Come la frode elettorale è diventata la pietra angolare delle elezioni presidenziali ucraine del 2019

Naturalmente, non sorprende che sia i media statali che quelli indipendenti siano interessati alle elezioni presidenziali ucraine del 2019, che si terranno il 31 marzo. Ma se vogliamo essere onesti, questo interesse non è tanto causato da un’attesa ansiosa del risultato. Dopotutto, nulla cambierà molto in Ucraina dopo le elezioni, o meglio – l’FMI continuerà a spolpare le ossa marce dello Stato. Per quanto riguarda la ragione più reale di questo interesse, l’episodio del 28 marzo della trasmissione di RT “World’s Apart”, presentato da Oksana Boyko, è davvero molto indicativo.

Qui vediamo il politico ucraino meno a favore dell’“Ucrainismo”, Viktor Medvedchuk (prendete nota: non uso l’espressione “filorusso” per una ragione – non c’è un’opposizione politica in Ucraina) spiegare alla presentatrice: “Le autorità ucraine stanno usando le loro risorse per corrompere gli elettori in preparazione delle elezioni del 31 marzo! Tutti lo sanno, inclusa la Russia e gli Stati Uniti!” Ovviamente Medvedchuk sta dicendo la verità: le elezioni presidenziali sono una competizione tra oligarchi, dove le forze dell’ordine, i militanti Banderisti e il sistema giudiziario sono disposti a vendere i loro servizi a chi offre di più. Ma quello che Medvedchuk non menziona è COME sta succedendo. Proviamo a rispondere a questa domanda – brevemente, ma in nessun caso esaustivamente, poiché si tratta di un articolo e non di un libro – usando i fatti.

Nozioni di base assolute del sistema di voto

Il processo elettorale ucraino è regolato dalla “Legge sulle Elezioni Presidenziali[in ucraino], che stabilisce che sia i media statali che quelli privati devono fornire una copertura equilibrata dei candidati. Inoltre, la legge stabilisce che i media statali dovrebbero fornire spazi televisivi e giornalistici gratuiti per tutti i partecipanti alla gara pre-elettorale. L’effettiva procedura di voto è gestita dalla Commissione Elettorale Centrale, che a sua volta gestisce le commissioni elettorali distrettuali e di circoscrizione. I membri di queste commissioni sono nominati da partiti politici e votati. La registrazione degli elettori avviene sulla base del Registro Statale degli Elettori (elettronico). L’elenco preliminare degli elettori per le elezioni presidenziali del 2019 ammontava a 35.602.855 cittadini (al 31 dicembre 2018).

Sfollati interni

Come è noto, il governo di Kiev, in violazione dei trattati internazionali ratificati dall’Ucraina, ha chiuso i seggi sul territorio russo. Ciò significa che 3.000.000 di ucraini che attualmente vivono in Russia non potranno partecipare alle elezioni presidenziali del 31 marzo, a meno che non si rechino nelle ambasciate ucraine in Georgia, Kazakistan o Finlandia. In altre parole, l’astensione degli elettori sarà piuttosto alta. Perché è stato fatto? Perché Poroshenko ha capito che non avrebbero votato per lui, e quindi avrebbe potuto falsificare il voto [in inglese] e “votare” per sé stesso a nome di queste persone.

Questo è illegale: il diritto dei cittadini di partecipare alla vita politica è sancito dall’articolo 25 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e dall’articolo 38 della Costituzione dell’Ucraina, che garantisce ai cittadini il diritto di partecipare all’amministrazione degli affari dello Stato e a referendum a livello nazionale e locale, e anche di scegliere liberamente ed eleggere le autorità statali e le amministrazioni locali.

