Iraq: gli Usa consentono una via di fuga all’Isis per continuare la guerra in Siria

Veteran Today in un articolo di Ian Greenhaldh del 2 novembre riferisce che l’esercito iracheno ha trovato missili americani anticarro in una base di Isis catturata a sud di Mosul.

Ma dato il moltiplicarsi di episodi di questo genere, le forze irachene ormai non se ne soprendono più. E’ ormai chiaro che gli USA usano l’Iisis per giustificare la propria presenza nei cieli della Siria ed in Iraq e realizzare i propri progetti nella regione. L’obiettivo attuale di Washington è quello di trasferire gran parte delle forze dello Stato islamico in Siria per continuare la guerra contro Assad. Tutti i segnali vanno in questa direzione.

Secondo il canale televisivo Al-Sumaril, il leader del gruppo terrorista “Stato islamico” che detiene il controllo della città di Mosul da più di 2 anni, ha ordinato ai suoi uomini di lasciare la città e andare in Siria:  “I dirigenti dell’ ISIS, hanno dato istruzioni a tutti i militanti di lasciare la sponda orientale del fiume Tigri (che scorre attraverso Mosul) e spostarsi in Siria”. Questo fatto traspare chiaramente dalla dinamica degli avvenimenti: gli Usa vogliono spostare l’Isis in Siria in funzione anti-Assad. L’intento è quello di far proseguire il conflitto contro le forze siriane: esse, dopo i recenti successi contro al Nusra e le altre formazioni anti-governative, ‘rischierebbero’ di far fallire i piani di Washington e dei suoi alleati arabi.
Recentemente, anche il presidente Hollande ha denunciato che la decisione americana di consentire a migliaia di jihadisti di fuggire in Siria, è in palese contraddizione con l’obiettivo che doveva essere la lotta al terrorismo. E’ palese che l’enfasi data alla copertura della ‘gloriosa campagna di Mosul’ è una coperta troppo corta per coprire il ‘doppiogiochismo usato per Aleppo. Infatti, a fronte di due identiche situazioni, la liberazione di Aleppo è fortemente osteggiata dalla coalizione anti-Isis  che frappone motivazioni umanitarie non invocate quando invece è la stessa coalizione a lanciare le offensive (non meno cruente). 

Non servono analisti, è la cronaca stessa che avvalora il sospetto che Washington utilizzi Isis per fini terzi:

  • Il 10 ottobre, le forze irachene hanno scoperto armi e munizioni made in Usa nei campi ISIS catturati in Beiji.
  • Nel mese di febbraio 2015, un deputato iracheno ha rivelato che l’esercito iracheno ha abbattuto due aerei britannici mentre stavano trasportando armi per i terroristi ISIS nella provincia di Al-Anbar.
  • La Sarma News Agency irachena, sempre nel marzo 2015 ha dato notizia dell’arresto di 2 consiglieri militari stranieri al seguito delle forze dello Stato Islamico (con cittadinanza americana e israeliana).
  • Il quotidiano lingua araba Almasalah, ha riferito che Qasim al-Araji, il capo dell’Organizzazione Badr in Iraq, ha denunciato durante una seduta del parlamento iracheno, di avere prove che gli Stati Uniti stanno armando l’Esercito Islamico. 
  • Nell’agosto del 2015 un alto funzionario dell’intelligence irachena ha riferito che “I combattenti iracheni presenti in prima linea della lotta contro il ISIS hanno visto spesso elicotteri americani che sorvolano le aree dell’ISIS e lasciano cadere le armi e aiuti urgenti ” – egli ha aggiunto anche che – “gli elicotteri potrebbero anche essere turchi o israeliani.
  • Nel mese di settembre 2016 gli aerei degli USA hanno bombardato nella provincia di Babilonia un deposito di munizioni dei combattenti delle forze popolari irachene (che combattono l’Isis in Iraq).
  • Il quotidiano in lingua araba Al-Watan rifrisce che l’Arabia Saudita ed il Qatar (che fanno parte della coalizione anti-Isis), hanno rifornito i terroristi con oltre 1.000 missili TOW made in Usa.
  • Il portavoce degli Hezbollah iracheni del battaglione “Kata’ib” Jafar al-Hosseini (Fars News) ha rivelato alcuni i leader ISIS catturati hanno riconosciuto la ricezione di rifornimenti e intelligence da parte degli Stati Uniti. Jafar al-Hosseini ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno fornito alll’ISIS informazioni sulle posizioni e gli obiettivi delle forze irachene.
  • Nell’ottobre 2016, aerei da combattimento degli Stati Uniti hanno colpito una delle basi militari del 16 ° divisione dell’esercito iracheno in una regione del nord di Mosul, e l’attacco ha ucciso almeno quattro soldati iracheni.

E’ chiaro che nel favorire lo spostamento dell’Isis in Siria,  il fine è evitare un bagno di sangue di civili a Mosul ma nello stesso tempo, è anche quello di poter continuare la guerra indiretta contro Assad. In definitiva, la motivazione principale non è quella umanitaria ma quella di ridisegnare i rapporti di forza nella regione; ne fanno parte gli attriti con il governo iracheno, l’ostilità per le milizie sciite in forza alle forze irachene, la volontà di abbattere il governo filo-russo di Assad.

 

https://www.youtube.com/watch?v=B-70jcmyZ0k

 

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