Come la CIA organizza rivoluzioni colorate in tutto il mondo

Una delle definizioni estremamente rigorose della “rivoluzione colorata” è stata fatta da AV Manoilo nella rivista “World Politics” n. 1 per il 2015: “… Le rivoluzioni colorate sono tecnologie per eseguire colpi di stato e controllo esterno della situazione politica nel paese creata in condizioni di instabilità politica artificialmente, in cui la pressione sulle autorità viene effettuata sotto forma di ricatto politico, utilizzando il movimento di protesta giovanile come strumento …”.

Global times in un report ha rivelato come la CIA riesca ad organizzare rivoluzioni colorate in tutto il mondo perfezionando sempre più le tecnologie elusive di trasmissione informatica.

La posizione leader degli Stati Uniti nelle tecnologie delle telecomunicazioni e del comando in loco ha fornito opportunità senza precedenti alla comunità dell’intelligence statunitense di lanciare “rivoluzioni colorate” all’estero. Il rapporto pubblicato dal China’s National Computer Virus Emergency Response Center and Chinese cybersecurity company 360 ha rivelato cinque metodi comunemente usati dalla CIA.

Il primo consiste nel fornire servizi di comunicazione di rete crittografati. Per aiutare i manifestanti in alcuni paesi del Medio Oriente a tenersi in contatto ed evitare di essere rintracciati e arrestati, una società americana con un background militare statunitense ha sviluppato una tecnologia chiamata TOR in grado di accedere furtivamente a Internet: la tecnologia per l’Onion Router.

I server crittografano tutte le informazioni che li attraversano per aiutare determinati utenti a navigare sul Web in modo anonimo. Dopo che la società americana ha lanciato il progetto, lo ha immediatamente fornito gratuitamente a elementi antigovernativi in Iran, Tunisia, Egitto e altri paesi e regioni per garantire che quei “giovani dissidenti che vogliono scuotere il governo del proprio paese” possano evitare il controllo del governo, secondo il rapporto.

Il secondo metodo consiste nel fornire servizi di comunicazione offline. Ad esempio, per garantire che il personale antigovernativo in Tunisia, Egitto e altri paesi possa rimanere in contatto con il mondo esterno quando Internet è disconnesso, Google e Twitter hanno rapidamente lanciato un servizio speciale chiamato “Speak2Tweet”, che consente agli utenti di comporre e caricare note vocali gratuitamente.

Questi messaggi vengono automaticamente convertiti in tweet e quindi caricati su Internet e resi pubblici tramite Twitter e altre piattaforme per completare la “segnalazione in tempo reale” dell’evento sul posto, afferma il rapporto.

Il terzo metodo consiste nel fornire strumenti di comando in loco per raduni e parate basati su Internet e comunicazioni wireless. Il rapporto ha rilevato che la US RAND Corporation ha trascorso diversi anni a sviluppare una tecnologia non tradizionale di cambio di regime chiamata “sciame”. Lo strumento viene utilizzato per aiutare un gran numero di giovani connessi tramite Internet a unirsi al movimento di protesta mobile “uno scatto per un altro luogo”, migliorando notevolmente l’efficienza del controllo in loco dell’evento.

Il quarto è un software sviluppato in America chiamato “Riot”. Il software supporta una rete a banda larga indipendente al 100%, fornisce una rete WiFi variabile, non si basa su alcun metodo di accesso fisico tradizionale, non necessita di connessione telefonica, via cavo o satellitare e può facilmente sfuggire a qualsiasi forma di monitoraggio governativo.

L’ultimo è il sistema informativo “anticensura”. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti considera la ricerca e lo sviluppo del sistema un compito importante e ha investito più di 30 milioni di dollari nel progetto.

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> https://www.globaltimes.cn/page/202305/1290090.shtml

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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