Schemi di corruzione degli elettori

Il prossimo flagrante atto di frode elettorale è noto in Ucraina come “ragnatele” (nel caso di Poroshenko) o “piramidi” (nel caso della Tymoshenko). Durante la campagna elettorale Petro Poroshenko e Julija Tymoshenko si sono scambiati accuse reciproche di corruzione degli elettori, in una battaglia per la “legittimazione” nello spazio mediatico. L’essenza di questo schema multistadio è che, con il pretesto di condurre un “sondaggio sociologico” (maggiori informazioni qui [in inglese]), gli elettori ricevono incentivi finanziari per votare per questo o quel candidato. I dettagli non sono molto importanti, e per la maggior parte sono probabilmente noiosi, ma la cosa più importante qui è che il Ministro dell’Interno Arsen Avakov (che, prima del Maidan, sosteneva il mondo russo) ha lanciato un avvertimento pubblico artificiale contro l’uso di questi schemi come un avvertimento a Poroshenko, come per dire “Sto negoziando con la Tymoshenko sul mio ruolo in un qualsiasi governo post-elettorale, quindi se non puoi farmi un’offerta migliore della sua, continuerò a inviare i miei “titushki[in inglese] ai tuoi raduni elettorali” (Ne parleremo più avanti).

Per rappresaglia, Poroshenko ha usato il suo alleato Yury Lutsenko [in inglese] – il Procuratore Generale – per fare pressione sul partito della Tymoshenko, convocando i suoi membri per l’interrogatorio dell’SBU. Anche Poroshenko ha iniziato improvvisamente a promettere di pagare alle persone le loro pensioni e i sussidi dovuti, così come altre esche finanziarie.

Questo è illegale: il comma 6 dell’articolo 64 della legge elettorale stabilisce che è vietata la conclusione di contratti a pagamento per le campagne elettorali con gli elettori a spese del fondo elettorale. In questo caso, dietro il paravento della ricerca sociologica, le attività di campagna nascoste vengono effettivamente svolte al di fuori del quadro delle spese del fondo elettorale.

Stranezze delle commissioni elettorali

Forse l’aspetto più scioccante, ma meno visibile delle attività elettorali illegali in Ucraina è il lavoro delle commissioni elettorali distrettuali e di circoscrizione. Come ho accennato sopra, la Commissione Elettorale Centrale (i cui membri sono di parte e a favore di Poroshenko [in russo]) nomina le commissioni elettorali distrettuali, che a loro volta nominano le commissioni elettorali di circoscrizione. La composizione delle commissioni elettorali distrettuali dovrebbe includere almeno 12 membri. La costituzione di 199 commissioni elettorali distrettuali si è svolta prima della scadenza stabilita dalla legge – il 18 febbraio. Ma è qui che finisce la “correttezza” del lavoro delle commissioni. In primo luogo, secondo le informazioni [in ucraino] diffuse dalla Commissione Elettorale Centrale, circa il 65,7% delle persone nominate dai partiti politici per lavorare nelle commissioni hanno precedenti esperienze nella commissione elettorale (nelle precedenti elezioni presidenziali era del 71%).

In secondo luogo, i membri nominati da un certo numero di candidati alle elezioni lavoravano per altri candidati nelle precedenti elezioni [in ucraino]. Così, diversi membri delle commissioni elettorali distrettuali che nel 2014 hanno lavorato per Julija Tymoshenko, nelle elezioni del 2019 sono stati presentati dai candidati poco noti Nikolaj Gaber e Andrej Novak – rispettivamente 7 e 5 persone; 4 su 8 nuovi membri delle commissioni elettorali distrettuali nominati da Roman Nasirov hanno lavorato nelle commissioni elettorali distrettuali come rappresentanti di Petro Poroshenko nel 2014; 8 membri delle commissioni elettorali distrettuali del partito “UDAR” (il “Blocco Petro Poroshenko” è stato creato sulle sue basi nel 2014) rappresentano gli interessi della candidata Julija Litvinenko nelle elezioni del 2019. In altre parole, ci sono molti candidati falsi che sono in combutta con i principali candidati e servono come prestanome. L’esempio più volgare di questo è il fatto che un certo Jurij Tymoshenko, che evidentemente è un fantoccio di Poroshenko [in russo], è stato registrato dalla Commissione Elettorale Centrale (anch’essa tirapiedi di Poroshenko – ne parleremo più avanti) come candidato alla presidenza, il che significa che sulla scheda elettorale ci saranno le iniziali “J. Tymoshenko” per Julija Tymoshenko e “Ju. Tymoshenko” per Jurij Tymoshenko, cosa che confonderà molto gli elettori, specialmente gli anziani. Questo vale anche per i cartelloni pubblicitari, dove Jurij Tymoshenko ha cercato di fare il verso a Julija Tymoshenko.

