La Tv internazionale tedesca Deutsche Welle (DW) rivela che dalla frontiera turca centinaia di camion riforniscono il Califfato. L'ipocrisia della coalizione anti-Isis.
di Patrizio Ricci
E' molto probabile che la valutazione dei profitti di ISIS derivanti dal petrolio estratto dai pozzi in suo possesso, sia volutamente esagerata. Ciò che si vuole nascondere è che ISIS riceve finanziamenti per miliardi di dollari dagli quegli stessi stati (Arabia Saudita, Qatar, Turchia) che appartengono alla cosiddetta ''comunità internazionale''.
Tra loro , la Turchia gioca un ruolo determinante perché i rifornimenti al Califfato passano attraverso il suo territorio. Non è cosa nuova: è dal 2011 che il sostegno turco è noto. La Cnn ha trasmesso un video sulla “ rotta segreta del contrabbando jihadista attraverso la Turchia”. Addirittura l'esercito turco ha aiutato direttamente gli jadisti nell'attacco città armena di Kassab, nel nord-ovest della Siria, vicino al confine turco (marzo 2014). Straconosciuto anche l'addestramento che numerosi stati della coalizione contro Isis (compresa l'Italia) hanno fornito ( in Giordania ed in Turchia) ai militanti appartenenti all' organizzazione terroristica.
Ma il filmato reso pubblico in questi giorni è ancor più stupefacente perché mentre la cosiddetta Comunità Internazionale ha lanciato una campagna aerea contro ISIS, viene fornita la prova che è addirittura un membro della Nato che continua a rifornirlo. Infatti, il servizio della Tv internazionale tedesca Deutsche Welle (DW) "i canali di approvvigionamento di ISIS attraverso la Turchia" mostra le colonne di camion dei rifornimenti destinati ad ISIS transitare la frontiera turca.
Le immagini sono corredate delle testimonianze dei residenti locali che confermano con dovizia di particolari che l'attività oltrefrontaliera è ancora in corso.
Il video coincide con quanto denunciato dal deputato di Antiochia Dr. Mehmet Ali Ediboglu (Partito Repubblicano del Popolo – CHP) in aula parlamentare: il 19 novembre 2014 una nave da carico statunitense è entrata porto d’Iskanderun con un carico di armi dietro la protezione della polizia turca. L'atteggiamento del governo turco non è fraintendibile: il 29 novembre Foxnews rivela di un attacco di Isis lanciato dalla frontiera turca contro Kobane nella più assoluta indifferenza di Ankara.
Sebbene i responsabili della destabilizzazione siriana e irachena siano conosciuti, essi forti delle 'alleanze di interesse' internazionali e della forte influenza esercitata sugli organismi mondiali, proseguono tranquillamente nella loro opera devastatrice. Se tutto andrà come previsto, sarà fatto 'tutto il necessario' per il controllo dell'area e per rimuovere gli ostacoli (Russia, Iran ed Hetzbollah) che si frappongo alla realizzazione di questo progetto. Il presidente Obama ha detto chiaramente che c'è comunque il 'piano di riserva': uno sfibrante conflitto a bassa latenza a tempo indeterminato che sarà portato avanti con adeguati stanziamenti ai ribelli moderati (nonostante ia chiaro che essi non esistono).
Intanto, il Programma Mondiale Alimentare (WFP) richiama alla cruda realtà: con un comunicato avvisa che dal prossimo mese, alle milioni di famiglie siriane fuggite dalla guerra, non potrà garantire più alcun sostegno alimentare per mancanza di fondi. Non conosciamo le ragioni di questa carenza ma vogliamo sperare che non esista nessun collegamento tra la pervicace volontà collettiva di distruzione della Siria e questa interruzione e ci auspichiamo che alla fine, i fondi si trovino. Però non possiamo osservare con amarezza che invece, i soldi per le spese militari (anche quelle inutili come l'illegale campagna aerea della coalizione) ci sono sempre.
Se a questo punto vi state chiedendo se c'è una logica in tutto questo; rispondiamo che la logica, a quando pare, non serve più. I tentativi dei potenti, di giustificare ancora le proprie decisioni appaiono meschini e puerili: li abbiamo visto 'in opera' in questi anni ed i fatti ed i risultati ottenuti nei paesi 'beneficiari' degli 'interventi umanitari', sono più eloquenti delle parole.