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Comunicato finale dell’incontro dei cinque Patriarchi di Antiochia , svoltosi a Damasco l’8 giugno scorso

Patriarcat grec-orthodoxe d’Antioche et de tout l’Orient

1) L’8 giugno 2015, su invito di Sua Beatitudine il patriarca Giovanni X, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente dei Greci Ortodossi, si sono riunite nella chiesa al-Maryamiah a Damasco le loro Beatitudini e Santità Mar Béchara Boutros Al Raï, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente dei Maroniti, Mar Ignace Efram II, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente dei siro ortodossi, capo supremo della Chiesa siriaca ortodossa nel mondo, Grégorios III Laham, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei greco cattolici Melkiti e Mar Ignace Youssef III Younan, patriarca dei siro cattolici di Antiochia.Hanno partecipato a questa assemblea Sua eccellenza il Nunzio apostolico in Siria, l’arcivescovo Mario Zenari, e la gerarchia cristiana a Damasco, Il comunicato seguente è stato emesso alla fine di questo incontro spirituale
Ai nostri cari figli nel Signore delle chiese di Antiochia

2) “Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro,al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (Gal 1, 3-5)

Innanzi tutto noi ringraziamo il Signore che ci ha permesso di incontrarci, Noi Patriarchi a cui è stata affidata la missione della protezione del popolo cristiano sparso nello spazio di Antiochia, a Damasco, questa città benedetta che ha accolto Paolo, l’apostolo dei gentili.Da questo Patriarcato fiorente che ha sempre difeso le giuste cause nel corso del tempo, noi eleviamo la voce e preghiamo continuamente Dio per voi perché in questi tempi tenebrosi “ voi conducete una vita degna del Vangelo” , voi testimoniate senza vergogna per il nostro Signore Gesù Cristo, “che ha annientato la morte e illuminato la vita “, voi sopportate le difficoltà fiduciosi della potenza di Dio e armati “dello spirito di forza, di carità e di discernimento “.Non è necessario chiedervi, cari figli, di pregare per noi vostri pastori, affinché il Signore ci dia la forza di “seguire con dirittura la Sua parola” e di glorificare nelle nostre azioni il suo nome santo mentre noi guidiamo il vascello della Chiesa in queste circostanze storiche esistenziali.

3) Dirigendoci a voi, vorremmo esprimervi che la nostra grande gioia dovuta a questo incontro fraterno si rinnova come si approfondisce attraverso il nostro scambio e si accresce attraverso la cooperazione per un’ unica testimonianza cristiana antiochena perché è ad Antiochia che “ per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani “ ( Atti degli Apostoli 11, 16) là dove Dio ha voluto che noi fossimo i suoi testimoni.

Di conseguenza, nel quadro della vostra piena fedeltà alle vostre Chiese, alle sue dottrine e ai suoi insegnamenti, noi vi chiamiamo ad aiutarvi mutuamente, a servire i poveri con dedizione, a informarvi sul pensiero ricco delle nostre Chiese, a scoprire la luminosa santità che ne emana, a radicarvi nell’eredità Antiochena, a pregare per l’unità dei cristiani, a operare per questa unità tanto desiderata, voluta dal Signore, sperando che essa si realizzerà nel nostro mondo, a partire da Antiochia.

Noi vi chiediamo anche di portare le vostre patrie nel pensiero e nelle preghiere, di domandare con insistenza l’instaurazione della pace in esse, che tutti i nostri figli sperimentino la vera gioia e vivano insieme nella dignità dei “figli di Dio”. Non dimenticate di operare per l’unità dei vostri paesi, il loro ammodernamento e lo stabilirsi dello stato civile.Conservate la diversità in tutta la sua ricchezza e non perdete né la vostra unicità né la vostra differenza.
Andate a fondo nella fede e testimoniate per “la speranza in voi” in tutti gli ambiti della vostra vita. Non utilizzate mai la vostra fede come elemento di separazione o come schermo che nasconde lo splendore e la grandezza dell’altro.

4) Noi vi invitiamo cari figli a continuare a intrattenere le migliori relazioni con i nostri fratelli musulmani, nostri compagni nella patria e nel destino, con i quali noi viviamo su questa terra e con cui condividiamo, in queste circostanze, le disgrazie della violenza e del terrorismo generati dal pensiero takfiri e dalla assurdità delle guerre che rinvigoriscono gli interessi dei grandi che strumentalizzano la religione sfigurandola.

