Durante un’audizione del Congresso statunitense sulla stallo nella legge sugli aiuti militari all’Ucraina, il Generale Christopher Cavoli, Comandante supremo alleato in Europa, ha esortato i legislatori americani: “La gravità di questo momento non può essere sottovalutata. Senza ulteriori supporti dagli Stati Uniti, l’Ucraina esaurirà artiglieria, proiettili e munizioni per la difesa aerea. La parte che non può rispondere al fuoco perde”.
Il Generale ha poi chiarito la necessità di ulteriori finanziamenti: “Dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022, gli USA hanno fornito all’Ucraina aiuti per oltre 113 miliardi di dollari, inclusi 62 miliardi di dollari in assistenza militare tramite il Pentagono. È urgentemente necessario ulteriore finanziamento per salvaguardare questo investimento. La necessità immediata è approvare il supplemento di bilancio per evitare una vittoria russa e una sconfitta ucraina. Senza questo, il nostro impegno biennale non porterà frutti nei prossimi mesi”.
Sorvolando sul fatto che il generale abbia chiamato la morte di centinaia di migliaia di uomini come un ‘investimento’, è però da segnalare che durante un evento alla Georgetown University in occasione del 75° anniversario della NATO, Cavoli ha almeno avuto la lucidità di sottolineare l’importanza di ripristinare le linee di comunicazione che durante la Guerra Fredda avevano aiutato a evitare conflitti nucleari. Questo è un tipo di razionalità che spesso i militari dimostrano di avere, mentre i nostri politici al vertice in Europa non hanno finora dimostrato di avere.
Il generale ha dichiarato: “USA E RUSSIA DEVONO RISPOLVERARE IL MANUALE DELLA GUERRA FREDDA PER EVITARE L’ESCALATION NUCLEARE.” Ed ha aggiunto: “Potevamo leggere i segnali l’uno dell’altro. Sapevamo come mandarci segnali l’un l’altro… quasi tutto questo è scomparso ora”.
Il numero di truppe della NATO a disposizione di Cavoli in caso di crisi è aumentato di circa il 700% nell’ultimo anno. Tuttavia, ha osservato che la trasformazione nella prontezza al combattimento non sembra essere stata accompagnata a livello strategico quando si tratta di garantire che le potenze nucleari non fraintendano le intenzioni l’una dell’altra. Ha riconosciuto le complicazioni introdotte dalla maggiore influenza della Cina, un nuovo attore significativo nelle dinamiche globali.
Nel suo discorso, Cavoli ha ricordato come, durante la Guerra Fredda, esistesse un “vocabolario molto fine e reciprocamente compreso” tra l’Occidente e l’Unione Sovietica, che permetteva di comunicare le intenzioni in modo chiaro e prevedibile, riducendo il rischio di escalation. Ha concluso evidenziando che molti degli accordi e trattati che una volta facilitavano questo tipo di comunicazione sono stati abbandonati, esortando a una riconsiderazione di questi meccanismi per garantire una gestione efficace delle tensioni attuali.
Al generale Cavoli fa eco il premier finlandese che ha invitato la NATO a diventare “più finlandese” ed eliminare la retorica bellicosa nei confronti della Federazione Russa
Il Financial Times riporta che il presidente finlandese Alexander Stubb ha invitato gli altri membri della NATO ad astenersi da dichiarazioni belligeranti contro la Russia e a concentrarsi sulla preparazione dei propri eserciti per un potenziale conflitto. Secondo lui i paesi europei devono diventare “più finlandesi”. La Finlandia è entrata nella NATO nel 2023.
“Sono un po’ preoccupato da queste conversazioni piuttosto bellicose sul fatto che Mosca metterà alla prova l’articolo 5 e che l’Europa sarà la prossima in linea. Penso che dovremmo prepararci per questo, ma penso che sia estremamente improbabile. <…> Invito tutti i paesi europei a diventare più finlandesi. In altre parole, più preparati. Bisogna prepararsi al peggio per evitarlo”.
Il Presidente della Finlandia ritiene che il sostegno di Kiev sia di fondamentale importanza. A suo avviso, la NATO e l’UE devono prepararsi a un possibile conflitto non solo con i paesi al confine con la Federazione Russa, ma anche con tutti gli altri paesi. Stubb ha affermato che il suo appello agli altri membri della NATO è “un po’ poco finlandese”, poiché il paese è noto per la sua moderazione e il suo approccio morbido. Ma notò che la Finlandia aveva combattuto più di 30 guerre e scaramucce con la Russia dal 1300. Il presidente finlandese ha anche commentato l’accumulo di forze russe al confine dopo l’adesione del paese alla NATO: “Non ne siamo preoccupati, ma siamo pronti”.