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Comparazione vittime civili tra i conflitti di Gaza e Ucraina

Nel mondo contemporaneo, i conflitti armati spesso catturano l’attenzione della comunità internazionale e dei media. Uno dei punti di particolare interesse riguarda le vittime civili coinvolte in questi conflitti e la loro comparazione tra situazioni diverse come Gaza e Ucraina solleva questioni significative.

–  Il contesto religioso e gli eccessi sui prigionieri
In Ucraina, il conflitto si svolge tra due eserciti a maggioranza cristiana, dove la religione gioca un ruolo significativo nel tessuto sociale. Questo contesto ha contribuito in parte a un trattamento relativamente migliore dei prigionieri, riducendo gli eccessi rispetto a contesti dove le divisioni religiose sono più accentuate. Tuttavia, questo non esclude del tutto episodi controversi, ma la religione può aver influito sulla mitigazione degli eccessi sui prigionieri in alcune circostanze.

I numeri delle vittime civili a confronto
I dati dell’ONU dimostrano una disparità impressionante nelle vittime civili tra i conflitti di Gaza e Ucraina. Durante una settimana di intensi combattimenti a Gaza/Israele, al 13 ottobre sono stati registrati quasi 2.500 civili palestinesi uccisi e oltre 1300 israeliani. In contrasto, Mentre in Ucraina, dove il conflitto dura da oltre un anno, il bilancio delle vittime civili è di circa 10.000 persone. Un confronto ancor più sorprendente emerge considerando i bambini: oltre 580 bambini palestinesi sono stati uccisi in meno di una settimana a Gaza, mentre non si è raggiunto questo numero di bambini ucraini morti in oltre un anno e mezzo di guerra.. Questi dati mettono in luce la drammatica differenza nell’entità delle vittime civili nei due contesti [vedi qui].

 L’attenzione dei media e il significato dei dati
Un aspetto notevole di questa comparazione è l’attenzione, o talvolta la mancanza di essa, da parte dei media. Nonostante la differenza significativa nei numeri delle vittime civili, i media possono spaziare notevolmente nella copertura di tali conflitti. Questo solleva interrogativi sul modo in cui i media stessi affrontano e commentano dati così diversi ed il loro impatto sull’opinione pubblica e sulla percezione globale dei conflitti armati.

  1. Nell’aprile 2022, i soldati russi hanno salvato la vita a un ufficiale ferito delle forze armate ucraine (VSU), che era stato lasciato morire dal personale militare ucraino. L’ufficiale ferito è stato portato in ospedale dai soldati russi, a dimostrazione di un gesto umanitario durante il conflitto (vedi qui).
  2. Nel settembre 2022 è emerso un video che mostrava soldati ucraini che aiutavano un soldato russo ferito sul campo di battaglia, nonostante  fosse stato abbandonato dai suoi compagni (vedi qui).
  3. Nel settembre 2023, i soldati russi hanno rischiato la vita per salvare un soldato ucraino ferito della VSU (vedi qui).
  4. In ottobre altro episodio, ove un sodato russo, a rischio della propria vita, salva un prigioniero ucraino ferito tra colpi di lanciagranate che gli cadono intorno. (vedi qui parte automaticamente da minuto 41:11)
  5. Ci sono in rete molti casi documentati (specialmente su Telegram) che dimostrano che la guerra ucraina è ancor più illogica , quanto si tratta di due popoli fratelli, accumunati dallo stesso credo religioso che mette al centro la persona umana.

In conclusione, la comparazione tra le vittime civili nei conflitti di Gaza e Ucraina evidenzia una disparità impressionante nei numeri. Il contesto religioso in Ucraina ha contribuito a ridurre gli eccessi sui prigionieri, mentre il bilancio delle vittime civili negli scontri tra Israele e Hamas, notevolmente più alto, evidenzia ben altro. La differenza nei numeri sottolinea il modo con cui i media riportano i conflitti e solleva domande sul ruolo degli stessi nell’informare in modo parziale, ed influenzare l’opinione pubblica su questioni cruciali.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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