I nostri vicini sentono le vostre sofferenze e ne soffrono.Essi operano con le loro gerarchie religiose per sradicare le radici del pensiero takfiri che ha raccolto e non cessa di raccogliere sempre più decine di migliaia di esseri umani. Con loro, con la fedeltà del compagno fedele, noi alziamo la voce ed annunciamo che è il tempo di affrontare il pensiero takfiri , di far seccare le sue sorgenti inculcando un’educazione religiosa che diffonda la cultura dell’apertura, della pace e della libertà religiosa. È necessario stabilire un pensiero critico che conduca ad annullare l’espressione “casa della guerra” e “soggetto non musulmano in uno Stato islamico” e a stabilire la cittadinanza.

5) Quale cattivo momento è il presente in cui i terroristi strumentalizzano il nome di Dio per servire le proprie passioni, i propri interessi e quelli dei grandi di questo mondo! In questo momento in cui dominano la paura, la violenza, la schiavitù della donna, il rapimento, il massacro, la distruzione e lo sfollamento forzato, dei criminali senza Dio né misericordia obbligano gli individui a convertirsi.Essi non hanno compreso che per saggezza Dio ha creato i suoi adoratori nella pluralità. I vostri assassini non comprendono che assassinandovi essi si condannano alla miseria eterna e la loro patria al sottosviluppo.

Al centro di questa crisi oppressiva, non dimenticate che il Signore ha promesso: “ non temere piccolo gregge, perché è piaciuto al vostro Padre di darvi il Regno” ( Luca 12. 32). Sì cari figli, in questi giorni difficili in cui si è raggiunto “l’apice della distruzione” e in cui si conducono le persone come gregge al mattatoio, siate forti e non disperate. Siate forti e potenti per la grazia che colma ogni debolezza. Custodite “la resistenza dell’anima “ che si basa sulla purificazione, il perdono e la carità.Seguite l’etica del Vangelo. Siate fiduciosi in Dio che ha vinto il male e la morte perché “ egli non si allontanerà da voi”.

Egli è il vostro compagno sulle strade dell’esilio, della partenza e dell’emigrazione. Egli è il vostro sostegno nella povertà, la fame e il bisogno, Egli è la vostra consolazione quando i giorni diventano ingiusti, ogni aiuto svanisce e il dubbio che Dio abbia cura di voi aleggia tra di voi.

Egli vi salva nella tribolazione, Egli è la luce che vi guida nelle tenebre di questo mondo, Egli è la vostra resurrezione dalla disperazione e morte, Egli è la vostra vittoria sul cattivo, sui suoi trucchi e strumenti.

6) In questo tempo di tribolazione, unitevi intorno alla Chiesa che è il prolungamento del Cristo Dio nel mondo. Seguite le vostre Chiese, perché lo spirito di responsabilità pastorale ci impegna a moltiplicare i nostri sforzi, a renderci solidali con le persone di buona volontà per intraprendere sempre più le iniziative necessarie per conservare la nostra presenza sulla nostra terra, a far fronte ai vostri bisogni familiari, esistenziali e a garantire un avvenire per i nostri giovani. Essi sono la forza vivente e promettente nelle nostre patrie.

Noi esprimiamo i nostri ringraziamenti e la nostra stima a tutti i volontari che si dedicano al servizio della carità nelle nostre istituzioni.Riunitevi intorno alla Chiesa. Sollecitate l’intercessione dei martiri caduti per la difesa della fede. Seguite l’esempio dei martiri che hanno sofferto nel loro corpo per rafforzare questa fede. Pregate per i perseguitati e le persone rapite tra i vostri pastori e fratelli, in particolare per i due Vescovi di Aleppo, Boulos Yaziji et Youhanna Ibrahim, ma anche per i sacerdoti sequestrati tra cui recentemente il padre Jacques Mourad. Sostenetevi gli uni gli altri e condividete insieme le disgrazie e le sofferenze, la gioia e le lacrime.

Occupatevi dei poveri nella loro disgrazia perché essi sono i prediletti di Cristo.Consolate le vedove e gli orfani. Condividete il pane con gli affamati. Alleviate la sofferenza degli sfollati, seguite l’opera caritativa delle vostre Chiese nella loro organizzazione e nel loro servizio sociale. Donate il vostro denaro con generosità e il vostro tempo in favore “ dei piccoli fratelli di Gesù”.

7) In riferimento ai nostri figli siriani.
Dopo che il popolo innocente e pacifico della Siria è caduto sotto il giogo di un terrorismo che le forze di questo mondo utilizzano per frammentare la Siria, cancellare la sua civiltà, dominare i suoi abitanti e cacciarli dalla loro terra, noi confermiamo il nostro attaccamento alla unità di questo paese, al diritto dei suoi cittadini di vivere in sicurezza, in libertà e in dignità.