Terzo, i gruppi nazisti che prendono ordini dal miglior offerente (o Kolomoyskyj, il cui nome è dietro a Vladimir Zelenskij e Julija Tymoshenko, o Poroshenko) sono già andati nelle commissioni elettorali e hanno minacciato lo staff. Ad esempio, il 21 febbraio a Dnepropetrovsk, i nazisti del gruppo “C14” sono arrivati nella commissione elettorale distrettuale n. 24 e hanno ostacolato il suo lavoro [in inglese]. Di conseguenza, una parte significativa dei suoi membri si è rifiutata o semplicemente non ha preso parte all’incontro. “C14” non ha permesso al presidente della commissione di eseguire alcuna azione in merito alla commissione. “C14” ha detto che il capo della commissione è “filorusso” e ha una posizione “separatista”. Un altro esempio: i nazisti del gruppo “Druzhina Nazionale” – che in qualche modo hanno ricevuto lo status di “osservatori” dalla Commissione Elettorale Centrale – hanno apertamente minacciato [in inglese] di usare la forza nei seggi il giorno delle elezioni per contrastare presunte “minacce”.

Quarto, le commissioni distrettuali a volte si rifiutano di lasciare partecipare agli incontri osservatori ufficiali, il che è illegale. Ad esempio, a Kharkov un membro della commissione ha confiscato la carta d’identità di un osservatore e gli ha detto rudemente di andarsene.

Quinto, i membri delle commissioni elettorali distrettuali non comprendono appieno come funziona il sistema di voto elettronico, né comprendono il processo di inclusione di agenti dell’SBU in speciali gruppi di lavoro. In termini semplici, il fatto che i membri dell’SBU – che è vicina a Poroshenko e molesta la Tymoshenko [in ucraino] – debbano per legge prendere parte al processo elettorale è di per sé preoccupante e solleva questioni sull’obiettività delle elezioni stesse. Il video qui sotto da Zaporozhye serve semplicemente come prova dell’incompetenza della commissione distrettuale, e non ci si aspetta che il lettore impari il russo e capisca ogni singolo dettaglio di una riunione di una commissione elettorale distrettuale.

Sesto, per quanto riguarda il lavoro delle commissioni elettorali di circoscrizione, il quadro non è meno cupo. Il processo di formazione di queste commissioni e la distribuzione delle posizioni di leadership è pieno di problemi – il principale dei quali è il frequente cambiamento della loro composizione e l’assenza di membri al primo incontro, ed è causato dal numero elevato di candidati (39), molti dei quali sono falsi tirapiedi. Per quanto riguarda l’elevato volume di dimissioni e sostituzioni del personale della commissione (principalmente a causa della mancanza di stipendio), il vicecapo della Commissione Elettorale Centrale (CEC) Evgeny Radchenko ha dichiarato [in ucraino] in una conferenza stampa il 15 marzo che “questo significa che sia i candidati presidenziali che i membri delle commissioni non hanno un approccio molto responsabile verso i loro compiti. In effetti, il numero di cambiamenti che abbiamo è lampante. I nostri leader sono stati cambiati 139 volte in 199 distretti territoriali, i deputati sono stati sostituiti 79 volte e sono stati sostituiti più di 120 segretari. Ciò non consente alle commissioni elettorali distrettuali di svolgere correttamente i propri compiti”.

Un altro problema riscontrato nelle commissioni elettorali è quando il capo della commissione elettorale distrettuale, prima di approvare le commissioni di circoscrizione, riferisce che alcuni candidati alle commissioni di distretto hanno presentato la loro candidatura per due candidati alle elezioni presidenziali allo stesso tempo, il che è una violazione della legge. Ecco un altro video (da Kharkov) che serve semplicemente come prova dell’incompetenza delle commissioni di circoscrizione – anche il conteggio delle mani alzate è pasticciato:

Le guerre dei manifesti

Oltre alle battaglie durante i dibattiti televisivi sui media, c’è anche la battaglia dei manifesti. La cosa più interessante qui è che i cartelloni pubblicitari di Poroshenko rimangono per lo più intatti (non sono a conoscenza di incidenti in cui le sue pubblicità sono state danneggiate), mentre tutti gli altri vengono incendiati o semplicemente deturpati. Come al solito, sono colpevoli i gruppi nazisti come “C14” (pro-Poroshenko) e “Corpo Nazionale” (pro-Avakov/Kolomoyskyj) e se ne vantano persino sui social media. I seguenti sono solo una manciata di esempi:

Candidato Evgenij Muraev:

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Anatolij Gricenko:

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Il’ja Kiva:

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Julija Tymošenko:

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Oleksandr Vilkul:

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In questo esempio “Corpo Nazionale” si vanta sui social media di aver dato fuoco al cartellone di Vilkul:

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Jurij Boyko:

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Certo, in alcuni casi potrebbe sembrare solo una sciocchezza, ma resta il fatto che è un crimine e la polizia dovrebbe (il più delle volte non lo fanno, gli osservatori elettorali devono costringerli a venire sulla scena e documentarlo) registrarlo e trovare il colpevole.

I raduni elettorali di Poroshenko

Nelle ultime 4 settimane Petro Poroshenko ha effettuato numerose visite in diverse regioni allo scopo di condurre campagne pre-elettorali. Normalmente l’agenda per queste visite consiste in: a) partecipazione ad una riunione del Consiglio Regionale di Sviluppo; b) una passeggiata su un palcoscenico preparato per il suo discorso; c) il ritorno verso il suo mezzo di trasporto. I dettagli su ciò che accade durante le sue passeggiate e i discorsi si possono trovare qui, ma ciò che è più evidente è il modo in cui usa la sua posizione di presidente per portare avanti la sua campagna elettorale. Oltre a ciò, le informazioni di carattere promozionale sulla visita di Poroshenko vengono pubblicate sul sito web della rispettiva amministrazione regionale (ecco [in ucraino] un esempio dell’amministrazione regionale di Zhytomyr).

Questo è illegale: secondo il comma 15 dell’articolo 63 della Legge Elettorale, per i candidati alla carica di Presidente dell’Ucraina che ricoprono posizioni statali, è vietato utilizzare riunioni d’ufficio o di produzione per le campagne elettorali; in base al comma 1 dell’articolo 64 della stessa legge, non è consentita l’attuazione di campagne da parte di rappresentanti delle autorità esecutive e del governo locale, delle forze dell’ordine e dei tribunali e dei loro funzionari durante l’orario di lavoro; e secondo il comma 20 dell’articolo 64, è vietato utilizzare i locali degli enti statali e locali per la campagna elettorale e mettere materiali di campagna e pubblicità politica all’interno di essi (comma 21 dell’articolo 64).

Ho anche sentito notizie della polizia che impedisce agli osservatori elettorali ufficiali (ucraini, non stranieri) di partecipare ai raduni pre-elettorali di Poroshenko.

Questo è illegale: secondo il comma 1 dell’articolo 157 del Codice Penale ucraino intitolato “Ostruzione dell’esercizio del diritto di voto o del diritto di partecipare a un referendum, così come al lavoro di una commissione elettorale o di una commissione referendaria , o le attività di un osservatore ufficiale” stabilisce la responsabilità penale per l’ostruzione delle attività di un osservatore ufficiale nell’esercizio dei suoi poteri.

Ovviamente, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Marie Yovanovitch, non parlerà mai di queste violazioni, né Washington D.C. nel suo complesso, poiché così facendo screditerebbe il suo racconto di un’Ucraina democratica dopo il Maidan. Dopo che la Costituzione è stata violentata nel febbraio 2014, non è più possibile tornare indietro. Una violazione della legge deve essere commessa al fine di coprire la successiva. Un altro debito dev’essere contratto per pagare l’ultimo. E dopotutto, che cosa è un’elezione oggi, nel 2019, nel quadro della cosiddetta “democrazia liberale”? È una gara chi a può apparire più carino e tenero sui media. Il risultato è sempre lo stesso però. L’illusione di “indipendenza” e “sovranità” si infrange nel momento in cui l’ambasciata americana licenzia il Procuratore Generale “figlio di puttana”.

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Articolo di Ollie Richardson pubblicato su The Saker.is il 29 marzo 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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