dagli
ingegneri del Goddard Space Flight Center NASA, dello Space Telescope
Science Institute, e della Ball Aerospace, la Wide Field Camera 3 è
stata installata dall’equipaggio dell’Atlantis STS-125 nel maggio del
2009 nella baia degli strumenti scientifici di Hubble.
Fra le miriadi di osservazioni
scientifiche che la WFC 3 ha portato a termine con successo,
ricordiamo anche la scoperta di Ultima Thule (2014 MU69), l’oggetto
della Fascia di Kuipert, posto circa a un miliardo e mezzo di km
oltre Plutone che è stato recentemente sorvolato dalla sonda New
Horizons della NASA.
Brown ha giustificato il proprio
ottimismo sulle possibilità di recupero della WFC 3, spiegando che
si tratta di isolare la posizione esatta del guasto per poi
bypassarlo con il relativo sistema ridondante.
Dal punto di vista pratico, esclusa la
mancanza di aggiornamenti da parte dei canali mediatici dell’agenzia
spaziale americana, lo shutdown attualmente in atto negli USA, non
sembra aver pesantemente inficiato le indagini relative al guasto
della WFC 3, infatti il ground team responsabile delle operazioni di
Hubble presso il Goddard Space Flight Center è ancora in servizio,
anche se il personale della NASA di questo team sta attualmente
lavorando senza paga. Inoltre alcuni esperti della Wide Field Camera
3 che potrebbero essere molto utili nella fase di investigazione,
rischiano di essere messi in aspettativa.
Nel frattempo Brown e gli altri
dirigenti del progetto HST stanno assemblando un “tiger team” di
esperti coinvolti nella progettazione, costruzione e testing della
WFC 3 per aiutare nella risoluzione del problema, nella speranza che
gli effetti dello shutdown non rendano più difficili le operazioni
di recupero del prezioso strumento scientifico.
Le osservazioni scientifiche dell’HST
stanno comunque continuando, visto il buon funzionamento degli altri
tre strumenti.
L’Advanced Camera for Surveys, un
vecchio strumento di Hubble , il Cosmic Origins Spectrograph, e lo
Space Telescope Imaging Spectrograph non sono influenzati dal
problema della Wide Field Camera 3. Tutte le strumentazioni
utilizzano la luce raccolta dallo specchio primario di 2,4 m di
diametro del telescopio spaziale che viene opportunamente veicolata
ai relativi detectors.
Lanciato il 24 aprile 1990 a bordo
dello Space Shuttle Discovery (STS-31), HST ha ricevuto nel corso
della sua storia 5 missioni di servizio e come detto, nel corso
dell’ultima è stata installata la WFC3.
Nell’ottobre del 2018 andò in avaria uno dei giroscopi e quello di riserva evidenziò anch’esso dei problemi. Gli ingegneri americani riuscirono a risolvere la situazione dopo circa tre settimane.
Insomma, HST ha quasi 29 anni e da
qualche tempo ha iniziato a manifestare i segni della vecchiaia.
La NASA è intenzionata a proseguire la missione dello storico telescopio spaziale almeno fino al lancio del James Webb Space Telescope, che tra un ritardo e l’altro dovrebbe essere lanciato nel 2021. Webb sarà dotato di uno specchio più grande di quello di Hubble, espandendo ed approfondendo cosi il panorama cosmico a disposizione degli astronomi.
Fonte: SpaceflightNow, NASA
[ad_2]
Source link