Noi ci rivolgiamo al mondo perché operi seriamente per trovare una soluzione politica a questa guerra assurda che percorre la Siria, una soluzione che garantisca l’instaurazione della pace, il ritorno dei rapiti, degli sfollati all’interno e all’esterno del paese, il diritto del popolo siriano all’autodeterminazione, in piena libertà, lontano da ogni ingerenza straniera.Per l’Iraq,

Questo paese risente le ricadute di una successione di guerre che hanno sradicato popoli interi dal territorio dei loro antenati, come gli avvenimenti che si sono svolti lo scorso anno anno a Mossul e nei villaggi e città della valle di Ninive. Sono state commesse atrocità tali da ricordare al mondo intero le ferocie commesse nel corso dei secoli più antichi ma che continuano a distruggere civiltà antichissime allo scopo di servire progetti razzisti e confessionali, estranei alla cultura dei iracheni.
Ma per il Libano. Il paese è un messaggio. Noi invitiamo a consacrare ogni fedeltà a lui solo, a servirlo e a servire gli interessi del suo popolo, a eleggere un Presidente della Repubblica che ridia alle istituzioni costituzionali il regolare svolgimento e infine operare a costruire una patria che rallegri tutti i libanesi.

Ai nostri amati in Palestina. I Padri assicurano con insistenza che essi rimangono il centro della loro preoccupazione. La loro voce non smetterà mai di difenderli e di difendere la loro causa anche se il mondo intero tenta di ignorarla e di indebolirla suscitando guerre e conflitti, il cui scopo consiste nel lasciare i violentatori della terra palestinese vivere in pace e tranquillità,

8) Noi domandiamo alla Comunità Internazionale di assumere la propria responsabilità fermando le guerre sulla nostra terra, di trovare soluzioni pacifiche e politiche ai conflitti, nell’operare con serietà ad aiutare gli sfollati e gli emigrati a recuperare le loro case e le loro proprietà e a proteggere i loro diritti come cittadini. Noi diciamo loro che noi siamo i proprietari fin dalle origini di questa terra, radicati in essa.

Essa è stata irrigata dal sudore della fronte dei nostri padri ed antenati. Noi assicuriamo più che mai che noi vi restiamo per costruirla con i nostri compagni nella cittadinanza. Noi abbiamo la responsabilità di questa terra per la quale il nostro sangue è stato effuso per difenderla. Il sangue dei nostri martiri è santificato.

Noi ci rivolgiamo a tutte le persone che vogliono occuparsi del nostro destino perché ci aiutino a restare e a radicarci nella nostra terra per lavorarla, svilupparla e godere dei suoi beni, e non a facilitare il furto del nostro patrimonio, dei nostri beni, non a distruggere la nostra cultura, non a sottomettere il nostro essere vivente alla schiavitù, non ad imporci il cammino dell’emigrazione.

Lanciamo il nostro grido e rinnoviamo la domanda di mettere fine alla guerra sulla nostra terra e di sostenere le basi della stabilità in tutta la regione.

9) O nostri prediletti. In questo momento in cui si uccide in nome di Dio, siamo chiamati a comprendere che “ la carità è più forte della morte”. Uccidere in nome di Dio è ferire Dio. La nostra fedeltà al nostro Cristo che dice: “ Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio” ci obbliga a diventare i messaggeri di pace in questo Levante.Il nostro compito consiste nell’affrontare ogni pensiero o ideologia che elevi al rango di sacro la violenza, il massacro e la vendetta. La nostra fede in Dio non può manifestarsi che nella carità e pace verso l’umanità, la protezione della nostra terra e delle nostre Chiese nel quadro della libertà dei figli di Dio di cui uno dei più semplici fondamenti è il rispetto della diversità e della differenza.

10) Da questa chiesa al-Maryamiyah noi invochiamo la Madre di Dio, nostra madre la cui intercessione è potente presso il Salvatore, perché ci salvi, e di salvare le nostre patrie dalle difficoltà che attraversiamo, di accordarci la forza per essere a sua immagine, persone che testimoniano per Cristo nella notte di questo mondo.
Che Dio vi accordi la benedizione e la forza per restare i Suoi testimoni in questa regione. La vostra vocazione consiste nell’essere “il sale del mondo e il piccolo lievito nel pane”. Non trascurate questo invito per la liberazione del mondo. Siate sicuri che in voi il Vangelo di Cristo resterà presente e operante nella chiesa di Antiochia.

Traduzione fatta dalla nunziatura apostolica a Damasco

(Traduzione dal francese di FMG) Ora Pro Siria

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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