Veteran Today in un articolo di Ian Greenhaldh del 2 novembre riferisce che l’esercito iracheno ha trovato missili americani anticarro in una base di Isis catturata a sud di Mosul.
mercoledì, novembre 02, 2016
di Patrizio Ricci
Ma dato il moltiplicarsi di episodi di questo genere, le forze irachene ormai non se ne soprendono più. E’ ormai chiaro che gli USA usano l’Iisis per giustificare la propria presenza nei cieli della Siria ed in Iraq e realizzare i propri progetti nella regione. L’obiettivo attuale di Washington è quello di trasferire gran parte delle forze dello Stato islamico in Siria per continuare la guerra contro Assad. Tutti i segnali vanno in questa direzione.
Secondo il canale televisivo Al-Sumaril, il leader del gruppo terrorista “Stato islamico” che detiene il controllo della città di Mosul da più di 2 anni, ha ordinato ai suoi uomini di lasciare la città e andare in Siria: “I dirigenti dell’ ISIS, hanno dato istruzioni a tutti i militanti di lasciare la sponda orientale del fiume Tigri (che scorre attraverso Mosul) e spostarsi in Siria”. Questo fatto traspare chiaramente dalla dinamica degli avvenimenti: gli Usa vogliono spostare l’Isis in Siria in funzione anti-Assad. L’intento è quello di far proseguire il conflitto contro le forze siriane: esse, dopo i recenti successi contro al Nusra e le altre formazioni anti-governative, ‘rischierebbero’ di far fallire i piani di Washington e dei suoi alleati arabi.
Recentemente, anche il presidente Hollande ha denunciato che la decisione americana di consentire a migliaia di jihadisti di fuggire in Siria, è in palese contraddizione con l’obiettivo che doveva essere la lotta al terrorismo. E’ palese che l’enfasi data alla copertura della ‘gloriosa campagna di Mosul’ è una coperta troppo corta per coprire il ‘doppiogiochismo usato per Aleppo. Infatti, a fronte di due identiche situazioni, la liberazione di Aleppo è fortemente osteggiata dalla coalizione anti-Isis che frappone motivazioni umanitarie non invocate quando invece è la stessa coalizione a lanciare le offensive (non meno cruente).
Non servono analisti, è la cronaca stessa che avvalora il sospetto che Washington utilizzi Isis per fini terzi:
E’ chiaro che nel favorire lo spostamento dell’Isis in Siria, il fine è evitare un bagno di sangue di civili a Mosul ma nello stesso tempo, è anche quello di poter continuare la guerra indiretta contro Assad. In definitiva, la motivazione principale non è quella umanitaria ma quella di ridisegnare i rapporti di forza nella regione; ne fanno parte gli attriti con il governo iracheno, l’ostilità per le milizie sciite in forza alle forze irachene, la volontà di abbattere il governo filo-russo di Assad.
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